31 maggio 2012
Tags : Alberto Malesani
Biografia di Alberto Malesani
• Verona 5 giugno 1954. Allenatore di calcio. Lanciato in serie B dal Chievo, allenò la Fiorentina e quindi il Parma, vincendo nel 1999 coppa Uefa, coppa Italia e supercoppa italiana. Ha poi allenato tra le altre l’Empoli, il Bologna, il Genoa, l’Udinese e da ultimo il Sassuolo. Ha avuto un’esperienza in Grecia col Panathinaikos, nella storia una conferenza stampa del novembre 2006 in cui perse la pazienza: «Vergognatevi, cazzo... Cos’è diventato il calcio? Una giungla, cazzo? E ridono... E ridono. Cosa ridete? Cosa? Cosa ridete, cazzo... Abbiate rispetto della gente...».
• «Tanti anni fa, quando allenava la Fiorentina, gli dedicarono uno striscione in rima: “Non porta i pantaloni con le penze, ma ha portato il calcio a Firenze”. Alberto Malesani predilige jeans e scarpe da ginnastica, odia giacca e cravatta. È allenatore tra i più preparati (…). Forse i più giovani non sanno che c’è stato un Malesani vincente, al Parma sul finire degli anni Novanta (…). Forse non tutti ricordano che all’Empoli, nel 2007-2008, tirò su una nidiata di ragazzi mica da ridere: Marchisio, Abate, Giovinco, Pozzi, Antonini. Certo, è più facile andare su youtube e rifarsi due risate col video della sfuriata in Grecia, al Panathinaikos» (Sebastiano Vernazza) [Gds 5/2/2013].
• «Lui che ne ha viste e (fatte) di tutti i colori, da quando era funzionario della Canon e girava per il mondo a quando faticava a stare fermo in panchina (…). Tecnico della Fiorentina, ha esultato in bermuda a un gol di Batistuta e corso come un tarantolato sotto la curva del Chievo dopo aver vinto il derby con il Verona. Poi quella volta, era il 2000, che si è schiantato sull’autostrada del Brennero e hanno dovuto usare la fiamma ossidrica per liberarlo (niente di grave: una spalla fratturata). E quella domenica sera che ha accompagnato la figlia Giulia all’altare con la divisa del Bologna perché aveva lasciato l’abito della cerimonia nello spogliatoio dello stadio di Catania… Insomma, Malesani non è mai banale (Guglielmo Longhi) [Gds 31/1/2014].