31 maggio 2012
Tags : Giancarlo Leone
Biografia di Giancarlo Leone
• Roma 14 marzo 1956. Giornalista. È stato vicedirettore generale unico della Rai (votato all’unanimità il 12 luglio 2006), amministratore delegato di Rai Cinema e, dal 29 novembre 2012, è direttore di Rai uno: «Cerchiamo di fare una televisione che non sia aggressiva, che non vada sopra le righe. Abbiamo fatto Sanremo, senza scandali e senza volgarità. Senza farfalline, per intendersi», riferimento all’audace tatuaggio di Belen, sfoggiato all’Ariston qualche anno prima.
• Docente universitario di Economia e Gestione dei Media presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma.
• È il più piccolo dei tre figli di Giovanni Leone (1908-2001), presidente della Repubblica dal 1971 al 1978. «Non so bene perché ma descrivo mio padre come non era. Un uomo espansivo, che mi leggeva le favole prima di dormire. In realtà ci volevamo molto bene, ma parlavamo pochissimo».
• «Giancarlo Leone è praticamente nato a Montecitorio, “ci ho vissuto dagli zero agli otto anni”. Il padre, prima di diventare presidente del Consiglio, e poi della Repubblica, era presidente della Camera. “E io, la domenica, quando non mi vedeva nessuno, andavo a pattinare in Transatlantico”, su e giù tra i divani e gli stucchi. Ma i commessi non si arrabbiavano? “Non c’era nessuno”. E tuo padre? “Nessuno glielo ha mai raccontato”» (Salvatore Merlo) [Fog 1/3/2014].
• «Sono diventato giornalista professionista nel 1977 a 21 anni, dopo aver fatto il praticante a Roma nella sala stampa di piazza San Silvestro per il giornale Il Piccolo di Trieste. A dividere lo stesso piccolo ufficio c’era il figlio di un generale triestino, Alberto Castagna».
• «Nel 1982, evitando saggiamente di chiedere un posto al Tg1, temendo che il suo cognome, più che un aiuto, potesse rivelarsi un boomerang, finisce in una neotestata Rai, Televideo, considerata una cayenna, una destinazione professionale poco ambita, ma di cui intuisce le potenzialità. In breve non solo Leone entra, ma in poco tempo corre; redattore ordinario, capo servizio, capo redattore, vice direttore. Il tutto all’ombra di Giorgio Cingoli, capo di Televideo già direttore di Paese Sera, un comunista ortodosso che arriverà a stimarlo indicandolo come “la prova vivente che esistono dc presentabili”. Dopo otto anni, Leone sente il bisogno di novità e, con i buoni uffici di Agnes, diventa condirettore, quindi, con il Caf (sigla per indicare il dominio di Craxi-Andreotti-Forlani), direttore dell’ufficio stampa. Nel 1995 diventa vicedirettore di Franco Iseppi in una struttura altrettanto delicata, il coordinamento palinsesti, e quando Iseppi viene nominato direttore generale, ne prende il posto. Per poi allungare il suo cursus honorum approda al vertice di Rai International, dove “nel 1999, su 50 milioni di budget assegnato, ne spendo solo 37 aumentando la produttività”. Forte di questo successo, quando nasce Rai Cinema, società che deve fare investimenti per 500 miliardi producendo film, varando coproduzioni e trattando diritti di trasmissione e distribuzione, diventa amministratore delegato» (Antonello Piroso).
• Nel settembre 2003, dopo che a Buongiorno notte di Marco Bellocchio era sfuggito d’un soffio il Leone d’oro, minacciò di non mandare più titoli di Rai Cinema alla Mostra di Venezia: «Per fortuna esistono altri festival, andremo a Toronto, a Montreal, a Cannes. Ma Venezia no». Passarono quasi due mesi e fece marcia indietro: «Ho commesso un grave errore di comunicazione».
• «Mi accorgo quanto poco la sua immagine aderisca a quella del “monello” raccontato da Camilla Cederna negli anni Settanta. “La Cederna individuò in me e nei miei fratelli un punto debole di papà. Eravamo giovani. E vivevamo al Quirinale facendo la vita che fanno tutti gli adolescenti. Puoi immaginare. Niente di speciale. Musica, qualche festa, le fidanzate, e certo avevamo qualche soldo in tasca… Quando avevo diciott’anni stavo con Monica Guerritore, che ne aveva sedici. Quella dell’Espresso, di Giovanni Melega e Camilla Cederna, fu una campagna terribile, un’infamia. Se mi sono sposato tardi, a cinquant’anni, è anche perché ho subìto tutta questa storia. Da allora mi sono molto dedicato alla famiglia e a mio padre. Lui aveva un bisogno fisico della mia presenza. Alle Rughe, la villa di famiglia, io c’ho dormito per anni, quasi ogni sera. Poi quando papà è morto, nel 2001, ho rialzato la testa. E nel 2005, dopo qualche anno di fidanzamento, mi sono sposato”» (Merlo, cit.). Con Diamara Parodi Delfino, sorella della giornalista del Tg5 Barbara, due figli.
• Musicista, compositore: ha scritto le musiche per alcuni gruppi italiani degli anni Settanta, tra cui i Panda e l’ex voce e bassista dei Pooh Riccardo Fogli.