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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Pasquale Laurito

• Lungro (Cosenza) 15 maggio 1927. Giornalista parlamentare. Dirige la cosiddetta Velina rossa: uno, al massimo due fogli dattiloscritti per una nota politica spesso ispirata (così si dice) da Massimo D’Alema. «Nobilissima memoria di Palazzo» (Mattia Feltri) [Sta 16/9/2014].
• «“Mia madre mi fece battezzare di nascosto”, ricorda oggi ostentando con orgoglio il suo essere, insieme, cattolico e comunista. “La gran parte delle sezioni comuniste nella provincia di Cosenza le ho inaugurate io. La prima tessera del Pci la presi da cattolico, nel 1945. E ancora oggi vado a messa tutte le domeniche. Sono un vero cattocomunista”. Arrivato a Roma, dice, “cominciai a fare il cronista politico a Democrazia del lavoro. Per 90 lire al mese raccontavo le sedute della Costituente dalle tribune di Montecitorio, visto che all’epoca i giornalisti non potevano entrare in Transatlantico”» (Tommaso Labate) [Rif 12/8/2008].
• «In gioventù passava dalle rotative alle cineprese: “Era un modo per arrotondare lo stipendio. All’inizio facevo piccole apparizioni, ma poi ho avuto anche ruoli di un certo rilievo”. Come nel film Il bell’Antonio, girato da Mauro Bolognini nel 1960. “Ero l’avvocato incaricato dalla Santa Sede di indagare sul matrimonio tra Mastroianni e la Cardinale, matrimonio che il padre di lei voleva far annullare dalla Sacra Rota perché non consumato”» (Livia Michilli).
• Fu il primo ad annunciare la nascita della televisione italiana, quando ancora in Parlamento ferveva il dibattito circa l’opportunità d’introdurla (favorevole la Dc, contrari Pci e Pri). «Lo scoop gli capitò quasi per caso, passando a piedi alle cinque di mattina dalle parti di Monte Mario. “Mi accorsi che c’era un cantiere e mi avvicinai agli operai che stavano lavorando. ‘Ma che state costruendo?’, chiesi con l’aria ingenua del passante un po’ curioso. Uno di loro mi rispose che proprio lì sarebbero sorte le torri della televisione. Feci finta di niente e mi allontanai. Arrivato di corsa al giornale, chiamai il fotografo e insieme a lui tornai laggiù, in motocicletta”. “Nasce la televisione”, titolò Paese sera. E Pasqualino se la ride ancora oggi, ricordando l’impatto di quell’articolo sul dibattito parlamentare. “Urlavano tutti, alla Camera, sventolando all’indirizzo dei democristiani la prima pagina del giornale”» (Labate) [cit.].