31 maggio 2012
Tags : Stefano Lorenzetto
Biografia di Stefano Lorenzetto
• Verona 11 luglio 1956. Giornalista. Del Giornale e di Panorama. Collabora con Monsieur. Iniziò all’Arena di Verona (prima assunzione nel 1975), è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri al Giornale, collaboratore del Corriere della Sera e autore di Internet café per la Rai. Quattordici libri, tra cui Fatti in casa (Sperling & Kupfer 1994), Dimenticati (2000, premio Estense), Italiani per bene (2002), Tipi italiani, Dizionario del buon senso (2006), Vita morte e miracoli. Dialoghi sui temi ultimi (2007), Cuor di veneto (2010), Hic sunt leones (2013), Buoni e cattivi (con Vittorio Feltri, 2014), tutti editi da Marsilio.
• Ha vinto i premi Estense e Saint-Vincent di giornalismo. Le sue interviste l’hanno fatto entrare nel Guinness world records.
• «Stefano è degno di molti premi superiori, per come guarda la morte dalla parte della vita e la vita dalla parte della morte, ma tra quelli inferiori merita il premio ironico di cui vagheggiamo noi del Foglio nelle riunioni di redazione: “non è giornalismo”, un riconoscimento ricco, danaroso, protettivo e ferocemente spirituale per tutti coloro che tradiscono le regole ottuse della professione che più di ogni altra nasconde oggi la realtà, e si fanno santissimi adulteri di un noioso e barbaro matrimonio con l’ego collettivo a mezzo stampa, scoprendola, la realtà, e scoprendosi in simpatia con la verità» (Giuliano Ferrara).
• «Il “modus narrandi” di Lorenzetto è l’intervista, che segue uno schema costante: introduzione con cenni del personaggio e quindi lo scambio delle domande e delle risposte, con vistosa (giustissima) supremazia delle seconde sulle prime. Lo spazio corrisponde a una pagina del Giornale, solitamente alla domenica. Come scrive Mario Cervi, Lorenzetto è “un cercatore di pepite”, un intervistatore “che prende per mano i suoi protagonisti e con curiosità, con intelligenza, con dolcezza li induce a confidarsi”» (Giulio Nascimbeni).
• «Lorenzetto si fa leggere ed evita quello che, secondo un maestro del mestiere, Giulio De Benedetti, è il più grande difetto della nostra categoria: annoiare» (Enzo Biagi).
• «Il mio intervistatore preferito è Stefano Lorenzetto. È più bravo di me, perché io intervisto personaggi conosciuti, lui scopre i più curiosi che ci sono in giro per il Paese» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Purtroppo Lorenzetto ha il problema del non bere. Lui magari negherà, come le anoressiche negano di non mangiare. Ma secondo me, mi dispiace dirlo di una persona che stimo moltissimo, non beve, o almeno non beve seriamente. (…) Io mi domando che cosa potrebbe diventare se riuscisse a uscire dal tunnel della sobrietà ed è una domanda retorica perché la risposta ce l’ho qui pronta: diventerebbe il nuovo Sergio Saviane» (Camillo Langone) [Fog 24/9/2010].
• «Tempo libero non ne ho e non saprei che farmene. Ho lavorato la vigilia di Natale e, lo stretto indispensabile, anche a Natale, dopo la messa dell’aurora delle 7.30. Ero al lavoro pure il 31 dicembre e a Capodanno (...) Lavorerò anche a Pasqua, il lunedì dell’Angelo, il 1° maggio – che è la mia festa – e a Ferragosto» (da Cuor di veneto).
• Compra una tastiera nuova per il computer ogni mese: «Ormai ne ho uno stanzino pieno: a cavo, Usb, wireless, multimediali, retroilluminate, a membrana, soft touch, trasparenti, pieghevoli, una interamente in acciaio spazzolato» (da Cuor di veneto).