31 maggio 2012
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Biografia di Achille Lollo
• Roma 8 maggio 1951. Ex esponente di Potere operaio, condannato con sentenza definitiva per il “rogo di Primavalle”: la notte del 16 aprile 1973 fece scorrere della benzina sotto l’appartamento della famiglia Mattei (il padre, netturbino, era segretario della sezione missina del quartiere), poi diede fuoco, nell’incendio morirono i due figli, Virginio e Stefano, di 20 e 8 anni. Con Lollo furono condannati Marino Clavo e Manlio Grillo (vedi). Ha vissuto per anni in Brasile, dove il governo ha adottato una sorta di “dottrina Mitterrand” che protegge i terroristi (prima da latitante, poi da libero cittadino, causa prescrizione della pena). Ritornato in Italia all’inizio del 2011, il 16 gennaio fu convocato dalla Procura di Roma come “persona informata sui fatti”. Durante l’interrogatorio si avvalse della facoltà di non rispondere.
• Nel 2004 un esponente di An scoprì che il latitante Lollo era iscritto nella lista degli elettori del ministero dell’Interno per le elezioni dei Comites (le comunità italiane elette direttamente dagli italiani residenti all’estero). Il 10 marzo 2004 lo stesso Lollo, in un’intervista al Corriere della sera, precisò di aver ricevuto il certificato elettorale e di essersi recato al consolato a firmare per "Viva l’Italia", una lista di candidati che faceva riferimento all’Ulivo. Sentendosi perseguitato, annunciò rivelazioni: cosa che fece un anno dopo, in una nuova intervista «Noi non abbiamo incendiato la casa dei Mattei. Ci sono troppe cose strane avvenute quella notte. Nessuno fece scivolare la benzina sotto la porta. L’innesco non si accese. E poi loro non vennero colti nel sonno, ci stavano aspettando. Da dietro la porta, prima di scappare, sentii una voce: “Eccoli, arrivano...”. Una voce che ho in testa da 30 anni. Quel pomeriggio un testimone mi sentì telefonare da un bar a casa Mattei. Il giorno prima la figlia dei Mattei mi beccò durante una perlustrazione nella palazzina e mi riconobbe. “A’ ma’, ce sta’ quello de Potere operaio”. Insomma, non fu una sorpresa, secondo me loro sapevano che stavamo arrivando. Non so cosa pensare. Ma non mi sto dichiarando innocente. Sto dicendo che non so cosa ha dato fuoco alla benzina. E se mi avessero dato otto anni invece di sedici li avrei scontati, senza scappare» (a Rocco Cotroneo) [Cds 10/2/2005].
• «C’è nella figura di Lollo, nelle sue professioni di innocenza e nelle sue confessioni a rate, qualcosa di profondamente tragico, che non riesce tuttavia a farsi epico, neppure nella trasfigurazione dell’iperbole negativa» [Luca Telese, Cuori neri, Sperling & Kupfer ed.2008, p.118].