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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Filippo Magnini

• Pesaro (Pesaro e Urbino) 2 febbraio 1982. Nuotatore. «Vincere i 100 stile libero è come segnare una tripletta alla finale del mondiale di calcio». Soprannome Re Magno.
• Primatista italiano dei 100 sl (46”37 agli Europei 2008 a Fiume), ha vinto la medaglia d’oro della stessa specialità ai mondiali 2005 e 2007 e agli europei 2004, 2006 e 2012, bronzo agli europei 2008. Grande delusione alle Olimpiadi 2008, quando è rimasto fuori dalla finale (per 4/100) nonostante avesse nuotato i 100 sl più veloci della sua carriera (ma va fatta la tara dei nuovi costumi). Primatista italiano della 4x100 sl (3’11”48 l’11 agosto 2008 a Pechino con Alessandro Calvi, Christian Galenda, Marco Belotti), ha vinto con questa staffetta l’oro agli europei 2004 e 2006 e l’argento ai mondiali 2007. Primatista italiano della 4x200 sl (7’05”35 il 13 agosto 2008 a Pechino con Belotti, Emiliano Brembilla, Massimiliano Rosolino), ha vinto con questa staffetta l’oro agli europei 2004, 2006, 2008 e il bronzo alle Olimpiadi di Atene (2004). Nei 200 sl ha vinto il bronzo agli europei 2004 e 2006. Primatista italiano anche della 4x100 mista (3’34”32 il 15 agosto 2008 a Pechino con Mirco Di Tora, Alessandro Terrin, Mattia Nalesso).
• Si era ripromesso di acquistare una Ferrari se avesse vinto l’oro ai mondiali di Roma 2010 nella specialità 100 metri sl; arrivò quarto (Roberto Perrone) [CdS 14/8/2010]. Sui 100 sl sfidò (perdendo) i delfini del parco acquatico di Torvajanica [CdS 9/9/2011].
• Figlio di un ragioniere e di un’insegnante di musica, «faceva l’ala destra, frequentava troppe spiagge: il nuoto, proprio no, non era nella sua testa. Per un pesarese dopo il calcio semmai c’è il basket. Eppure in piscina, anche se per caso, ci finì. La prima volta si tuffò a 8 anni: per irrobustirsi. A 16 aveva smesso: Thorpe a 15 era già campione del mondo. Però Magnini non voleva perdersi, entrò nelle nazionali giovanili, gareggiò in coppa Comen sino al 2001. Ma non si piaceva in acqua: “A rana peggioravo, decisi di provare a stile libero”. In quella marcia del gambero, svanita l’illusione, senza soddisfazioni, da giovanissimo, senza ostinazione e senza una testa tosta, Filippo sarebbe tornato probabilmente al calcio, attratto da condizioni più facili. Invece se ne andò a Torino: incontrò Claudio Rossetto, allenatore di Beccari e Cappellazzo alla Rari Nantes, si sistemò in un appartamento diviso col cugino Matteo a due passi dalla piscina comunale. Prendeva scherzosamente schiaffi dai due big azzurri e lui menava fendenti solo in acqua, sempre silenziosamente» (Stefano Arcobelli).
• «Come nasce un velocista? Innanzitutto grazie alla bravura di mamma e papà: nella fattispecie Filippo Magnini ha una ricchezza interiore, le fibre bianche. Significa, dunque, che è naturalmente dotato “di una muscolatura esplosiva, che non perde leggerezza, non si appesantisce con il lavoro in palestra” spiega Claudio Rossetto, l’allenatore che un giorno lo scovò in giro per l’Italia, e lo convinse a seguirlo ad allenarsi a Torino. “Poi, c’è un’altra premessa: Filippo è un velocista resistente, non un velocista puro, come ad esempio i due sudafricani, Schoeman e Neethling”. È davvero l’erede di Lamberti, perfino come struttura fisica: “Sì, qualcosa di simile c’è. Ma Giorgio è ancora più resistente, Filippo è più veloce”. La leggerezza di Magnini si esprime bene in vasca, grazie ad un’acquaticità superiore alla media, determinata anche dal basso peso specifico del suo corpo (un dato che viene fuori da vari parametri). “Ma la sua forza è la coordinazione naturale che si ritrova, la sensibilità in acqua” ripete Rossetto e, soprattutto, “la gambata, la battuta delle sue gambe”. Per dirla con Marco Bonifazi, docente di Fisiologia dello sport, “gli spettatori vedono la rimonta dell’azzurro. In realtà lui mantiene costante la propria nuotata, mentre sono gli altri a calare”. Magnini conserva la sua frequenza di cicli, che va da 50 a 56 (il ciclo comprende la mezza bracciata col braccio destro, e la mezza bracciata col braccio sinistro), “e la sua è una bracciata distesa, perché ad un nuotatore delle sue caratteristiche non serve aumentare la frequenza, quanto mantenerla costante”» (Paolo Rossi).
• Sostenitore dello slippino come unico costume da nuoto agonistico consentito (Tommaso Pellizzari) [CdS 26/6/2009].
• «Non sono in gara con Rosolino per dire chi è più famoso. Sicuramente nel nuoto mondiale sono più importante io, mentre in tv è più importante lui».
