31 maggio 2012
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Biografia di Salvatore Licitra
• Berna (Svizzera) 10 agosto 1968 – Catania 5 settembre 2011. Tenore. Notorietà improvvisa nel 2002, quando sostituì Luciano Pavarotti al Metropolitan di New York.
• «Figlio di immigrati siciliani (di Acate, vicino Ragusa), che nel 1968 decisero di tentare la fortuna in Svizzera, in tutte le interviste ci tiene a definirsi italiano. Poco tempo dopo la sua nascita la famiglia si era trasferita a Milano, dove lui è cresciuto, sognando di fare il grafico. Sì, perché anche avendo la voce, ci vuole coraggio a credere di avere un futuro nell’opera. A 19 anni, però, aveva cominciato a prendere lezioni di canto all’Accademia musicale di Parma. Una volta lo sentì il maestro Carlo Bergonzi, e decise che era abbastanza bravo da prenderlo gratis come allievo. Aveva visto giusto, perché da allora in poi è arrivato un successo dopo l’altro. Prima col debutto al Regio di Parma, nel 1998, interpretando Riccardo nel Ballo in maschera, e poi con l’esordio del marzo 1999 alla Scala, nella Forza del destino diretta da Riccardo Muti» (Paolo Mastrolilli).
• Tenore dell’anno nel 2000 quando a Verona vinse il Premio Zenatello cantando La forza del destino in Arena, a luglio. Nel settembre dello stesso anno Sony gli offrì un contratto in esclusiva dopo una serie di recite de La forza del destino in Giappone, con l’orchestra del Teatro alla Scala. Controversa la rappresentazione de Il trovatore di Verdi all’apertura della stagione 2000/2001 alla Scala per la scelta del maestro Muti di vietare a Licitra i tradizionali Do acuti nel terzo atto. Grande apprezzamento sei mesi più tardi in Arena, stesso ruolo (Manrico, il protagonista) sotto la direzione di Daniel Oren che si tradusse ogni sera in bis richiesti e concessi. A settembre debuttò in Spagna (Macbeth al Liceu di Barcellona); a novembre negli Stati Uniti (solista ospite al Richard Tucker music foundation opera gala di New York); a dicembre in Austria e nel gennaio 2002 al Sao Carlos di Lisbona, vestendo nuovamente Manrico. Conquistò la Metropolitan opera house di New York il 12 maggio 2002, quando sostituì (in quanto tenore di riserva) Luciano Pavarotti in Tosca a due ore dall’inizio dello spettacolo: 43 secondi di ovazione alla fine della romanza Recondita armonia, 46 secondi dopo l’aria E lucevan le stelle. Le rappresentazioni di Tosca dovevano essere l’addio di Pavarotti alla Metropolitan Opera, ma valsero a Salvatore la fama di “erede di Luciano Pavarotti”. Il maxischermo, di fronte al teatro, permise a 3000 spettatori di seguire l’evento e di tributare al debuttante un’ovazione di diversi minuti. «Questo è solo l’inizio per Salvatore Licitra» profetizzò l’Associated Press nel suo rapporto internazionale sul debutto, indicato come il più trionfale in questo teatro negli ultimi tempi. Da allora gli ingaggi lo portarono all’Opera Bastille di Parigi, alla Royal Opera di Londra, alla Staatsoper Unter den Linden e alla Deutsche Oper di Berlino, alla Staatsoper di Monaco di Baviera e ai teatri dell’opera a Parma, Roma, Firenze, Napoli, Oslo, Lisbona, ecc.
• Nel febbraio 2004 Paolo Isotta stroncò il suo Manrico alla Scala: «Era da noi definito “tenorino”: irrobustitasi la voce, è divenuto un tenoraccio. Canta tutto forte e stona assai; gli acuti vengono strozzati; di quel che canta non si comprende una parola». Lui rispose da New York: «Ci sono strane manovre contro di me sulla stampa. Critiche strumentali, sleali, volute da qualcuno che ne ha un tornaconto. È vergognoso, perché invece di incoraggiare un giovane talento, si fa di tutto per spingerlo fuori dalla patria».
• Il 19 aprile 2008 cantò il Domine Deus della Petite messe solennelle di Rossini durante la messa tenuta da papa Benedetto XVI nella cattedrale di Saint Patrick a New York. È stato poi Turiddu in Cavalleria rusticana a Washington e Alvaro nella Forza del destino a Vienna.
• Doppiò John Turturro ne L’uomo che pianse (Sally Potter 2000). • Visse tra Lugano e New York.
• Guidava privo di casco la sua Vespa durante una breve vacanza in Sicilia quando la sera del 27 agosto 2011 fu colpito da ischemia cerebrale accompagnando la fidanzata (ventinovenne di Shanghai) al ristorante. La perdita dei sensi lo portò allo schianto a Donnalucata (frazione di Scicli, Ragusa) e al ricovero nell’ospedale Garibaldi di Catania, in gravissime condizioni. Morì il 5 settembre successivo dopo nove giorni di coma donando fegato, reni e cornee dietro volere dei congiunti.
• «Mio figlio ha avuto il dono del belcanto che lo ha fatto grande in tutto il mondo. Chi lo ha conosciuto sa bene quanto generoso sia stato sempre. Questo atto adesso lo rende testimone straordinario della sua umanità, che mette a disposizione di chi soffre» (Paola Licitra, madre del tenore). Il funerale è avvenuto venerdì 9 settembre 2011.
• Una passione per le Ducati sin da bambino. «Con gli amici giocavamo a riconoscere il rombo delle moto che passavano per strada, quello Ducati era inconfondibile. Guido motociclette dall’eta di 14 anni e l’oggetto del mio desiderio é sempre stato quello di possedere una Ducati».
• «Un tenore degno della grande tradizione italiana» (New York Times).