31 maggio 2012
Tags : Danilo Mainardi
Biografia di Danilo Mainardi
• Milano 15 novembre 1933. Etologo. Professore emerito di Ecologia comportamentale nell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Presidente onorario della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar). Noto anche per le sue apparizioni televisive (Superquark), collabora con vari quotidiani (Corriere della Sera).
• «La mente degli animali non è migliore né peggiore della nostra. Semplicemente è adatta per altri stili di vita».
• Autore di diversi libri sul mondo degli animali. Gli ultimi: Le corna del Cesare (2012), Noi e loro. 100 piccole storie di animali (2013), entrambi Cairo editore e, con Remo Cesarani, L’uomo, i libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato (Il Mulino, 2013). Spesso, nei suoi libri, i disegni a complemento del testo sono opera sua.
• Favorevole all’allontanamento dei piccioni da piazza San Marco («togliere il cibo non è un provvedimento troppo drastico»).
• «Non mi sembra che programmare a priori le nascite sia meno legittimo che sopprimere vite a posteriori. In fondo, vale anche per la nostra specie» (a proposito della decisione dello zoo di Basilea di sopprimere due cuccioli di leone).
• «Secondo Mainardi le mamme dovrebbero imparare dalle femmine degli animali ad allevare i bambini, forse così potendo educarli meglio all’autonomia e non strumentalizzandoli mai» (Annamaria Bernardini de Pace) [Grn 31/2/2011].
• «Molti animali hanno tratti vagamente umani: pinguini, piccoli uomini in frac; koala, bambini seri e compunti. E altri ancora. Ma è la somiglianza con le scimmie che ci turba. Quella, per intenderci, che al tempo delle polemiche antidarwiniane fece infuriare chi non poteva sopportare la allora ipotetica nostra parentela con le scimmie» [Cds 14/9/2012].
• «Noi esseri umani veniamo al mondo con una forte curiosità per tutti gli animali, curiosità che è scritta dentro nei nostri geni (…) La nostra specie, per decine di migliaia di anni, è vissuta immersa nella natura e in quel lungo spazio temporale era indispensabile, per la sua sopravvivenza, saper interagire, e conoscendoli davvero, con gli altri esseri che con noi condividevano il medesimo ambiente. È per questa “necessità di sapere” che ancora nasciamo con questa curiosità. La vediamo infatti ancora molto forte nei nostri bambini, anche se poi col tempo si attenua perché ormai viviamo in un mondo “vuoto di natura”» [Cds 13/7/2012].
• Possiede un basset hound.
• Pronunciare “Dànilo” e non “Danìlo”.