31 maggio 2012
Tags : Claudio Lolli
Biografia di Claudio Lolli
• Bologna 28 marzo 1950. Cantante. Autore. Cresciuto musicalmente all’Osteria delle Dame di Bologna, dove viene visto e ascoltato da alcuni discografici della EMI, che lo mettono sotto contratto agli inizi degli anni Settanta. Suoi album più conosciuti: Aspettando Godot (1972) e Ho visto anche degli zingari felici (1976), più di recente La scoperta dell’America (2006).
• Professore di liceo in pensione (Italiano e Storia allo scientifico Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno). «Sono un Forrest Gump della musica». Due libri di racconti: Giochi crudeli (Transeuropa 1990, poi Feltrinelli 1992) e Nei sogni degli altri (Marsilio 1995). Con Stampa alternativa ha pubblicato il libro di poesie Rumore rosa (2004) e il romanzo Lettere matrimoniali (2013)
• Simbolo della protesta giovanile anni Settanta con Borghesia» (Andrea Laffranchi). Il ritornello diceva: «Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia / non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia», e alla fine: «Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia / per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via».
• «Ho ricevuto molte critiche, ho fatto la figura, come si direbbe oggi, del coglione. Ho parlato di politica, della sofferenza dell’adolescenza. Forse sono stato brutale e malinconico, ma non triste. Un cliché, questo, che mi ha perseguitato per anni. Poi è arrivato quello del cantautore politico, la voce di Autonomia operaia. Ma mi sono difeso continuando a scrivere».
• «Ho conosciuto Claudio Lolli quando la sua canzone Piazza, bella piazza era la sigla del notiziario di Radio Città, una delle radio “storiche” del movimento bolognese. C’erano cinque milioni di debiti da pagare entro una settimana, o la radio avrebbe chiuso. Chiedemmo il sostegno di un concerto gratis a vari artisti, bolognesi e no. Si dileguarono tutti con le scuse più varie: ce ne fu uno che disse che per lui “ci volevano trecento persone di servizio d’ordine”. Adesso si accontenterebbe di trecento spettatori. Telefonammo a Lolli e lui disse “va bene” – “quando puoi?” – “quando volete voi”. Due giorni dopo ci fu il concerto, riuscitissimo, e la radio fu salva. Per Claudio era tutto così naturale che era sinceramente stupito mentre tutti lo ringraziavano» [nota di copertina di Stefano Benni a Claudio Lolli 1988].
• Fu uno dei primi cantautori italiani, se non il primo in assoluto, ad avvalersi di un vero e proprio gruppo di supporto (compreso un sassofonista), esempio che sarà seguito da molti altri alla fine degli anni settanta.