31 maggio 2012
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Biografia di Daniele Luttazzi
• (Daniele Fabbri) Sant’Arcangelo di Romagna (Cesena e Forlì) 26 gennaio 1961. Comico. «Io rido alle mie battute, anche se spesso non sono d’accordo con quello che dico». Accusato (a partire dai suoi stessi fan) e querelato per plagio, nel 2010 ha chiuso il suo blog ed è scomparso dalla televisione. «Nessuna battuta di quelle che cito è plagio, sia perché invito a scoprirle (non è plagio se è dichiarato, è un gioco intellettuale), sia perché si tratta di calchi o di riscritture con variazioni e aggiunte, procedimenti legittimi. Buona parte del repertorio di David Letterman, ad esempio, si fonda su calchi di vecchie battute di Johnny Carson, aggiornate alla bisogna. E l’aggiornamento di una battuta generica (calco) è già un potenziamento, amplificato dall’inevitabile allusione al precedente. L’arte del comico» (a Ferruccio Sansa).
• «Luttazzi, nella ferocia, ci ha sempre sguazzato. Genio schizoide, trasversale, polivalente. Colto, esigente, contorto. Sensibile. La musica, la comicità, la saggistica. Talento col culto dell’ultima parola, sessuologo con la fregola di dimostrare di averlo sempre più lungo degli altri: “Io sono più satirico, io sono più intelligente, io sono più bravo”. (…) In un mondo di epurati immaginari, lui era (ed è) il censurato vero. Da Mediaset, dalla Rai, da La7. Non piaceva a nessuno (ma al pubblico sì). Il suo tonfo ha reso felici quasi tutti. La destra, la sinistra, più ancora il centro (…) Scomparso. Da due anni e mezzo. Nessuno osa anche solo parlarne. Mentre l’Italia agonizza, mentre il suo rivale Grillo (a cui somiglia più di quanto crede) conquista sindaci e scranni in Parlamento» (Andrea Scanzi) [Fat 17/1/2013].
• Debuttò in tv con Doc di Renzo Arbore, poi, tra l’altro, Magazine Tre, Mai dire gol, Barracuda, Satyricon, nel 2007 condusse su La7 Decameron, chiuso dall’amministratore delegato della rete, Antonio Campo Dall’Orto, per un monologo dell’1 dicembre in cui se la prendeva con Giuliano Ferrara (disse che Berlusconi aveva avuto «il coraggio di dire che lui, in fondo, era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema, penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanché in completo sadomaso che li frusta tutti») o forse perché stava preparando una puntata sull’enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI (nel 2012 vinse la causa contro la7). Sempre nel 2007 fu protagonista di una polemica con Fabio Fazio (vedi), da lui accusato di aver evitato il militare grazie alla raccomandazione di Craxi.
• «Genitori insegnanti elementari, come la sorella, un fratello bancario. Lui ha fatto il volontario all’ospedale di Modena, aspettando un concorso per immunologia. “Dieci anni di attesa per quattro posti: intanto non avevo i soldi per comprare la pizza alla mia ragazza. Li ho salutati, ma al quinto piano del Policlinico ci sono ancora le mie caricature”. Il nome d’arte è un omaggio a Lelio Luttazzi. Lo scoprì Ugo Porcelli alla rassegna Riso in Italy» (Silvia Fumarola).
• Eletto nelle liste dc, consigliere comunale a Sant’Arcangelo per anni, collaboratore satirico del settimanale della curia di Rimini Il ponte: «Ha sempre detto di avere un solo maestro, Lenny Bruce, il comico americano più irriverente», ricordano nella redazione di Comix, a Modena, dove Luttazzi ha pubblicato i suoi primi successi.
• «Ero nel cast di Fate il vostro gioco su Raidue, facevo un monologo sulla pedofilia. “Mio padre è un pervertito: l’ho sorpreso al telefono che parlava con un amico americano, contrattava l’affitto di una bambina messicana. Chiedeva: posso fare quello che voglio, anche iscriverla al Partito socialista?”. L’hanno tagliata e per tredici puntate non ho più detto niente. Per tre anni non sono tornato in tv».
• «Il bello di Mediaset è che il loro Dio è Publitalia: se fai ascolti, è fatta. Ma qualcosa succedeva anche lì. A Mai dire gol dicevo una battuta: “Hanno condannato Priebke all’ergastolo, si vede che non ha fatto in tempo a iscriversi a Forza Italia”. Un deputato telefonò a Berlusconi, che chiamò il responsabile del programma che chiamò la Gialappa’s che me lo disse e si mise a ridere. Ma qualcuno non si era divertito».
