31 maggio 2012
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Biografia di Maurizio Lupi
• Milano 3 ottobre 1959. Politico. Del Nuovo Centrodestra. Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti prima del governo Letta (dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014), poi del governo Renzi, dimessosi il 20 marzo 2015 in seguito al suo coinvolgimento indiretto nell’inchiesta “Sistema” sulla grandi opere (non era indagato, vedi sotto). Eletto alla Camera nel 2001, 2006, 2008, 2013 (Forza Italia, Pdl, Ncd). Nella XVI legislatura vicepresidente della Camera. Militante storico di Comunione e liberazione, punto di riferimento dell’area cattolica del centrodestra.
• Vita «“Ho venduto bibite a San Siro, dato ripetizioni, insegnato religione in una scuola media al quartiere Tessera, ho fatto pure l’autista, anche se non mi piaceva molto guidare...”. Le umili origini dell’uomo che voleva diventare sindaco di Milano e poi si è dovuto dimettere da ministro, non si discutono. Come nemmeno la simpatia e la carica umana che lo hanno portato ad essere popolare nelle piazze e nei mercati di una città dove tutt’ora, se vuoi diventare qualcuno, è meglio cominciare dal basso. Legato per sempre alla periferia della sua gioventù, Olmi di Baggio, estremo nordovest, Maurizio Lupi è un piacione con la faccia da eterno ragazzo, un po’ come Gianni Morandi quando andava a prendere il latte: sorriso sveglio e battuta pronta» Paolo Colonnello) [Sta 20/3/2015].
• Laureato in Scienze politiche, «giornalista al settimanale ciellino Il Sabato, poi capo ufficio stampa di Fiera Milano, fondatore e ad di Fiera Milano Congressi, Lupi approda in politica dopo il terremoto di Tangentopoli per prendere il posto degli amici spazzati via dalla magistratura. Eletto nell’ultima lista Dc, passa al Cdu dopo la scissione degli orfani dello Scudocrociato e approda a Palazzo. Lupi diventa qualcuno nel ’97, quando viene confermato in Comune (questa volta già nelle file di Forza Italia, dove i ciellini sono traslocati seguendo il loro vate, Formigoni): il sindaco Albertini gli affida le deleghe dell’urbanistica e Lupi entra a far parte del gruppo degli “assessori intelligenti”» (Elisabetta Soglio).
• «Berlusconiano ieri, renziano oggi. Con lo stesso zelo. Lo stesso impegno. La stessa voglia di metterci la faccia da eterno bravo ragazzo. Lupi cresce e ben presto mostra il suo talento. Poliforme: entra nella giunta Albertini lasciando un’ottima impronta e distinguendosi come assessore all’Urbanistica capace e competente. Ma anche questa poltrona strategica gli sta stretta e lui scala molte posizioni dentro Forza Italia, guadagnando consensi e stima pure fuori dal perimetro ciellino. Approda in Parlamento e s’inventa l’Intergruppo per la sussidiarietà che sviluppa aggregazioni e consensi trasversali, rompendo la logica del dileggio e dell’insulto. Ma non bisogna pensare a lui come a un vecchio esemplare democristiano, di quelli che stanno un po’ di qual e un po’ di là. Con tutti e contro nessuno. No, per una lunga stagione Lupi, il Lupi sempre più emergente, diventa uno degli avvocati difensori più gettonati del Cavaliere. Non si tira mai indietro, complice anche la padronanza dei media, va in tv anche quando la corsia opposta è affollata fino all’ingorgo. Resiste alla corte di Arcore quando Mauro, uno dei compagni di avventura di una vita, decide il grande e sciagurato salto sul carro montiano e anzi contribuisce a creare l’iconografia della sobrietà. Berlusconiano per passione e per dovere, a volte quasi come e più del capo. Il suo spessore è innegabile e il suo momento arriva nella stagione spuria e ibrida di Enrico Letta quando occorre lanciare, fra scandali e ballo dello spread, facce nuove: la sua è perfetta. Dunque diventa ministro delle Infrastrutture e da quella carica, insieme ad Angelino Alfano, compie la sua metamorfosi. Abbandona al suo destino dalla sera alla mattina il Cavaliere lanciando il Nuovo centrodestra. E tradisce pure Letta, mollando gli ormeggi in direzione Renzi. Gli altri cadono, lui resta alle Infrastrutture» (Stefano Zurlo) [Grn 18/3/2015].
