31 maggio 2012
Tags : Carlo Lucarelli
Biografia di Carlo Lucarelli
• Parma 26 ottobre 1960. Scrittore. Conduttore tv. «Scrivere un noir è come osservare qualcosa stando a mezz’aria».
• Tra i romanzi: L’estate torbida (Sellerio 1991), Indagine non autorizzata (Mondadori 1993), Via delle oche (Sellerio 1996, premio Mistery), Almost Blue (Einaudi 1997), Il giorno del Lupo (Einaudi 1998), L’isola dell’angelo caduto (Einaudi 1999), Laura di Rimini (Einaudi 2001), L’ottava vibrazione (Einaudi 2008), Albergo Italia (Einaudi 2014). In tv ha condotto Milonga station («un viaggio intorno e dentro ai libri»), Blu notte – Misteri italiani, Almost true, Lucarelli racconta, Italia in 4D, La tredicesima ora. Scrive anche per il teatro (Tenco a tempo di tango). Dal 2008 al 2013 ha condotto su Radio Deejay Dee Giallo. «Racconto storie sui misteri della musica, dall’assassinio di John Lennon al suicidio di Kurt Cobain, con intermezzi musicali».
• Figlio dell’ematologo Guido (vedi), scoprì il giallo grazie a Giorgio Scerbanenco: «Da giovanissimo mi misi a leggere i suoi romanzi, primo tra tutti I ragazzi del massacro. Fu una rivelazione: con certe storie si poteva fare un’eccellente finzione».
• «In circa vent’anni, ha scritto 30 libri, numerosi saggi, ha realizzato film e una serie infinita di programmi televisivi. Se va avanti così oscurerà Georges Simenon. Quanto a prolificità» (Aldo Grasso).
• «Un professionista metodico (“prima di iniziare a scrivere vado in biblioteca e comincio a leggere tutte le collezioni di giornali degli anni che mi interessano”), un meticoloso cronista di nera (lo è stato) che sa battere la pista (“la maggior parte del tempo sei fuori a parlare con la gente”). Uno scrittore, anzi un narratore, che sforna a ritmi da catena di montaggio romanzi e racconti, ordinatamente suddivisi in gialli classici e noir, serie televisive, sceneggiature tratte dai suoi libri. Che ha un sito Internet di precisione maniacale, che viene anche qualche brivido a scorrerlo – lo scrittore seriale e il killer seriale saranno mica parenti psichici? – dove stanno ben ordinate le interviste concesse e una bibliografia che nella forma completa (c’è anche la versione minima, per i pigri) occupa dieci fogli formato A4, praticamente la tesi di laurea su di lui è già fatta. E in più le notizie, i tic, i mirabilia ufficiali, allineati come un serial killer allinea le ossa. Perché il giallista è una professione a tempo pieno, ci vuole del metodo se non si vuole gettare tempo e denaro. Per non parlare del talento, che non è una risorsa infinita. Carlo Lucarelli è innanzitutto un metodo» (Maurizio Crippa).
• All’inizio scriveva a penna e poi ricopiava tutto con la macchina da scrivere.
• «Sul giallo c’è questo tormentone ciclico per cui non sarebbe letteratura. In questi casi mi coglie una stanchezza tremenda, mi viene da rispondere: sì, giusto, il giallo non è letteratura, è genere. E non ci sono più le mezze stagioni».