• «Come compagno d’allenamenti non lo consiglio a nessuno: è lamentoso, ha sempre mille problemi alle spalle, alle braccia, alle gambe, è logorroico all’eccesso» (Rosolino).
• «Io ho paura. Le persone coraggiose sono paurose. Se non hai paura non sei coraggioso, non puoi vincerla. Sei non hai paura sei solo un incosciente. Ho paura nella vita di alcune cose, ma non è la paura che mi blocca, mi frena o mi fa andar via di testa. Al momento giusto è proprio la paura a darmi le energie giuste».
• «Mi è sempre piaciuta la vita da spiaggia, ma senza tuffi. In effetti, non ricordo di aver nuotato in mare» (nel 2007).
• Nel 2008 inviato sull’ Isola dei Famosi. Nel 2012 rinunciò al programma Baila! (Chi). Le Iene tra i suoi programmi tv preferiti (La Stampa).
• «In America, se dici che vivi di sport, non vieni visto come uno che non ha trovato niente di meglio da fare nella vita» (Tuttosport).
• Ghiotto di pizza Rossini (roba di Pesaro, margherita con rondelle di uovo sodo e sopra dei bei giri di maionese).
• Titolo di studio: geometra. Una passione per i motori: «Ho seguito diversi corsi di guida sportiva. Mi piacciono parecchio anche le macchine d’epoca, prima o poi ne comprerò una. E ho una moto Ducati. Inoltre sono riuscito a mettere insieme una bella collezione di orologi vintage. Mi piace cercarli, guardarli, scoprire la loro storia» (Oggi). Nel tempo libero si dedica a musica e sport, ma anche al poker on line; ama navigare sul web.
• «Non mi faccio i complimenti da solo, diciamo che passo per essere un bel ragazzo, ma so di non essere il più figo del mondo. Non sono mai stato uno sciupafemmine, da single non correvo dietro alle ragazze tutti i giorni. Anche perché, a volte, erano loro a cercarmi…» (Chi).
• Non fa sesso prima delle gare: «Ma quale sesso! Da quel punto di vista cerco di non sgarrare mai nei quattro-cinque giorni prima della gara. Per non deconcentrarmi. Per come sono fatto io, è meglio evitare di far faville. Certo, dopo mi sfogo anch’ io! Se ho perso, lo faccio per consolarmi, se ho vinto, per festeggiare alla grande» (Men’s Health). Il posto più strano dove abbia fatto l’amore è stato un balcone (Vanity Fair).
• Quanto alle donne, dice di aver avuto due relazioni importanti: Cristina Nardini e la Pellegrini (Chi). Tra le sue ex anche la nuotatrice Francesca Segat (Roberto Perrone) [CdS 16/12/2007].
• La relazione con Federica Pellegrini iniziata al mondiale di Shanghai 2011 (insieme sono finiti sulla copertina di Vanity Fair, nudi) finì una prima volta nel maggio 2013 e dopo una serie di tira e molla i due sono tornati insieme nel gennaio 2014: «L’ufficialità è arrivata da Twitter. La campionessa azzurra ha postato sul suo account Twitter uno scatto che la ritrae mentre bacia l’ex fidanzato. Il commento affidato al social network è eloquente: «Che follia la nostra vita!! – scrive la Pellegrini –. E ancora non capiamo perché non riusciamo a dirci addio nonostante tutto e tutti! Buon anno» (Lorenza Castagneri) [la Stampa 3/1/2014].
• Per i suoi 30 anni di lui la Pellegrini gli regalò un anello con un teschio tempestato di diamanti (Vanity Fair).
• Un piccolo Calimero tatuato sulla spalla (Alessandro Fulloni) [CdS 27/8/2011], la scritta “Salve” tatuata sulla schiena (Luca Bottura) [CdS 2/1/2014]. Costumi con raffiguranti la Pellegrini «Per adesso ce l’ho solo io, speriamo bene» disse a Quelli che il calcio) (Bottura, cit.) [CdS 6/2/2012].
• I suoi genitori «si svegliavano alle cinque di mattina per portarlo all’allenamento prima della scuola e la sera, quando lui finiva i compiti, erano di nuovo in piscina e pazienza se si cenava tardi. I weekend erano regolati dalle gare, non c’erano sabati o domeniche libere, allora i Magnini avevano avuto l’idea di affittare un pulmino insieme ai genitori degli altri ragazzini per rendere meno faticose, anche psicologicamente, le trasferte. I figli giocavano e si dimenticavano la tensione e dopo la gara si andava a mangiare una pizza, per sdrammatizzare l’agonismo» (Sette).
• Da piccolo poteva essere un calciatore, «ma la partita in cui avrei dovuto esordire venne rinviata perché il campo era allagato. Sembrava una piscina, un segnale…». Poi la mamma un giorno lo ha preso e l’ha buttato in piscina. «Amavo il pallone, ma ero magro e il nuoto mi serviva per rinforzare il fisico. Tutto è iniziato così» (Chi).
• «Se mi fanno gli auguri mi tocco» (Vanity Fair).
• Aneddoto: a una cena ufficiale «Silvio Berlusconi si avvicinò al mio tavolo e mi disse: “Noi piccolini siamo i migliori!”» (Chi).
• Ha una gatta di nome Regina (Chi).