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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Bros Manetti

• Coppia di registi formata da Antonio Manetti (Roma 16 settembre 1970) e dal fratello Marco Manetti (Roma 15 gennaio 1968). Debutto con il film Torino Boys (1997). Con i video del Piotta (Tommaso Zanello) si fanno notare da Marco Giusti che li porta a Stracult. Nel 2006 hanno diretto per la tv la serie de Lispettore Coliandro (il personaggio inventato da Carlo Lucarelli) e tre puntate di Crimini; nel 2014 la settima serie di Rex («Quando ci hanno chiamato i produttori della serie, ci siamo chiesti: mica ci vorranno chiedere di fare la regia di Rex? Pensavamo fosse impossibile…»). Tra i film anche Zora la vampira (2000), Piano 17 (2005), L’arrivo di Wang (2011), Paura (2012) e Song’e Napule (2013). «Alfieri del cinema underground» (Valerio Cappelli).
• Genitori restauratori, studi al liceo Mamiani di Roma, fecero un’ottima impressione alla critica americana con Colpo 17.
• «“Tre ore con i fratelli Manetti è come un’intensiva con Lee Strasberg”. Sintetico e preciso, il giudizio è di Valerio Mastandrea, che per loro è sempre disponibile, anche per brevi apparizioni. Perché i Manetti Bros, nessuna somiglianza fisica, barbuto, robusto ed espansivo Marco, due anni di meno, più magro e riservato Antonio, i mestieri del cinema li conoscono tutti, li hanno assimilati facendo decine di video musicali (di tutto, da Assalti Frontali a Mariella Nava, da Alex Britti a Gigi D’Alessio), corti, regie tv, documentari» (Maria Pia Fusco).
• «Se c’è un modello che ci piace è Rodriguez, che continua a fare film a basso costo e anche lui conosce tutti i mestieri del cinema».
• «Siamo come un unico cervello» (al Foglio).
• «Fare film di genere è come fare voto di povertà, siamo disposti a prendere meno soldi e a lavorare con budget più bassi per esprimerci come vogliamo. Ma quello che in Italia si chiama genere, nel resto del mondo è il 90 per cento dell’arte narrativa prodotta: come puoi dare un’etichetta? Siccome vestiamo da ghetto americano, oppure si pensa ancora al nostro Zora la vampira… Ma noi siamo ultraquarantenni tranquilli padri di famiglia dalla vita morigerata, la ribellione è nella creatività. Siamo in uno strano confine tra il realismo estremo e la fantasia più sfrenata. Non ci piace quando parlano dell’Italia aliena dei Manetti, o quando i colleghi pensando di compiacerci dicono che apprezzano la nostra ricerca. Noi ci consideriamo dei classici, veniamo dai fumetti ma ci rifacciamo a Hitchcock (…). Siamo cresciuti con Bruce Willis e non con Chuck Norris, con Dario Argento e non con Maurizio Merli. Siamo, per motivi biografici, figli degli Anni ’80» (a Valerio Cappelli) [Cds 30/10/2013].