Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Enrico Lucherini

• Roma 8 agosto 1932. Press agent. «L’arte della bugia è veramente un’arte. Io ne ho fatto il mio mestiere».
• «Una solida famiglia borghese alle spalle è in molti casi una sicurezza per diventare un ribelle. Ma Tommaso e Maria Giuseppina erano così perbene, così compiti, così in regola con la loro tipologia sociale, che mai nella ricca società romana che negli anni 60 si era insediata ai Parioli si poteva pensare che quel figliolo era loro. Loro che avevano Mario, che come il papà aveva fatto il medico e come papà doveva diventare primario. Uno dei più famosi della città. Anche per Enrico i genitori avevano la stessa strategia: facoltà di Medicina, laurea, bella mogliettina e via andare, come tutti i ragazzi borghesi del dopoguerra. Non andò così: il piccolo Enrico li fece penare. Non sapevano più che fare. Lui infrangeva tutte le regole, con quella faccia di tolla e quella battuta pronta che lo rendeva il più simpatico di tutti. Disse a mamma e papà che frequentava la facoltà di Medicina e dopo due anni mollò tutto per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica. Non era portato, ma diventò amico di tutti. Quando Romolo Valli, Rossella Falk, Giorgio De Lullo e Anna Maria Guarnieri fondarono i Giovani lui era con loro. Finché a Civitavecchia gli fecero lo scherzo perfido di inchiodare, sul palcoscenico, tutto quello che doveva toccare. Doveva prendere il bicchiere, ma era inchiodato, immobile anche la tazza e la sedia. Uno scherzo che lo fece avvampare. Dopo quei dimenticabili esordi in scena, è diventato il più famoso press agent italiano, il predecessore di tutta la sterminata categoria di pierre che si aggira nella penisola» (Lina Sotis).
• Il suo primo film come ufficio stampa fu Notte brava di Mauro Bolognini nel 1958, «Feci bagnare, tutte vestite, Antonella Lualdi, Annamaria Ferrero, Elsa Martinelli…le camicette diventavano trasparenti, e il gioco era fatto» [in Barbara Palombelli, Famiglie d’Italia, Rizzoli 2003, p.121].
• A insegnargli i segreti dei press-agent americani fu Sofia Loren: «Mi spiegò l’importanza del marchio: di un film bisogna imporre un’immagine sola. Sofia è e resta la sola diva vera che abbiamo. (…) Aveva una grazia innata, entrava sempre per ultima, si concedeva pochissimo. Con lei, lavorare era facile. Con le altre, facevo più fatica» (Palombelli cit., p.123).
• Lui ricambiò facendo il press agent de La ciociara, il film che nel 1960 permise alla Loren, ventiseienne, di vincere il primo Oscar assegnato ad un’attrice per un film non in lingua inglese «Sophia Loren, dopo i film a Hollywood, per La ciociara voleva un cambio d’immagine: materna. Eravamo in Ciociaria, come vedeva una donna con un bambino si faceva la foto insieme. Mi disse: che cosa ti ricordi di Roma città aperta? La drammatica corsa finale di Anna Magnani. Ecco, bene. Per il lancio de La ciociara voglio il sasso che tiro agli americani e la bambina appena violentata in fondo alla strada» (a Valerio Cappelli) [Cds 24/9/2012] «Era ancora il periodo in cui Carlo (Ponti) e Sofia non potevano farsi vedere insieme in Italia dove esisteva il reato di bigamia. La Loren aveva bisogno di un ruolo positivo che la allontanasse dal cliché di rovina famiglie e La ciociara era l’ideale anche perché lei allora non poteva aver figli: al mattino le portavo il caffè e i ritagli stampa, divisi in tre tipi, ma le interessavano solo quelli negativi. (…) Era convinta di non farcela, per questo non andò a Los Angeles e così brindò all’alba in vestaglia a casa con me, Bersani, Spinola e Ponti, mentre tutto il mondo telefonava» (a Maurizio Porro) [Cds 13/3/2012].
