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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di LOMBARDI Federico

• Saluzzo (Cuneo) 29 agosto 1942. Sacerdote gesuita. Giornalista. Dal 2006 al 31 luglio 2016 direttore della Sala stampa vaticana (ha sostituito Joaquín Navarro-Valls, al suo posto Greg Burke), dal 1991 al 2016 della Radio vaticana, assistente generale della congregazione dei Gesuiti (2008). Ex direttore del Centro televisivo vaticano (2001-2013). «Al papa personalmente non telefono mai».
• Laurea in Matematica, licenza in Teologia all’Istituto superiore dei Gesuiti a Francoforte sul Meno. Ordinato sacerdote nel 1973, prima collaboratore poi vicedirettore della rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, nel 1984 è nominato provinciale dei gesuiti in Italia, carica che ha ricoperto fino al 1990, quando diventa direttore dei programmi della Radio vaticana. Dal 2001 al 2013 è stato anche direttore generale del Ctv (Centro televisivo vaticano). «Funzionario discreto, tipo banchiere svizzero, che fa dell’essere poco visibile il suo vanto. Carattere sereno, riservato, cortese e tranquillo, è un gesuita di estrema simpatia umana, ma cavargli di bocca una qualche “indiscrezione” è operazione impossibile. Efficiente, di poche parole, pronto ad aiutare, ma tendenzialmente silenzioso quando si arrivano anche solo a sfiorare gli affari di stato vaticani o la persona del pontefice. Nipote del “microfono di Dio”, quel padre gesuita Lombardi che infiammava i cattolici italiani del dopoguerra con arringhe anticomuniste, Federico non ha ereditato nulla in protagonismo. Semmai il suo approccio razionale e calmo alle cose gli viene da quel Vallauri, di cui è nipote per parte di madre, studioso di elettronica e di elettromagnetismo, croce di generazioni di studenti per la terribile “equazione di Vallauri”» (Marco Politi). «Per il suo ruolo, è stato un protagonista della lunga querelle sull’inquinamento elettromagnetico delle antenne dell’emittente a Ponte Galeria» (Marco Tosatti) [Sta 12/7/2006]. Prima nei giorni dello scandalo Vatileaks, poi in quelli delle dimissioni di Benedetto XVI e del nuovo conclave, è stato il volto della Chiesa, imperversando, suo malgrado, su buona parte delle tv e siti e giornali del pianeta: «Non è che oggi abbia molto da dire, ma poi li vedo tutti lì, in attesa, e allora mi dico: facciamolo, questo briefing» (Gian Guido Vecchi) [Cds 14/2/2013]. «Tuttora è uno dei quattro “Assistenti ad providentiam” che coadiuvano il Padre generale dei gesuiti nel governo della Compagnia, con i suoi dei 18.500 padri sparsi in 112 nazioni nei cinque continenti. Retto, pacato, ironico. Ma capace di toni duri, nel caso, come quando si cominciò a parlare di “lotte di potere in vista di un prossimo conclave” legate a Vatileaks e lui scrisse lapidario: “Una simile lettura dipende in gran parte dalla rozzezza morale di chi la provoca e di chi la fa”» [Gian Guido Vecchi, cit.].
• A chiedergli di guidare la sala stampa vaticana fu il cardinale Sodano, all’epoca segretario di Stato: «Fu un colloquio divertente. Mi disse: “Si prepari a dirmi di sì”. Cercai di dire di no, ma poi dissi di sì. Era un compito che non avevo minimamente cercato. Non mi sentivo la persona più adeguata per questo incarico. Al cardinale Sodano feci presente questa obiezione, ma poi ho accettato». Il momento più difficile: «È stato il lavoro per la purificazione e la trasparenza in merito al dibattito sugli abusi sessuali commessi dal clero. Occorreva far fare alla Chiesa passi in avanti, a livello comunicativo, in merito alla verità» (Paolo Rodari) [Rep 12/7/2016].
• Ha tre sorelle, di cui due viventi. Parla correttamente francese, tedesco, inglese e un po’ anche lo spagnolo. «Mio padre era un ingegnere elettrotecnico e forse per questo mi hanno affidato radio e tivù» (Il Sismografo 27/8/2012). È stato lui a coniare il termine «Vatileaks» [Gian Guido Vecchi, cit.]. L’8 marzo 2013, in pieno fermento pre-conclave, si è presentato in sala stampa vaticana con mazzi di rose e mimose per le giornaliste (Marco Ansaldo) [Rep 11/3/2013]. Appassionato di scienze naturali, fisica e alpinismo (RadioVaticana.va 12/11/2010).
• «Come pochi altri conosceva i meandri e gli equilibri della comunicazione vaticana anche nei momenti più drammatici, come Vatileaks e la revoca della scomunica ai vescovi della Fraternità sacerdotale San Pio X (i lefebvriani), tra cui figurava anche Richard Williamson, celebre per aver negato l’esistenza delle camere a gas. Fino alla “prima” storica della rinuncia di un Papa al Soglio di Pietro, con briefing e asciutte risposte ai reporter di mezzo mondo che gli domandavano di tutto, perfino il segreto menù della prima colazione di Benedetto XVI – “penso latte e biscotti, ma bisognerebbe chiederlo a lui”, disse serissimo Lombardi – e il colore delle scarpe non più rosse che avrebbe calzato una volta terminato il pontificato» (Matteo Matzuzzi) [Fog 12/7/2016].
• «Quando avevo 13 anni, con gli scout dell’Oratorio dei Salesiani, ho fatto il mio primo grande viaggio in bicicletta per l’Europa, arrivando da Torino a Barcellona. Noi viaggiavamo in un modo molto povero: ci portavamo la tenda sulla bicicletta, mangiavamo formaggio e pomodori… Arrivati a Barcellona, non sapendo dove andare, a un certo punto, vedemmo quattro guglie molto alte e ci dicemmo: “Andiamo là”. Era la Facciata de Naixement della Sagrada Familia, che allora era ancora molto indietro nella costruzione. A 13 anni, il primo punto di arrivo, del mio primo lungo viaggio in bicicletta, insieme ai miei compagni – ne ho poi fatti altri 4-5 in giro per l’Europa – era esattamente la Facciata de Naixement della Sagrada Familia, dove il Papa ha recitato l’Angelus domenica scorsa. Ho potuto misurare, a 55 anni di distanza, come era cresciuto questo edificio ed ho anche pensato alla mia vita, a come si è sviluppata nel servizio della Chiesa, partendo proprio da quel giorno» (RadioVaticana.va 12/11/2010).
• «“Federico era un ragazzo brillante, un ottimo studente”. In seconda liceo classico ottenne il secondo premio per condotta, religione, profitto e compare più volte nell’albo d’onore per essersi distinto in educazione e istruzione. Nonostante i successi scolastici “ha sempre avuto un comportamento semplice”. Federico Lombardi frequentava gli scout, non vestiva in modo ricercato. “Ricordo di averlo sollecitato ad abbandonare i calzoni corti, che ha usato per tutto il liceo, almeno il giorno della maturità”» (così padre Anselmo Morra, morto nel 2009, suo insegnante all’Istituto sociale di Torino, a Paolo Griseri) [Rep 12/7/2006].
• A settembre 2012, durante il viaggio del Papa a Beirut, un inviato straniero attaccò: «Cardinal Lombardi...», tra le ovazioni dei vaticanisti («per acclamazione!») mentre lui rideva, «Non ancora, spero mai!» [Gian Guido Vecchi, cit.].