• «Carlo Lucarelli non è solo uno scrittore. Custodisce e coltiva il mistero e ne fa un genere attraverso il colpo di scena, “un gancio straordinario” con cui crea emozioni letterarie. Il giallo può essere una categoria difficile da catalogare. Ormai esiste l’hostage thriller, il medical thriller, il crime o il mistery, i sottogeneri sono decine. “Quando all’estero mi chiedono cosa scrivo non so cosa dire”, racconta Lucarelli. Per spiegare di cosa stiamo parlando, allora, propone una formuletta molto semplice: “Un bambino torna a casa, racconta della scuola, i genitori lo ascoltano, poi si mettono a pranzo. Non succede niente. Ma se quel bambino, tornando a casa, guarda i genitori in silenzio per qualche secondo e poi dice: ‘Non potete immaginare cosa ha fatto oggi la maestra’... allora il gioco è fatto. La storia può cominciare, abbiamo un giallo”. La differenza è il modo di raccontare. “Posso raccontare le stesse storie di Baricco ma quello che fa la differenza è scrivere un’opera di narrativa incentrata su un mistero sviluppato secondo le tecniche della suspence e del colpo di scena fino a uno svolgimento finale inatteso. Questo è noir. Come i Promessi sposi, in fondo”» (Salvatore Cannavò) [Fat 5/8/2013].
• «Ormai Lucarelli è diventato una sorta di format di se stesso, tutto basato su un’affabulazione che è spesso schematica, su consolidati e reiterati espedienti retorici che ne fanno un “brand” esportabile dalla radio alla tv, al marketing, capace di piegarsi indifferentemente a qualsiasi argomento, dalla musica alla cronaca, ai misteri irrisolti» (Aldo Grasso).
• Dai suoi romanzi è stata tratta la serie tv dell’Ispettore Coliandro: «Piace a molti poliziotti, quando li incontro mi dicono spesso: “Lo sai che ho un amico come lui?”, forse rappresenta quello che non possono essere, ma ispira simpatia. Peccato che la polizia non abbia fornito i mezzi per girare la serie».
• La lettura del suo Mistero in blu indusse il pm di Catania Salvatore Faro a riaprire il caso dell’omicidio di Antonella Falcidia, uccisa nel 1993: nel marzo del 2007 finì in carcere per alcuni mesi Vincenzo Morici, medico e marito della vittima. «So che in tanti amerebbero una versione Miss Marple della storia. In realtà nel libro ho riportato il frutto del lavoro di una puntata di sei anni fa. Il nuovo pubblico ministero lo ha letto, ha riflettuto su alcuni miei spunti per un ragionamento. Ha riaperto il caso. Il resto è tutto merito degli investigatori. Sono in tanti a telefonarmi spesso e a dirmi “Ehi, Carlo, quel magistrato ha riaperto il caso per merito tuo e l’ha risolto”. Piano, ragazzi. Io non ho “risolto” niente. Nel frattempo le tecniche di indagine sono scientificamente più efficaci» (a Paolo Conti).
• «Ho scoperto di essere seguito molto dagli immigrati, che grazie alla tv apprendono facilmente certi capitoli della nostra storia nazionale. La mia benzinaia, una rumena, dopo una puntata mi ha intrattenuto a lungo sulle Brigate rosse, per esempio...».
• «Comincio al mattino verso le 11, se posso non interrompo per il pranzo. Le ore buone arrivano verso le 4 del pomeriggio. Quando azzecco una buona frase mi alzo, vado a farmi un caffè con la macchinetta espresso, guardo un minuto di televisione. Correggo sullo schermo, rivedendo ogni mattina il lavoro del giorno prima. Se non è tutto a posto non riesco a proseguire. Sono sempre in ritardo, l’editore mi strappa di mano il manoscritto. O mi sequestra, com’è accaduto per Un giorno dopo l’altro» (da un’intervista di Mariarosa Mancuso).
• Nel maggio 2008 la Star Comics ha lanciato Cornelio, “il fumetto di Carlo Lucarelli”, il cui protagonista, Cornelio Bizzarro, è il ritratto dello scrittore. «Speravo che mi disegnassero più carino (...) Essere protagonisti di un fumetto è divertente, soprattutto per chi, come me, è cresciuto a pane e Tex. Peccato che, a differenza di Cornelio, io faccia una vita molto più noiosa».
• Vive a Mordano, vicino Bologna.