• Vicino a Rino Fisichella, l’arcivescovo già cappellano di Montecitorio e per molti anni ambasciatore ufficioso d’Oltretevere nei palazzi della politica.
• In occasione del richiamo del cardinale Bagnasco ai politici sui temi della moralità, nel gennaio 2011, scrisse una lettera ai parlamentari cattolici invitandoli a «sospendere il giudizio morale» sul caso Ruby. Disse in quell’occasione che Berlusconi come ciascun politico sarebbe stato «giudicato dal tribunale dei cittadini» (Concita De Gregorio) [Rep 28/4/2013].
• Stando alle dichiarazioni presentate nel 2014 e rese pubbliche sul sito del Governo, il suo reddito nel 2013 è stato di 181.743 euro.
• Sposato con Manuela, tre figli: Andrea, Luca e Federica.
• Padrino di Magdi Allam in occasione della sua conversione.
• Buon maratoneta, 3 ore e 48 minuti il suo miglior tempo. Organizza corse tra parlamentari.
• Milanista.
• Critica «Ha la voce di Gianni Morandi (ma è stonato) e il viso della figlia di Fantozzi» (Massimo Gramellini).
• «Berlusconi lo presenta in due modi. Agli uomini dice: “È uno dei miei quarantenni che ha fatto grande Milano”. Alle donne, invece: “È ciellino, sposato, fedele e quindi non dovete preoccuparvi perché non vi farà niente”» (Elisabetta Soglio nel 2008).
• «È uomo del dialogo con l’opposizione. Tra le sue proposte la nuova legge urbanistica. Fautore di un quadro certo di incentivi fiscali per i privati che partecipano al finanziamento di infrastrutture, ha sempre sostenuto la legge obiettivo sulle grandi opere senza nasconderne gli aspetti critici» (Barbara Fiammeri) [S24 Ore 28/4/2013].
• «È sempre stato un po’ bauscia, come tanti suoi amici: un simpatico sbruffone. È nel dna di molti milanesi esser così, ma anche se se la tirano un po’, lavorano come bestie. Lupi è sempre stato di quella pasta. Anche quando si è buttato in politica (...) Quando va in tv parla un po’ come un libro stampato, ligio alle tecniche imparate nei primi tempi: non è lui, se lo incontri per strada è molto diverso, semplice, alla mano. Il suo grande pregio è l’attenzione che mette anche nei confronti di persone che conosce per la prima volta. Anche quando ha mille impegni si interessa a persone che ha conosciuto magari per caso. Ha un grande senso dell’amicizia: quando sa di servire, c’è, e si mette a disposizione anche solo per un conforto, una pacca sulla spalla. È la sua forza, ma anche il suo fianco scoperto, una ingenuità nella vita politica» (Franco Bechis) [Lib 20/3/2015].
