31 maggio 2012
Tags : Giuliana Lojodice
Biografia di Giuliana Lojodice
Bari 12 agosto 1940. Attrice.
• «Si è concessa la verve di Feydeau e James Joyce, gli sceneggiati tv dei tempi d’oro, film come La dolce vita di Fellini e La vita è bella di Benigni, nonché il Festival di Sanremo nel 1964 presentato in coppia con Mike Bongiorno. Una che, nella vita e nel lavoro, ha avuto accanto un artista aristocratico ma difficile come Aroldo Tieri. Colta ma effervescente, bella donna cui è piaciuto brillare anche nel musical (Ciao, Rudy della G & G con Mastroianni)» (Rita Sala).
• A sette anni si trasferisce con i genitori e i suoi tre fratelli da Bari a Roma, dove il padre, avvocato, assume un incarico come dirigente dell’Inail.
• «Il palcoscenico arrivò però sotto forma di palestra di danza, perché condivisi con mia sorella la scuola della Ruskaja: lei andava bene perché era magra come un chiodo, io invece non reggevo alla fatica. Finché mia madre (insegnante di Lettere severa e geniale, che preferiva le borgate dove la faceva fare sotto ai ragazzi col coltello nel banco) seppe da un’ispettrice di danza che il cognato di lei, Valerio Zurlini, preparava un film, e cercava un’adolescente della mia età (quattordici anni), per un provino. In calzettoni bianchi, scarpe di vernice e gonna a pieghe vado da Zurlini. C’era pure Beppe Menegatti. Lì mi presi la prima cotta per un uomo maturo, per Zurlini appunto, che era molto più grande di me, e da brava Lolita in erba tornai da lui di mia iniziativa, da sola, con un pretesto. Ma lui mi rispedì a casa. Sennonché Menegatti m’avvisò che Luchino Visconti visionava delle ragazze per Il crogiuolo di Miller con la Brignone e Santuccio. Vado accompagnata da mamma che era stata in classe con Luchino, e lui concluse che andavo benissimo per fare la streghina (ero in un coro di invasate con la Betti e la Asti). Così entro nello spettacolo e comincio a quattordici anni e mezzo la tournée. (…)Tornando a Roma non volli più andare a scuola, e aspettai i sedici anni per entrare in Accademia, dove avevo già provato a essere ammessa, costringendo il direttore Silvio d’Amico, cattolico, a mettersi le mani nei capelli perché come prova avevo portato Proibito di Tennessee Williams. A farla breve, mi prendono, non finisco però di diplomarmi, accettando nel frattempo la scrittura per Ricorda con rabbia» (a Rodolfo Di Giammarco) [Rep 27/01/2013].
• Nel 1958 il suo debutto televisivo coincide con quello di Alberto Moravia (1907-1990) come autore: ne L’imbroglio la Lojodice viene chiamata in corsa a sostituire Monica Vitti, che aveva dei contrasti con il regista Giacomo Vaccari (1931-1963).
• La sua vera grande passione rimane il teatro: durante la messa in scena di Don Gil dalle calze verdi di Tirso de Molina (1959), regia di Guido Salvini, incontra il suo primo marito, l’attore Mario Chiocchio. I due si sposano, lei ventenne, nel 1960 «Come donna, a diciotto anni, ero ormai svirgolina e scafata, con un flirt accademico e varie attenzioni di uomini maturi, tra cui Leopoldo Trieste che si prese una cotta pazzesca per me. Lui logorroico folle (m’affascinava la chiacchiera), io che non mollai finché cedetti a quello che sarebbe stato il mio primo marito, Mario Chiocchio, bellissimo compagno di lavoro più grande di me di tredici anni, da cui ebbi presto i miei figli» (a Di Giammarco cit.).
• Negli anni Sessanta vista anche in molte pubblicità di Carosello (Vismara, Polenghi Lombardi, Saporelli e altre) e nei fotoromanzi per Bolero, in compagnia di Gianni Garko e Umberto Orsini.
• Fu proprio la comune frequentazione televisiva a farle incontrare Aroldo Tieri «Appena entrata in tv m’ero imbattuta in Aroldo che, da gran volpe, mi invitò a casa sua per un tè, e io, ancora non sposata, l’andai a trovare a scappa e fuggi, ispirandogli una battuta ironica quando mi salutò, “tanto tu qua stai”, cui reagii ridendogli. Fatalità volle che, appena uscita da un Ciao Rudy con Mastroianni ci si ritrovasse sette anni più tardi in un’Antigone, a Siracusa. Colpo di fulmine. Lui, cinquantenne, seppe prendere la farfallina. Il suo charme, la sua testa, la sua dedizione seria annullarono i ventiquattro anni di distanza tra noi, e iniziò una storia durata quattro decenni, finché lui c’è stato. (…) Da quando ho cominciato a stare con lui non ho più guardato in faccia gli altri uomini, come se mi fossero caduti tutti gli ormoni, e invece ce li avevo tutti» (a Di Giammarco cit.).
• La sua voce bassa, calda e sensuale è stata spesso richiesta per doppiare donne fatali: sua la voce di Claudia Cardinale nel film del 1964 Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli (1919-1968), di Ursula Andress e di Nadia Tiller e sua la voce narrante del capolavoro di Gabriel Axel Il pranzo di Babette (1987) «Quando doppio non amo sentire il sonoro originale, preferisco lasciarmi guidare dalle espressioni e dalle indicazioni del direttore di doppiaggio» [Anna Testa, «Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana», Baldini Castoldi Dalai 2010, p.80].
• Da ultimo vista a teatro nei panni della pirandelliana signora Frola di Così è (se vi pare) per la regia di Michele Placido, in quelli di Marianne nell’ultimo dramma scritto da Ingmar Bergman Sarabanda (regia di Massimo Luconi) e ne Le conversazioni di Anna K, spettacolo liberamente ispirato al racconto Metamorfosi di Franz Kafka (regia di Ugo Chiti) «Giuliana sa, con questa scelta, di aver spiazzato molti dei suoi fan, ma sa anche che, in questa sua seconda vita teatrale non c’ è più spazio per le commedie “scacciapensieri” di Feydeau o Coward: “mi sentirei assurda e ridicola. Ora potrei fare Pinter, Schnitzler, Strindberg o Bernhard: inseguo i testi, non i ruoli; voglio proposte da condividere con il pubblico per conquistare una nuova visione della vita”» (Claudia Cannella) [Cds 5/10/2010].
• Vista al cinema nel ruolo della madre di Rocco Papaleo nel film Una piccola impresa meridionale (2013, regia dello stesso Papaleo) «Pur avendo conquistato con un giusto amalgama di passionalità e finezza l’immenso pubblico della televisione ha avuto finora dal cinema occasioni spesso inadeguate e comunque scarse (a parte certi magistrali cammei con Scola, Benigni e Piccioni)» (Tullio Kezich) [in «Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana» cit., p.151].
• Grande fan di Renato Zero (“sorcina”), è stata sua ospite in qualità di voce recitante nel tour del 2004 “Cattura il sogno”.
• La sorella Leda è una famosa coreografa. Il fratello Giacomo è stato professore di Educazione fisica di Walter Veltroni all’Istituto professionale cine-tv Roberto Rossellini (alla Vasca Navale).
• Due figli dal primo matrimonio, un maschio (Davide) e una femmina (Sabrina, oggi apprezzata costumista).
• «Gli attori sono animali. Si odorano. Io sono una leonessa».
• «Non c’è stato niente di più bello di un Leone (io) ammansito da una Vergine (Aroldo)».