31 maggio 2012
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Biografia di Paolo Maldini
• Milano 26 giugno 1968. Calciatore. «Se avessi dovuto immaginare la mia vita, l’avrei voluta esattamente così».
• Vita Quarto figlio di Cesare (vedi) e Marisa (Maria Luisa) dopo tre sorelle. «Ero il maschio, quando succedeva qualcosa in casa era sempre colpa di Paolo. Le ho prese sino ai quattordici anni, due anni dopo esordivo in serie A. Mia madre dice che sono diventato veloce per sfuggirle».
• «Partirei dal settembre 1978, dal mio primo giorno di Milan. Avevo 10 anni e la mia unica esperienza era il campetto dell’oratorio. Arrivo al campo di Linate accompagnato da mio padre e mi chiedono da quale squadra vengo. Nessuna, rispondo. Allora in che ruolo giochi? Nessuno, ripeto. La mia carriera è cominciata proprio così» (da un’intervista di Enrico Currò).
• Difensore, tutta la carriera nel Milan (esordio in serie A a 16 anni e 208 giorni), ha vinto sette scudetti (1988, 1992, 1993, 1994, 1996, 1999, 2004), tre coppe dei Campioni (1989, 1990, 1994), due Champions League (2003, 2007), due coppe Intercontinentali (1989, 1990), un Mondiale per club (2007) ecc. Ultima partita da professionista il 31/5/2009 (Fiorentina-Milan 0-2), dopo 647 presenze, record assoluto per la massima serie. Ha esordito con la nazionale il 31/3/1988 (Jugoslavia-Italia 1-1), con la quale ha giocato fino ai mondiali del 2002 (ultima gara Italia-Corea del Sud 1-2, il 18/6/2002), dopo 126 presenze e 7 gol. È stato vicecampione del mondo (1994, sconfitta ai rigori col Brasile) e d’Europa (2000, sconfitta al golden goal con la Francia). Terzo nella classifica del Pallone d’oro 1994 e 2003, 6° nel 2005, 7° nel 1995 e nel 1993, 10° nel 2000 ecc. È entrato nel Guinnes dei Primati (2012) come giocatore più anziano ad aver disputato una finale di Champions League, con gol (quella persa con Liverpool ai rigori nel 2005). Dopo l’addio al calcio ha ricevuto alcune offerte per posti manageriali (Chelsea, Paris St. Germain, Cosmos, Milan), mai concretizzatesi. Nel 2008 ha ricevuto l’Order of Merit, la più alta onorificenza della Fifa, assegnata prima di lui solo ad un altro italiano, Dino Zoff. • Esordì in serie A il 20 gennaio 1985 a Udine: «Ha sedici anni e Liedholm decide di farlo esordire. Si allena a Milanello con le scarpe prestate da un compagno, perché quelle giuste per quel gelo le aveva lasciate a casa, erano di due numeri più piccole e il giorno dopo, quando si mise a sedere in panchina, sentì che qualcosa non andava benissimo. Ma ha una soglia del dolore molto alta, e quella piccola sofferenza era nulla. “Appena entrai in campo mi passò tutto”» (Alessandra Bocci).
• «Avrei voluto finire la scuola, ma avendo esordito in Serie A a 16 anni era veramente un casino! C’era allenamento tre volte al mattino e tre volte al pomeriggio ogni settimana, e a volte si tornava dalle trasferte di domenica a notte fonda, era durissima andare al liceo scientifico Volta, il lunedì mattina. Ho provato anche qualche mese di scuola privata, allo Studium, poi ho mollato».
• Sposato dal dicembre 1994 con la venezuelana Adriana Fossa, ex modella che vide la sua prima partita il 22 novembre 1987 (Milan-Avellino 3-0): «Lo avevo appena conosciuto: mi ha invitato a San Siro lasciandomi due biglietti arancio. Io ero in Italia da due settimane, non conoscevo Milano, non avevo idea di cosa fosse il calcio qui. Vado allo stadio con un’amica, ci arriviamo in taxi e all’uscita pensiamo di fare altrettanto. Ovviamente non è stato possibile: tram, tram sbagliato, altro tram... insomma per una partita cominciata alle 14.30 siamo tornate a casa di sera. Comunque quella domenica Paolo segnò, cosa che non capita spesso. E la mia amica vedendo lo striscione “Fossa dei leoni” mi diceva: “Guarda che carino, ha scritto il tuo nome”. Questo per dire, quanto capivamo». L’esclusiva delle foto delle nozze «venne lautamente pagata da un noto rotocalco e fu difesa al prezzo di una megarissa tra bodyguard e giornalisti concorrenti» (Alberto Piccinini).
• Due figli, Christian (14 giugno 1996, gioca nelle giovanili del Milan) e Daniel (12 ottobre 2001): «Io credo nella felicità, so che esiste e che si può perpetuare. Sono stato molte volte felice, una in particolare, quando sullo schermo dell’ecografo ho visto il mio primo bambino nella pancia di Adriana, mia moglie. Ti giuro che aveva la mia stessa testa, mi assomigliava in modo pazzesco. Era la mia fotografia di quando avevo sei mesi. Se devo definire l’amore, ritorno con il ricordo a quel pomeriggio in uno studio medico, a quell’immagine, a quell’emozione» (a Dario Cresto-Dina).
