31 maggio 2012
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Biografia di Luciano Lutring
• Trieste 30 dicembre 1937- Verbania 13 maggio 2013. Ex rapinatore. Noto come “il solista del mitra”, fu arrestato l’1 settembre 1965 a Parigi dopo 7 anni di latitanza e 280 rapine a mano armata, graziato nel 1978 dal presidente Pompidou in Francia e dal presidente Leone in Italia. «Ho sempre rispettato il codice morale. Vecchi, bambini, pensionati e indigenti, li ho sempre lasciati stare».
• «Ultimo bandito romantico, Luciano era un buono» (Luciano Gulli).
• «Le voleur gentilhomme, il ladro gentiluomo, come lo apostrofava France-Soir negli anni Sessanta. Alle spalle 280 colpi. Tutto doppio nella sua esistenza: vita, galera, grazia. Persino le figlie Natasha e Katiusha, che sono gemelle e che anche il padre stenta a riconoscere. Di origini ungheresi, si è sempre sentito italiano; studiava da musicista, ma nella custodia del violino ha preferito mettere un mitra» (Olga Piscitelli).
• «Ero in posta a pagare bollette per mia zia. L’impiegato era lento, mi sono incazzato battendo i pugni sul bancone e ho casualmente spostato la giacca che copriva una pistola scarica nella cintura. La portavo per fare il gradasso, invece quello si spaventò e mise 20 milioni sul bancone».
• «Nel 1957 rapinò i bagagli a due sventole, ma di una si innamorò all’istante, le restituì la refurtiva e non la mollò più. Per Yvonne e con Yvonne, Lutring divenne il ladro che non esitò a “sfondare la vetrina di una pellicceria per rubare un visone che le piaceva tanto. Manichino compreso”» (Michele Ferrante).
• «Quando fui arrestato a Parigi in un conflitto a fuoco, avrei solo voluto morire. Invece mi salvarono i chirurghi con mille operazioni che, grazie a Dio, mi tennero in vita e mi permisero di essere sottoposto a un regime di carcere duro. Proprio quello che mi ha fatto capire tutti gli errori che avevo compiuto nella mia folle latitanza».
• «Eh, l’onestà! Una roba astratta, non la vedi, nemmeno nelle persone cosiddette perbene. Rapinavamo 100 milioni e la radio parlava di 300. Capito i signori banchieri? Truffavano le assicurazioni. A modo mio credo d’essere stato onesto: spartivo fino all’ultima lira. Ho mai ciulaa i amis. Perché se mi fossi messo a fare il ladro anche con i ladri, che razza di uomo sarei stato?» [Gio 5/12/2010].
• «Quando facevo le rapine in banca, entravo, dicevo buon giorno e mi davano i soldi. Come per la prima, alle Poste. Oggi quando entro in banca, chi sta dietro al bancone mi dice sempre: “Stia dietro la linea gialla!” (…) Ricordo una volta di aver incontrato una signora anziana, in banca, che si era spaventata per il mitra. L’avevo nascosto. Poi, dopo aver preso il malloppo, avevo detto al mio socio di dare un po’ di soldi anche alla sciura. Sa questa cosa mi ha fatto? Li ha riportati alla banca»; «Ora ci sono questi bonifici, tutto elettronico, non si capisce niente» [Rif 1/4/2011].
• Si trasferì sul Lago Maggiore. Diventò pittore (imparò a dipingere in carcere). Anche cantante e scrittore di gialli.
• Premiato dal sindaco di Massino Visconti con «L’ombrellino d’oro», riconoscimento assegnato a chi si è distinto per opere e benemerenze.
• Prima moglie Yvonne, seconda moglie Flora D’Amato, 30 anni più giovane di lui, dalla quale divorziò rimanendo in buoni rapporti. Flora si risposò con un maresciallo dei carabinieri. Lutring: «ogni tanto vado da loro, cucino, spesso sono loro a venire da me. Per la piccola Serena, nata dal loro matrimonio, io sono lo zio. Ma chi l’avrebbe detto che finissi la mia vita ad aiutare un carabiniere, io che per tanti anni sono stato inseguito proprio dai caramba? Ma sono felice. Siamo un po’ come i Cesaroni, quelli della Tv» [Sta 20/7/2008].
• Parlava in milanese stretto.
• Ha ispirato due film (Svegliati e uccidi di Carlo Lizzani, 1966 e Lo zingaro, 1975 con Alain Delon).