• Carlo Taranto (Gialappa’s): «Le battute sul viaggio del Papa a Cuba o sulla vera storia di Gesù nei finti tg di Panfilo Maria me le ricordo bene. Del resto, noi volevamo Luttazzi, non una sua versione edulcorata. Quello vero, che a Magazine 3 si faceva tartine di mestruo o di sperma».
• Già portato in tribunale dalla scrittrice Susanna Tamaro perché aveva parodiato Va’ dove ti porta il cuore con Va’ dove ti porta il clito, nuove polemiche nel 2001 con Satyricon quando annusò in tv le mutandine di Anna Falchi, degustò una torta di cioccolato a forma di escremento, attaccò Silvio Berlusconi attraverso un’intervista al giornalista Marco Travaglio, autore con Elio Veltri del libro L’odore dei soldi. Finì con Michele Santoro ed Enzo Biagi tra le vittime del cosiddetto Editto di Sofia, che tenne lontani dalla televisione i tre, schierati contro il Cavaliere alla vigilia delle politiche 2001. Il ritorno in tv, preceduto da un’intervista a Biagi (rientrato anche lui in tv poco prima di morire), fu «una delusione totale (...) un lungo sfogo, una scarica di contumelie contro tutto e contro tutti: Prodi,Berlusconi, la Rai, il Vaticano, la flessibilità, Gentiloni, Mastella, Petruccioli (...) Troppo risentimento, troppo desiderio di regolare i conti» (Aldo Grasso).
• «Ho sempre ritenuto Luttazzi uno dei pochi comici intelligenti della nostra tv. Fin dai tempi di Magazine 3, il programma con Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, si sapeva che il nostro andava “contenuto”, che spesso amava épater lo spettatore con un frasario pesantemente ginecologico. Così con i Gialappa’s, il suo periodo migliore. Lui esagerava con il macabro, loro limavano e la risata era sicura, e devastante. Poi c’è stato l’episodio di Satyricon dove Luttazzi ha pensato bene di darsi alla politica, che non è nelle sue corde. Il resto l’hanno fatto l’esilio, la schiera delle tricoteuses che affolla i teatri, i Santoro e tanti altri» (Grasso).
• Nel 2007 rifiutò di presentare il Festival di Sanremo con Pippo Baudo.
• «Sta buttando via un talento notevole per difficoltà nel gestirlo» (Gianni Mura).
• «L’ultima sua “apparizione” in pubblico risale al 2010, nel corso della trasmissione di Michele Santoro Raiperunanotte. In quella occasione, Luttazzi mette in scena una gag favolosa, nella quale descrive dettagliatamente un atto di sodomia ai danni dell’opinione pubblica italiana totalmente manipolata e narcotizzata» (Luigi Manconi) [Fog 19/11/2013].
• A teatro con Come uccidere causando inutili sofferenze, Barracuda 2007, voce di “Radiomariacensura” in Io Santo tu Beato con Bebo Storti e Renato Sarti. E vi tornò dopo il nuovo allontanamento dalla tv: la puntata di Decameron bloccata nel dicembre 2007 proposta sul palcoscenico con il tutto esaurito e poi ancora Sesso con Luttazzi.
• Ha scritto fra l’altro Satyricon (Mondadori, 2001), La castrazione e altri metodi infallibili per prevenire l’acne (2003), Bollito misto con mostarda (2005), Lepidezze postribolari (2007), gli ultimi tutti con Feltrinelli. Nel 2011 la graphic novel La quarta età (Edizioni Rizzoli Lizard). Da ultimo Lolito. Una parodia (Chiarelettere, 2013). «Ci sono tre livelli di lettura. Primo livello: il libro è una satira del berlusconismo e del rapporto tra Berlusconi e l’Italia attraverso la parodia della Lolita di Nabokov. Il secondo: il libro è una parodia di tutti i libri di Nabokov. Il terzo: il vero libro è il commento in appendice che spiega le tecniche dell’intertestualità moderna, di cui il romanzo non è che un lussuoso esempio» (a Malcom Pagani) [21/2/2013].
• Due album: Money for dope (2005), School is boring (2007).
• «Vivrei per sempre fermo a 48 anni perché sarei nel pieno della maturità, del mio sviluppo psichico e sessuale, e avrei imparato a valutare con una certa accuratezza le persone e il mondo. Sarei pronto per avere figli».
• «Tornerà in tv? “Tornerei anche stasera stessa”. E perché allora non lo fa? “Perché le tv pretendono per contratto di poter censurare fra le mie opinioni quelle che non condividono. Purtroppo per loro la satira è libera”» (a Malcom Pagani).