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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Calogero Mannino

• Asmara (Etiopia) 20 agosto 1939. Politico. Eletto alla Camera nel 1976, 1979, 1983, 1987, 1992 con la Dc, nel 2008 con l’Udc (partito col quale nel 2006 fu eletto al Senato). Nel 2010, entrato in polemica con il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, aderisce al Gruppo misto, fonda e diviene presidente del Pid (Popolari per l’Italia di domani), vota la fiducia al governo Berlusconi. Nel 2011 abbandona anche il Pid e dichiara che non voterà più la fiducia al governo Berlusconi: «Il suo cruccio più grande è che l’Italia abbia perso credibilità all’estero. “Nella Prima Repubblica quando andavamo ai vertici europei la signora Thatcher si alzava e andava a salutare Giulio Andreotti. La divaricazione tra Berlusconi e Tremonti sta uccidendo il centrodestra”» [Monica Guerzoni, Cds 6/11/2011]. Nel 2012 aderisce a Repubblicani-Azionisti (componente del Gruppo misto).
• Sottosegretario al Tesoro nel governo Forlani (1980-1981), ministro della Marina mercantile nello Spadolini I e II (1981-1982), dell’Agricoltura nel Fanfani V (1982-1983) nel De Mita e nell’Andreotti VI (1988-1991), dei Trasporti nel Goria (1987-1988), degli Interventi nel Mezzogiorno nell’Andreotti VII (1991-1992). Arrestato il 13 febbraio 1994 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, alcuni pentiti lo accusarono di aver costruito la sua carriera grazie all’amicizia con esponenti della mafia di Agrigento. Condannato a 5 anni e 4 mesi, la sentenza fu annullata dalla Cassazione nel 2005 e, dopo sedici anni, viene assolto definitivamente (2010). Nel 2007 si dimise dalla presidenza del Cerisdi (Centro ricerche e studi direzionali della Regione Siciliana) a causa della sua vicenda giudiziaria (la Prefettura non gli rilasciò il certificato antimafia).
• Indagato, nell’ambito della trattativa Stato-mafia, per minaccia al corpo politico dello Stato, con l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra è stato assolto "per non aver commesso il fatto" il 4 novembre del 2015. Per Mannino, unico imputato del processo a scegliere il rito abbreviato, la procura aveva chiesto 9 anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
• «Sono talmente stanco che non provo più emozioni e non riesco neppure a parlare». Si chiude un capitolo doloroso... «Già e io sono ancora qua, vivo, nonostante tutto» (dopo la sentenza).
• «Già luogotenente di Gava in Sicilia» (Il Foglio): «Nella mia lunga militanza nella Democrazia cristiana mi sono sempre riconosciuto sulla linea e sulle posizioni della sinistra. Mai luogotenente di altri, né di alcuno».
• Sposato con Giusy, un figlio Totò. È nonno due bambine di 7 e 5 anni.
• Produce nel suo dammuso a Pantelleria un buon vino.