31 maggio 2012
Tags : Berardino Libonati
Biografia di Berardino Libonati
• Roma 8 marzo 1934 – Roma 30 novembre 2010. Giurista. Manager. Dal 2008 alla morte presidente di Ti Media, la società che controlla le due reti televisive La7 e Mtv. Ex presidente di Alitalia (172 giorni nel febbraio-luglio 2007).
• Figlio d’arte, anche il padre Francesco era avvocato. «Allievo del grande giurista Tullio Ascarelli, fra i maggiori esperti di diritto societario, stratega dei patti di sindacato» (Sergio Bocconi) [Cds 1/12/2010].
• È stato titolare dello studio legale Libonati-Jaeger e docente di Diritto commerciale alla Sapienza di Roma, «un curriculum che non teme concorrenti quando si tratta di “atterraggi di emergenza”. In cinquant’anni di carriera ne ha viste davvero tante. Dall’Enimont, vissuta da sindaco dell’Eni in quota XX Settembre, dopo lo scandalo. Alla “guerra di Segrate” tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti, come consulente legale dell’Ingegnere. E ancora, la battaglia tra il Sanpaolo e Mediobanca per Ferfin, in cui fornì a Gianni Zandano un parere sull’obbligo di Opa, per cercare di fermare i piani di Enrico Cuccia. È stato commissario di Cariprato, consigliere della Bipop dopo la bufera. E presidente di Telecom prima dell’arrivo di Roberto Colaninno. Che proprio Libonati rese più difficile, e costoso, del previsto presentando alla Consob un parere decisivo per l’annullamento della prima opa parziale di Olivetti, poi diventata totalitaria. Per un periodo è rimasto nel consiglio del gruppo telefonico, subito dopo l’arrivo di Marco Tronchetti Provera» (Federico De Rosa).
• «Ha contribuito alla stesura dell’accordo parasociale di Mediobanca del 2001 in collaborazione con il giurista Piergaetano Marchetti. E ha disegnato quello di Capitalia due anni dopo. Dopo aver vinto il concorso alla cattedra di diritto commerciale nel ’62 e aver insegnato nelle università di Camerino e Firenze, nel 1981 è stato chiamato alla facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, dove ha insegnato diritto fallimentare e commerciale. Da sempre è stato molto attivo negli incarichi societari. Componente il collegio sindacale di Eni dal ’92 al ’95, presidente del board del banco di Sicilia dal ’94 al ’97, diventa presidente di Telecom Italia nell’ottobre 1998: con le dimissioni di Gian Mario Rossignolo Libonati, già al vertice di Tim, viene cooptato e nominato alla presidenza. L’incarico si conclude nel 1999 dopo la scalata guidata da Roberto Colaninno. Presidente della Banca di Roma dal 2002 al 2007, vicepresidente di Unicredit dal 2007 (secondo la clausola di governance prevista nel piano di fusione Unicredit-Capitalia, mentre il presidente del gruppo romano, Cesare Geronzi, assume la presidenza di Mediobanca) al 2009, ha fatto parte anche dei Consigli di Piazzetta Cuccia dal 2001 al 2007 e di quello Pirelli dal 2005. Nel febbraio 2007 il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa lo indica come presidente di Alitalia, in sostituzione di Giancarlo Cimoli, per gestire la privatizzazione della compagnia aerea. Si è poi dimesso in seguito al fallimento della gara» (Bocconi, cit.).
• Tra i vertici di Alitalia indagati nel 2008 per bancarotta «per fatti di distrazione o dissipazione» [Lavinia Di Gianvito, Cds 18/12/2008].
• La sua liquidazione per i 2 mesi alla guida di Telecom fu di 183 milioni [S. Ta., Cds 13/6/1999].
• Ai suoi funerali in San Lorenzo in Lucina a Roma il presidente di Generali erano presenti, tra gli altri, Cesare Geronzi, Gianni Letta, Piergaetano Marchetti, presidente Rcs, i vertici di Telecom Italia, Gabriele Galateri e Franco Bernabè, il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, Francesco Gaetano Caltagirone, Augusto Fantozzi, Tommaso Pompei, Franco Carraro ecc.
• Sposato con Maria Luisa Grassi.