• Imputato per corruzione di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, nel 2013 è stato assolto, per non aver commesso il fatto. «“Tre anni e mezzo non facili”. Così, col solito fair play che lo ha contraddistinto dentro e fuori dal campo, Paolo Maldini (…) ha descritto il lungo periodo che lo ho visto prima indagato e poi imputato per un’accusa pesante» [repubblica.it 26/2/2013].
• Nell’aprile del 2014 il giornale brasiliano Rede Globo, stila la classifica dei dieci giocatori più belli della storia dei mondiali, Maldini è al quinto posto. • «Cosa fa ora che non gioca più? «“Mi diverto a praticare gli altri sport: faccio pugilato, gioco a tennis. Pensavo che il calcio mi mancasse di più”» (Alberto Costa) [Cds 12/1/2011]. Gioca a calcio a 7 «tra amici il sabato mattina. Rigorosamente in attacco: dopo una vita in difesa, ho il gusto del dribbling e del gol...».
• Critica «Perfetto nel calciare, eccelle nel tackle in scivolata, che porta con naturale tempismo, e negli interventi in acrobazia. Prodigioso il recupero, grazie allo scatto, ma soprattutto alla velocità in progressione» (Carlo F. Chiesa).
• «Deve molto alla mente di Arrigo Sacchi. È stato in quel Milan che Paolo è diventato il più forte di tutti: da destra, Sacchi lo spostò a sinistra. E lì esplose: mai un errore, mai una sbavatura. Poteva incontrare qualunque attaccante: non era un problema suo. Lui prendeva e partiva. Punto. Emilio Butragueño allora era uno degli attaccanti più forti d’Europa. È sua la battuta più felice che descrive Maldini. È uno dei 62 protagonisti del documentario Paolo Maldini - il film. Butragueño è fermo, deve parlare dell’ex avversario. Allora gli dicono che Paolo ha esordito il 20 gennaio del 1985, lui sgrana gli occhi ed emette un sibilo. Ammirazione. Non apre neppure la bocca, perché non c’è bisogno di parole. È questo che ha reso Maldini un Generale di corpo d’Armata: il rispetto indiscusso dei colleghi, che fossero compagni o avversari. Ogni anno, nel periodo del Pallone d’oro, i calciatori dicono che il premio dovrebbe andare a lui. Diego Armando Maradona dice sempre che il difensore più bravo degli ultimi trent’anni è stato Paolo. Il complimento è ricambiato: “Diego è stata la persona più leale in campo. Prendeva un sacco di botte e non fiatava mai”» (Il Foglio).
• «Maldini non ha mai vinto il Pallone d’oro, un errore storico che si corregge con un riconoscimento alla carriera. Quel che è successo a Cary Grant, che ricevette solo nel 1970 un Oscar alla carriera nonostante avesse dominato la scena per tre decenni» (El Pais nel 2007).
• «Nel mondo dello sport, Maldini gode di una ammirazione ecumenica e smisurata. Trovare in giro qualcuno che ne parli male è praticamente impossibile. Maldini rispetta le regole, non salta un allenamento, non va quasi mai alle trasmissioni in tivù, ha una bella moglie e due figli che adora e tutti dicono “Paolo ha una bellissima famiglia”. Maldini ha vinto tutto ma non se la tira, non alza mai la voce, non lascia mai trasparire, almeno in campo, tensione o incazzature» (Maurizio Maggi).
• Frasi «Mi piaceva tanto la Nazionale del 1978 ed erano tutti juventini. Per due anni ho tifato per la Juve».
• «Da chi ho imparato di più? Liedholm: i suoi insegnamenti sono stati preziosi. Anche Vicini, Sacchi e Capello mi hanno dato molto. Poi, con l’esperienza e l’età, anch’io ho cominciato a dare qualcosa».
• «Sono al contempo uno dei giocatori più vincenti e perdenti della storia. Ho avuto la fortuna di vincere tanti trofei, ma altrettanti ne ho lasciati per strada».
• «Mi chiedono spesso se non mi arrabbio per non avere mai vinto il Pallone d’oro. Io rispondo che massimo mi può dispiacere di non avere mai vinto il Mondiale».
• «Mi piacerebbe vedere mille partite dei miei figli: vanno bene anche 500 a testa...».
• Religione «Sono un credente, i miei figli frequentano una scuola cattolica, ma vado poco, pochissimo, in chiesa. Mi sforzo di tenere Dio dentro. Prego, e non di rado. Per carità, non recito il padre nostro, l’ave maria, parlo con il Signore con le parole che conosco. Ho persone da proteggere, ma prego anche per la pace. Prego per chi soffre lontano da me, lontano da qui, lontano da noi».
• Politica Berlusconiano.