• Inventore del mito della dolce vita, fu lui a suggerire a Fellini di immergere Anita Ekberg nella Fontana di Trevi. E fu lui a portare fuori dal night Rugantino, la notte dello spogliarello di Aiché Nanà, il rullino che il fotografo Tazio Secchiaroli aveva scattato. Considera quella stagione eccezionale, ma inesorabilmente passata «Non tornerà mai. E’stato un momento unico e irripetibile, che non ha senso voler resuscitare o, peggio, rimpiangere. Ieri c’era Ava Gardner ad azzuffarsi con i paparazzi, oggi fa notizia un attore di fiction che in canottiera mangia il gelato a Ponza. Ma quale Dolce vita! Lasciamo via Veneto ai negozi di scarpe. L’Italia attuale è irrimediabilmente Cafonal» (a Gloria Satta) [Mes 22/7/2012].
• «Visconti mette in scena Il giardino dei ciliegi e vuole fiori freschi, Lucherini inventa che gli alberi arrivano, ogni cinque giorni, dal Giappone. Non è vero, ma tutti ci credono. Si gira Il Gattopardo e una voce suggerisce che tutti gli oggetti, perfino le bretelle, siano della casata Tomasi. Verosimile, ma falso» (Corriere della Sera).
• «Per lanciare Rosanna Schiaffino, che aveva appena firmato un contratto con la Vides di Cristaldi, le misi un abito rosso fuoco provvisto di una scollatura sulla schiena che, azionata da un elastico, scendeva fino all’osso sacro. La feci camminare per via Veneto con un nugolo di paparazzi alle calcagna. Lei di nascosto tirava l’elastico e i fotografi impazziti riprendevano quel bendiddio che piano piano si scopriva. Il giorno dopo Rosanna era una star» (a Gloria Satta).
• «Niente a che vedere con Vallettopoli. Io inventavo cose legate al film. Che so, giocando sul titolo Sepolta viva, mi inventai che Agostina Belli stava annegando in una piscina e la obbligai a farsi portar via da una ambulanza vera e farsi fare una fiala di Valium» (a Simonetta Robiony).
• Il termine “lucherinata” è entrato nei vocabolari come sinonimo di iperbole creata a fini promozionali, “bufala” d’autore, trovata-choc per imporre un prodotto «Non ho fatto mai gossip, tranne per Florinda Bolkan. Avevo letto che Liz Taylor era in clinica, feci uscire una foto di quattro mesi prima: Florinda ballava con Richard Burton, il marito della Taylor. Dissi che Liz vedendo quella foto ebbe un malore e fu ricoverata. Io invento per aiutare i film» (a Valerio Cappelli cit.).
• Nel 2007 il ritratto Enrico LXXV di Antonello Sarno (un corto di 25’) aprì la Mostra del Cinema di Venezia.
• Nel 2012 Il Museo dell’Ara Pacis di Roma, in occasione dei suoi “primi” 80 anni, gli ha dedicato una mostra dal titolo Purché se ne parli – Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano. Nell’estate dello stesso anno, per la prima volta non si era presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dichiarando di volersi ritirare dalle scene.
• «Io pettegolo? E chi non lo è? I più grandi curiosi di pettegolezzi di tutti i tempi sono sempre stati proprio gli insospettabili, i grandissimi. Nel cinema: Luchino Visconti, Pietro Germi, oggi Nanni Moretti…Luchino voleva sapere tutto di tutti, adorava le storie delle squinzie, e così Germi: mi portava in certe trattorie fuori mano e mi interrogava fino a notte fonda. Non parliamo di Moretti, lui così schivo, apparentemente. Vuole sapere tutto quello che succede negli altri set, per filo e per segno. Cosa sarebbe il cinema senza pettegolezzo, senza la chiacchiera? Una noia mortale. Chi sarebbe Rita Hayworth se qualcuno non avesse piazzato la nuvola di Hiroshima dietro le sue gambe, soprannominandola l’Atomica? Quando il gossip non c’è, bisogna inventarlo, e ho inventato tante di quelle storie…» (Palombelli cit., p.119).
• Considera Francesca Dellera l’ultima star italiana «Una bomba di sensualità e mistero» e oggi scommetterebbe su «Sabrina Ferilli: ha carica, talento e sex appeal da vendere. Tra le trentenni scelgo Ramazzotti e Capotondi» (a Gloria Satta cit.).
• La sua donna ideale ha le gambe di Anna Magnani, il seno di Francesca Dellera, il punto vita di Sophia Loren, gli occhi di Liz Taylor, il sorriso di Virna Lisi, la faccia di Claudia Cardinale, il deretano di Manuela Arcuri (Giorgio Dell’Arti & Massimo Parrini) [Pan 13/11/2008].
• Testimone di nozze di Vittorio Gassman.