• L’inchiesta sistema. Pur non essendo indagato, nel marzo 2015 è stato coinvolto indirettamente nell’inchiesta “Sistema” della procura di Firenze sulle pratiche di corruzione contestate a diverse persone legate al ministero delle Infrastrutture e Trasporti. L’inchiesta ha portato all’arresto, il 16 marzo 2015, dell’ex capo della struttura tecnica del ministero dei Trasporti Ercole Incalza e degli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo. Al di là dei reati, a Lupi è contestato di avere approfittato del suo ruolo e di privilegi concessi a imprenditori per favorire suo figlio Luca, che vive e lavora negli Stati Uniti, per un famoso studio di architettura, Skidmore, Owings & Merrill, nei cui uffici di San Francisco aveva fatto uno stage nel 2013. In mezzo, nell’ultimo anno, Luca Lupi ha avuto un incarico con lo studio Mor di Genova impegnato su un cantiere nella costruzione di tre nuovi palazzi per uffici dell’Eni a San Donato Milanese: un incarico retribuito 1.300 euro, secondo quanto affermato dallo stesso ministro Lupi, e che un’intercettazione dice dovessero essere «duemila euro più Iva mensili». Lo studio Mor è di proprietà della famiglia della moglie di Stefano Perotti, imprenditore fiorentino di 57 anni arrestato perché, secondo i pm fiorenti, sarebbe stato il principale destinatario delle scelte illecite di Ercole Incalza, e suo complice negli abusi sugli appalti. Nelle carte dell’indagine si legge che il 30 gennaio 2014 «Perotti informa il cognato Giorgio Mor che è riuscito a convincere i dirigenti Eni per avviare l’attività di progettazione loro affidata, gli prospetta che ha il “bisogno” di dover impiegare proprio per questa attività un “ragazzo” che verrà pagato dallo stesso Stefano Perotti». Successivamente, sostengono i magistrati, al figlio di Perotti venne il timore che la scelta possa essere notata: «Va rimarcato che il 24 febbraio 2014 Philippe Perotti, figlio di Stefano Perotti, come misura di precauzione in seguito alla pubblicazione di un articolo, invia al padre Stefano un messaggio richiedendo l’opportunità di allontanare Luca Lupi dal cantiere Eni, e di adottare le dovute cautele nelle comunicazioni sia telefoniche che per posta elettronica: “Bisogna pensare a tirar fuori Luca da Eni. Evitiamo il problema”». L’articolo di cui si parla era uscito sul Fatto Quotidiano. Secondo i magistrati fiorentini Perotti avrebbe regalato per la laurea a Luca Lupi un Rolex «del valore di 10mila euro»; inoltre Franco Cavallo – amico di famiglia dei Lupi, presidente di Centostazioni, gruppo Ferrovie dello Stato e consulente di Perotti – avrebbe pagato dei vestiti ordinati da Maurizio e da Luca Lupi e un biglietto aereo alla moglie di Lupi per partecipare a una convention del Nuovo Centrodestra a Bari; infine la famiglia Lupi sarebbe stata ospite almeno un weekend a casa dei Perotti. C’è da dire che il ministro Lupi e Perotti si conoscono – e le rispettive famiglie si frequentano – dal 2001: Perotti è anche lui di Comunione e Liberazione ed è stato amministratore delegato della società del settimanale ciellino Tempi. Intervistato da Francesco Bei, Lupi si è difeso così: «Mio figlio si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode. Dopo sei mesi in America presso uno studio di progettazione, nel febbraio dello scorso anno gli hanno offerto un lavoro. Ci ha messo un anno, come tutti, ad avere il permesso di lavoro e da marzo di quest’anno lavora a New York. Lo scorso anno ha lavorato presso lo studio Mor per 1.300 euro netti al mese in attesa di andare negli Usa. Se avessi chiesto a Perotti di far lavorare mio figlio, o di sponsorizzarlo sarebbe stato un gravissimo errore e presumo anche un reato. Non l’ho fatto. Stefano Perotti conosceva mio figlio da quando, con altri studenti del Politecnico, andava a visitare i suoi cantieri. Sono amici, così come le nostre famiglie». Motivo per cui Perotti per la laurea gli ha regalato un rolex da 10 mila euro? «L’avesse regalato a me non l’avrei accettato» (Rep 18/3/2015]. In un’altra intercettazione il ministro Lupi dice a Ercole Incalza: «Dopo che hai dato la sponsorizzazione per Nencini lo abbiamo fatto viceministro. Ora parlagli e digli che non rompa i coglioni. E comunque complimenti, sei sempre più coperto». Nencini è Riccardo Nencini, socialista, alleato del Pd di Pier Luigi Bersani alle ultime elezioni politiche, che oggi dice al Corriere che si tratta di millanterie, che lui conosce Renzi da quando erano ragazzi e Incalza lo ha rivisto dopo anni quando è stato nominato viceministro.