Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Sandro Luporini

• Viareggio (Lucca) 12 luglio 1930. Pittore. Scrittore.
• Tra le esposizioni, una mostra antologica al Palazzo Ducale di Mantova nel 1992 e una personale a cura di Vittorio Sgarbi allo Spazio Oberdan di Milano nel 2001. Ma è noto soprattutto per aver scritto insieme a Giorgio Gaber le canzoni e i testi teatrali che il cantante-attore interpretò per anni. «Sulla porta di casa ha fatto scrivere “non contate su di me”. È stato meglio per tutti che invece Giorgio Gaber non l’abbia assecondato: dal loro incontro è nata una delle più lucide e innovative pagine dello spettacolo italiano del Novecento. I due inventori vollero chiamarla “teatro-canzone” e con quella loro creatura hanno attraversato con smagliante lucidità e coraggiosa autonomia un trentennio di vita italiana, lasciando una eredità preziosa» (Paolo Russo).
• «Eravamo vicini di casa a Milano, in zona Fiera, e frequentavamo lo stesso bar finché una sera ci hanno presentati. Era il 1959. Ed è con lui che ho scoperto un mondo dello spettacolo che fin lì nelle mie peregrinazioni fra basket (Luporini ha giocato in serie A prima nella Stella Azzurra a Roma e poi nell’Oransoda Cantù - ndr) e arte non frequentavo. Andavo invece spesso al Piccolo dove Strehler allestiva Brecht e persino Beckett, allora da noi una novità assoluta. Con Giorgio invece, che all’epoca era agli inizi, ho cominciato a girare per balere, dove lui cantava in inglese il suo rock. E fin dal primo momento rimasi folgorato dalla fisicità prodigiosa del suo stare in scena, dalla sua natura contagiosa di irresistibile animale da palco».
• «Più che a quattro mani ho sempre preferito dire che con Gaber si lavorava a due teste. La base di tutto erano interminabili conversazioni, uno scavo nell’attualità, dalla politica ai comportamenti, nel quale nessuno cercava la ragione ma una convergenza. Avevamo una nostra linea di pensiero politico, ma eravamo molto attenti anche ai segnali che coglievamo in giro, nelle parole e negli atteggiamenti delle persone qualsiasi, che elaboravamo per mesi prima di passare alla scrittura. Dove invece i ruoli erano chiari: io ho sempre avuto una forte propensione a scrivere, anche molto, Giorgio invece aveva una portentosa capacità di individuare l’architettura del copione».
• «Una figlia di quattordici anni, una fidanzata di ventidue» (Dario Cresto-Dina nel luglio 2007).