Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Gianni Letta

• Avezzano (L’Aquila) 15 aprile 1935. Giornalista. Politico. «Nella mia vita sono stato un avvocato mancato e un giornalista perduto». Braccio destro e fidatissimo amico di Berlusconi.
• Sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Berlusconi I (1994-1995), II (2001-2005), III (2005-2006), IV (2008-2011). Dal 29 giugno 2007 Gentiluomo di Sua Santità, accompagna da Benedetto XVI capi di Stato e di governo durante le visite ufficiali in Vaticano (unico politico italiano al quale sia stato concesso l’onore di entrare in uno dei “club” più esclusivi del mondo, per secoli riservato alla nobiltà papalina). Dal 2007 nell’advisory board della Goldman Sachs (una delle più grandi banche d’affari del mondo). Presidente della Giuria dei letterati del premio Campiello. Dal 2014 nel comitato di indirizzo dell’Istituto Toniolo presieduto dal cardinale Angelo Scola.
• «L’uomo del dialogo (…) nel suo ruolo di mediatore, di tessitore di trame e disegni politici» [Lib 10/1/2014].
• «Durante l’università lavorava come operaio in uno zuccherificio di Avezzano, e diventò così direttore del reparto chimico. Dopo la laurea in Legge ha mosso i primi passi nello studio legale del padre, ma poi è passato al giornalismo nel 1956, come corrispondente dall’Aquila per la Rai, la televisione nazionale italiana, e l’Ansa. Nel 1958 ha cominciato a collaborare con il giornale conservatore di Roma Il Tempo. In seguito è stato promosso portavoce del direttore (che era il fondatore, Renato Angiolillo - ndr), e nel 1973 è diventato direttore, carica che ha mantenuto fino all’87. In quell’anno è entrato alla Fininvest, l’azienda di Berlusconi, diventando vicepresidente di Fininvest Comunicazioni. Ha intrecciato rapidamente una stretta amicizia personale con Berlusconi, e nel 1990 gli ha fatto da testimone alle nozze con Veronica Lario. Letta è noto per la sua capacità di conservare la calma anche durante le crisi. Il suo sport preferito è il tennis, il suo hobby la musica classica. È sposato con Maddalena Marignetti e ha due figli. Non parla inglese e non è un membro del Parlamento» (da un rapporto della Cia).
• «Da direttore del Tempo, mai un editoriale. Da uomo di governo, mai un intervento in Parlamento. Ma Letta non ne ha bisogno: il suo è un potere che disdegna l’apparire, che non ha il problema di vincere le elezioni. È una rete di rapporti, amicizie, parentele. Molto trasversale: da Berlusconi a Veltroni, da Cesare Geronzi a Luca di Montezemolo. Da Andreotti, Letta ha ereditato i fondamentali dell’arte di governo: disinteresse totale per il partito (mai visto a un incontro di Forza Italia) e dedizione ai poteri che contano: il Vaticano (i cardinali Camillo Ruini e Giovanni Battista Re), i vertici dei ministeri, l’Opus Dei, le banche. La Rai con Bruno Vespa – pupillo dai tempi in cui Letta era il capo della redazione aquilana del Tempo – l’unico autorizzato a trascriverne qualche pensiero nei suoi libri» (Marco Damilano).
• «Non è un politico, certo. L’avesse ascoltato, Silvio Berlusconi non sarebbe più tornato a palazzo Chigi, anzi non ci avrebbe mai messo piede. Perché Gianni Letta era contrario a un nuovo accordo con la Lega dopo il ribaltone, e prima ancora era stato contrarissimo alla discesa in campo del Cavaliere. Ma senza di lui il premier non sarebbe riuscito a governare. In anni di guerra e di terrore ha gestito i passaggi più difficili, compresa la trattativa per la liberazione delle due Simone (vedi PARI Simona e TORRETTA Simona - ndr). I leader dell’opposizione non dimenticheranno le sue telefonate notturne, le rassicurazioni su quei messaggi di morte via Internet. È un errore dipingerlo come un semplice esecutore, o come un mediatore, sebbene tutte le Italie convergano su Letta e in Letta trovino una sintesi: dalla sinistra radicale alla nobiltà nera. I difetti di cui era accusato in passato – per via di quei modi inamidati e ossequiosi – si sono trasformati in pregi agli occhi dei suoi avversari. La cortesia gli serve come arma di difesa. La riservatezza gli consente di non apparire, e al tempo stesso di esser sempre presente. Anche dove non c’è, tutti immaginano infatti che ci sia. “C’è quel democristianone di Letta dietro ’sta roba”, imprecava Umberto Bossi ogni qualvolta le cose gli andavano storte. E dopo essersi rasserenato invitava i suoi a fare un salto a palazzo Chigi: “Parlatene con Letta per risolvere ’sta roba”. Il Senatùr aveva capito qual era l’altro polo del bipolarismo berlusconiano, e quando il Cavaliere gli chiese di entrare al governo, rispose: “Sì, ma a un patto. Voglio la stanza accanto a quella di Gianni”» (Francesco Verderami).
