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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Monica Maggioni

• Milano 20 maggio 1964. Giornalista Tv. Presidente della Rai (dal 5 agosto 2015). Già direttore di RaiNews24 e di Televideo. Ha condotto Unomattina, il Tg1 delle 20, Speciale Tg1 ecc. «Io sono abituata a guardare all’essenza delle cose. Se non dici cazzate, ti ascolto. Se dici cazzate, no».
• «Mia mamma lavorava in amministrazione al Giorno. I suoi amici erano Marco Nozza, Tiziano Terzani, Nantas Salvalaggio, Natalia Aspesi. Era il mitico Giorno degli anni Sessanta. Mio padre era un sindacalista duro della Pirelli-Bicocca».
• Laurea in Lingue e letterature straniere moderne alla Cattolica di Milano con tesi sulla letteratura francese e scuola di giornalismo di Perugia. Prime collaborazioni a 16 anni, Iniziò rispondendo all’annuncio di un mensile specializzato di moda: «Mi dissi: “Da qualche parte bisogna pure cominciare”». Ha poi scritto per Il Giorno e a fatto pratica due anni ad Euronews, a Parigi. In Rai è entrata per concorso nel 1996. Inizia al rotocalco di Raiuno Tv7, si occupa di cronaca ed esteri al Tg1, si fa conoscere dal grande pubblico nel 1998 conducendo Uno mattina Estate, poi inizia a viaggiare: reportage in Sudafrica per le elezioni del dopo-Mandela, in Mozambico per l’alluvione, in Israele per la seconda Intifada, negli Stati Uniti per le elezioni presidenziali del 2000. E lì, quando tutti annunciano la vittoria di George W. Bush, è la prima ad accorgersi del pasticcio dei voti in Florida che porta a lunghi ricorsi. Dopo l’11 settembre è inviata in Medio Oriente e poi torna negli Usa per seguire la preparazione della guerra. La svolta è del 2003, nella seconda guerra del Golfo: è l’unica giornalista ad essere ammessa come embedded, al seguito delle truppe Usa. Nel 2007 approda alla conduzione del Tg1 delle 20, l’anno dopo segue l’elezione di Barack Obama. Diventa capo redattore degli Esteri, conduce e poi dirige gli Speciali del Tg1. Nel 2012 modera il confronto tra Bersani e Renzi per le primarie del Pd. L’anno dopo è direttore di Rainews 24 e di Televideo.
• «Paolo Serventi Longhi, segretario del sindacato della stampa, ha scritto che i giornalisti embedded erano sottoposti alle peggiori censure. Ma perché non ha mai alzato il telefono per chiedermi se mi sentivo censurata? Gli avrei spiegato che nessuno vedeva i miei pezzi prima che andassero in onda. La prima notte ero sconvolta, sulla mia brandina in mezzo a una camerata piena di soldati. E la mattina dopo, ero nel bagno a lavarmi i denti, ho alzato gli occhi sullo specchio e ho visto dieci enormi soldatoni neri. Mi sono chiesta: “Oddio, cosa sto facendo qui?”. La guerra è una cosa estrema. Adrenalina galoppante».
• «A suo modo lei una scossa l’ha data quando introdusse nella palude delle pause-pranzo e delle troupe sovradimensionate lo zainetto. Ovvero, una sacca che contiene un sistema con tesserina sim che consente al giornalista di fare qualsiasi collegamento evitando la trasmissione via satellite e risparmiando molti soldi e molti passaggi. Fu presa male da tutti l’introduzione di questa tecnologia – e per di più: israeliana! – ma poi ci si sono abituati» (Mario Ajello).
• «Una cosa si può dire su Monica Maggioni, senza il timore di poter essere smentiti: se chi lavora con lei ci mettesse la metà del suo entusiasmo e del suo impegno, qualunque azienda raddoppierebbe la produttività. E anche la qualità. Un esempio basta a dimostrare questo punto. Quando l’ex senatrice Ingrid Betancourt fu liberata, dopo anni passati come ostaggio, in redazione al Tg1 lo sapemmo verso le dieci di sera. Monica era in Giamaica, a girare i servizi di preparazione per le Olimpiadi di Pechino, con i grandi sprinter dell’isola caraibica. Le dicemmo che alle 20 del giorno dopo doveva andare in onda in diretta da Bogotà: come, era un problema suo. Arrivò in tempo, andò in onda, e fummo i primi a trasmettere le dichiarazioni in cui la Betancourt ringraziava l’Italia per il sostegno ricevuto negli anni della prigionia» (Paolo Mastrolilli).
• «Il peso di Monica Maggioni dentro la Rai è sempre stato maggiore dello 0,55 per cento di share del canale che dirige, RaiNews24 (media dei primi sette mesi del 2015, equivale a 57 mila spettatori). A guardare soltanto i numeri, non sarebbe certo stata da promuovere: con molte meno risorse il suo predecessore Corradino Mineo, oggi pugnace senatore della minoranza Pd, registrava lo 0,59 per cento (…) C’era anche la sua firma tra quelle dei 92 giornalisti del Tg1 che nel 2010 si schierarono a sostegno del direttore superberlusconiano Augusto Minzolini. Per “errore” Minzolini aveva detto che David Mills, l’avvocato inglese accusato di essere stato corrotto da Silvio Berlusconi, era stato “assolto” invece che “prescritto” grazie a una legge ad personam. Nel 2014 trova il tempo di girare un documentario sui sessant’anni di Comunione e liberazione, insieme al portavoce del movimento, Roberto Fontolan. Amici utili e potenti, i ciellini. Ma non i soli che la Maggioni cerca in quegli ambienti, visto che i redattori di RaiNews24 si lamentano spesso della frequenza con cui devono coprire papa Francesco (…) I suoi detrattori sottolineano poi i rapporti con una società esterna alla Rai, la Four in the morning, dell’architetto Dario Curatolo, che sarebbe il compagno della neo-presidente della Rai. I rapporti personali sono affare privato, ma i rapporti di business tra la Four in the morning e la Rai sono pubblicati sul sito della società: c’è per esempio il documentario Out of Teheran, regia di Monica Maggioni, fotografia di Dario Curatolo, produzione Rai Cinema-Mediakite. Fino al 2012 anche la Maggioni era socia con il 45 per cento della Four in the morning, che nel 2014 ha fatturato 341 mila euro.» (Stefano Feltri e Carlo Tecce).
• Ha scritto Dentro la guerra (2005), La fine della verità (2006), entrambi editi da Longanesi, e Terrore mediatico (Laterza, 2015).
• Nel 2010 ha presentato a Venezia il documentario Ward54, sulle vicende di alcuni veterani della guerra in Iraq che hanno tentato il suicidio.
• Ospite fissa della festa del 4 luglio all’ambasciata americana, membro dell’Associazione Italia-Usa, nel 2014 fu l’unica giornalista italiana a essere invitata alla riunione annuale del Gruppo Bilderberg a Copenhagen.
• «Detesto Maria De Filippi, quel trash trascinato, quelle quattro povere casalinghe acchittate come strappone portate lì a urlare con quattro ragazzi “aho, aho”. Terrificante».
• Abita nel rione Monti, a Roma. Guida un 500 nera.
• Grande appassionata di Francesco Guccini.
• Ha avuto un lungo legame sentimentale con il giornalista Gian Micalessin, oggi editorialista del Giornale e da giovane militante del Fronte della Gioventù a Trieste.