31 maggio 2012
Tags : Giacomo Losi
Biografia di Giacomo Losi
• Soncino (Cremona) 10 settembre 1935. Ex calciatore. Difensore (terzino-libero), detto “er core de Roma” o “Palletta”, fu una bandiera della squadra giallorossa, con cui vinse nel 1961 la coppa delle Fiere: il suo record di presenze in maglia giallorossa (451 tra il 1955 e il 1968) resistette fino all’11 febbraio 2007, quando fu battuto da Francesco Totti. Undici presenze in Nazionale (Mondiali del 1962 compresi).
• «Giocavo sull’anticipo. Mai espulso e una sola ammonizione, all’ultima partita in A, a Verona. L’arbitro Motta di Monza mi ha detto: mi spiace, Losi, ma devo ammonirla. Ci sono rimasto male».
• «Nel campo dei ricordi ha il numero 3, ma andrebbero bene anche il 2, il 5 e il 6. Tutti i ruoli della difesa li ha coperti, semmai c’è da chiedersi come riuscisse, lui alto 1.68, a marcare giganti come John Charles» (Gianni Mura).
• «Nel ’45 portavo bombe e nastri di mitragliatrice ai partigiani che sparavano giù della Rocca. I tedeschi si arrendevano e sul camion lasciavano di tutto, una pacchia per la gente: coperte, scarponi, ma io prendevo solo baionette e maschere antigas. Facevamo i fuochi d’artificio con la polvere da sparo, ma un giorno al fiume accade un dramma. La guerra era finita, ma gli ex partigiani usavano le bombe per pescare. In un’ansa era rimasta una bomba chiara, più grande, diversa dalle altre, e noi ragazzini a provocare: vediamo chi ha il coraggio di andarla a pescare. Io, anche se era un bel quattro metri sotto. La porto a riva e uno più grande, sui 15 anni, dice: lasciate fare a me, ci penso io. Eravamo in sette. Grande botto, schegge dappertutto, una mi trancia la falange di un pollice, vede? Passa il mugnaio col carretto e ci carica per andare all’ospedale. Ne manca uno, gli dico. Torniamo indietro, il ragazzo era già morto. Da quel giorno ho chiuso con le armi».
• «Mio padre veniva ogni tanto a vedermi giocare, ma senza dirmelo. Un giorno me lo ritrovo vicino al nostro pullman, a San Siro. Sai Mino che hai imparato a giocare a calcio, adesso? Cazzo papà, ho 32 anni, ho pensato. Ma non l’ho detto. Ho preso quella frase come una medaglietta da appuntare al cuore».