• Iniziò la sua avventura al fianco di Berlusconi nella seconda metà degli anni Ottanta, quando fu sostituito alla direzione del Tempo da Gaspare Barbiellini Amidei: «In quello stesso periodo nacque l’idea di allestire la prima trasmissione politica nelle televisioni del Biscione, cui io diedi un piccolo apporto, e Gianni fu chiamato a condurla. Così, con il successo di Italia domanda, registrata negli studi del Palatino, Letta iniziò la sua avventura a fianco del Cavaliere» (Luigi Bisignani) [L’uomo che sussurra ai potenti, Chiarelettere 2013].
• Molto amico di Francesco Cossiga. Luigi Bisignani: «Quasi ogni mattina Cossiga chiamava Letta a casa. Una volta sua moglie Maddalena rispose che il sottosegretario stava facendo la doccia. Il “Picconatore” allora prese carta e penna per un comunicato in cui deplorava che un membro del governo privilegiasse la doccia alla chiamata di un presidente emerito» [Bisignani, cit.].
• «Sul culto per la riservatezza del personaggio esiste un’ampia leggenda, e per sostanziarla nei suoi aspetti perfino genetici basterà ricordare il testo del necrologio pubblicato in occasione della scomparsa della mamma di Gianni: “Gli otto figli la ricordano con amore e profonda gratitudine, ma anche con quella discrezione che lei ha sempre praticato e insegnato. Avrebbe preferito il silenzio, con l’annuncio dopo l’ultimo commiato”. Celebre anche per lungimirante cautela, acume volpino, capacità di lavoro (estesa alla fedele segretaria Lina fino a Natale o a Ferragosto), nonché per quella speciale forma di cortesia che gli inglesi definiscono “grace under pression”, grazia sotto pressione, qualità comunque non molto diffusa tra i potenti» (Filippo Ceccarelli).
• Dopo anni di ostinato silenzio, ha deciso di uscire allo scoperto in un libro di Luigi Tivelli, Chi è Stato - Gli uomini che fanno funzionare l’Italia (Rubbettino-Rai Eri 2007).
• Nel 2006 fu candidato dal Cavaliere alla Presidenza della Repubblica.
• «Gianni Letta è il persistere e il desistere, l’apparire e lo svanire, l’esserci sempre ma sempre senza essere mai troppo sotto i riflettori. È la discrezione della porta laterale, il banchetto mai a capotavola, la riposante penombra. Ma è pure la certezza del confessionale: ciò che lì viene detto, lì resta. Sacro Sigillo. (…) con una sostanziale fedeltà a tutte le sue amicizie – sostanziale fedeltà così a se stesso. Gianni Letta è Gianni Letta. Nei giorni buoni di Berlusconi e in quelli cattivi. Quando è a Palazzo Chigi e quando a Palazzo Chigi c’è il Nipote per il fronte opposto. (…) Non manca un appuntamento che sia uno, Gianni Letta (…) “Il dottor Letta non parla con i giornalisti”, come da sempre fa dire a chi sempre inutilmente lo cerca per una conversazione. Una buona parola certo, un’esasperante cortesia figurarsi, un sorriso gentile ci mancherebbe – mai niente di meno, se per caso lo incrociate per strada; mai niente di più, però. È l’ultimo uomo al mondo che qualcuno potrebbe immaginare twittare» (Stefano di Michele) [Fog 19/1/2014].
• Giulio Napolitano è stato chiamato il nuovo Gianni Letta «nel senso che appare già come il candidato naturale per quel lavoro di tessitura economico-politica bipartisan, appaltato nella prima e nella seconda Repubblica all’ex direttore del Tempo» (Alessandro Da Rold e Marco Fattorini) [Ink 6/3/2014].
• Fama di gran lavoratore: «Quando arrivo in ufficio, al mattino presto, lui è già arrivato. Quando vado via, sempre attorno alle 22, c’è ancora. Quando se ne va, passa a casa del presidente per far firmare ancora le ultime carte. E di notte, se lo chiami alle quattro per un’emergenza, lo trovi pronto a scattare. È un uomo incredibile…» (Antonio Catricalà).
• «Un Gianni Letta che quasi lascia il passo al nipote Enrico, mettendosi un po’ da parte con eleganza: “Stasera vi dovete accontentare di uno zio…”» [Cds 4/2/2014].
• I figli si chiamano Giampaolo (vedi) e Marina.