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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Veronica Lario

• (Miriam Raffaella Bartolini) Bologna 19 luglio 1956. Ex moglie di Silvio Berlusconi.
Vita Infanzia in un casermone della periferia bolognese, in via di San Donato. Il padre, Vladimiro Capponi, era orafo cesellatore. Morì che Miriam Raffaella aveva 13 anni, senza ancora aver sposato la mamma, Flora Bartolini. Per avere maggiori speranze di campare una vita che s’era fatta assai difficile, Flora si trasferì a Milano e trovò un posto di commessa alla Standa. La figlia s’era diplomata all’Istituto d’arte e sognava di fare l’attrice. Era, già allora, molto bella.
• Il fotografo Paolo Gotti, che, quando Miriam Raffaella aveva 17 anni le fece un servizio fotografico ed ebbe con lei una relazione: «Timida, riservata, taciturna, facile ai rossori. Passionale, silenziosa, con grandi momenti di tristezza, che la facevano piangere. Un’enorme dolcezza nei confronti dei bambini. Molto romantica e profonda. Appassionata di filosofia, letteratura, poesia. Voleva crescere in fretta (...) aveva il complesso del seno grande (...) Sensuale, libera» (a Matteo Menetti).
• Dopo la maturità artistica prese lezioni di dizione dai frati dell’Antoniano, quelli dello Zecchino d’Oro, e a 19 anni era già in tournée con Corrado Pani.
• Nel 1980 eccola in scena con Enrico Maria Salerno al Manzoni di Milano. In platea c’è un imprenditore in forte ascesa in quel momento. Si chiama Silvio Berlusconi e ha appena comprato il Manzoni per fare un piacere a Craxi. La compagnia di Enrico Maria Salerno rappresenta Le cocu magnifique di Crommelynck, e a un certo punto è previsto che Miriam Raffaella, divenuta ormai Veronica Lario (in omaggio a Veronica Lake), tiri su la camicetta e mostri il famoso seno troppo grande. La leggenda vuole che Berlusconi si sia precipitato nel camerino dell’attrice con un mazzo di rose e che poi abbia detto: «Ho sentito il fulmine ma non c’era il temporale». La stessa Veronica ha raccontato a Maria Latella: «Il caso volle che mi trovassi a Milano. Una persona, che lavorava nella compagnia di Alberto Lionello e di cui ero amica, mi invitò a partecipare a una cena in casa del giovane imprenditore che da poco aveva comprato il teatro Manzoni... Il padrone di casa ci accolse ‘scompagnato’ e mi sembrò single nel modo di porsi ai presenti. Era la prima volta che lui entrava nella mia vita e col tempo imparai che quel suo modo di voler apparire ‘solitario’ era una costante della sua personalità. Imparai che già era accaduto prima e negli anni sarebbe accaduto anche dopo... Anch’io, come le altre e numerose giovani ospiti della serata, ottenni un poco della sua svolazzante e onnipresente attenzione. Nel suo sforzo appassionato non fu ingeneroso di sorrisi... A parte i sorrisi, quella sera finì lì».
• Continuò a fare l’attrice ancora per poco: Tenebre di Dario Argento (1982), Bel Ami di Sandro Bolchi in televisione, infine Sotto sotto, strapazzati da anomala passione della Wertmüller: in questo film Veronica aveva una scena d’amore con Montesano e Berlusconi – a quanto racconta la stessa regista – era pazzo di gelosia. Fu alla fine di questo film che pretese l’abbandono delle scene. Lina Wertmüller: «Peccato, abbiamo perso un’ottima attrice».
• Berlusconi sistemò la sua amante, con la madre, in un appartamento in via Rovani. La mise incinta di Barbara alla fine del 1983, essendo ancora regolarmente sposato con Carla Dall’Oglio. Prima del matrimonio, celebrato il 12 dicembre 1990 avendo come testimoni i coniugi Craxi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta, nascono Eleonora e Luigi.
• Dal giorno del matrimonio e soprattutto dopo che il marito è sceso in politica, s’è tenacemente tenuta nell’ombra, dedicandosi per intero alla famiglia. Quest’assenza è stata però interrotta di tanto in tanto da qualche dichiarazione spiritosa, da qualche intervista non troppo impegnativa, da chiacchiere di vario genere non di rado rinforzate dal marito (come quella, ad esempio, di una presunta relazione con Massimo Cacciari), da un libro che le ha dedicato Maria Latella (Tendenza Veronica, Rizzoli 2004, edita di nuovo nel 2009), da una dichiarazione di voto (scelse il “sì” ai quattro referendum sulla fecondazione assistita del 12-13 giugno 2005, facendo sapere che aveva vissuto anche lei il dramma dell’aborto). Proprio queste piccole fessure, ricavate in una clausura che si pretendeva compatta, hanno reso clamorosa la stessa assenza, da un certo momento in poi notata e lodata da tutti. Quindi Veronica non è affatto scomparsa, ha solo scelto un metodo sottile per restare in scena. «La strategia dell’assenza può produrre un rumore assordante. Al fianco di un marito onnipresente e sovresposto, la vera comunicatrice – padrona del non detto – è lei, icona mediatica moltiplicata dal silenzio» (la Repubblica).
• «Come molte mogli carine e cinquantenni, ma legate allo stesso marito da quasi trent’anni, anche Veronica lotta contro la SSDT, la sindrome da “Sono Diventata Trasparente”. Il tipico marito di mezz’età, ricco, potente e comunque soddisfatto, offre al massimo un affetto costante ma tiepido, sempre manifestato da lontano. Da lontano, parla benissimo della consorte, brava moglie, ottima madre eccetera, ma, appunto, com’ebbe a confidare Veronica Berlusconi l’estate scorsa: “Ne parla come se si trattasse di una cara salma, una defunta alla quale s’è voluto un gran bene e che però ora, da lassù, veglia serena sui suoi cari”. Ecco, dopo anni di rifugio di lusso a Macherio, Veronica Berlusconi dev’essersi stancata d’essere considerata “una cara salma”, la castellana alla quale nulla manca se non, guarda caso, un po’ d’attenzione del marito» (Maria Latella).
• «Nei primi anni di vita in comune Silvio mi chiedeva consiglio su tante cose che riguardavano il suo lavoro, le sue decisioni. Poi, col tempo, ho capito che lo fa con tutti».
• Quando stava preparando il libro con la Latella, il marito le si offrì come correttore di bozze (offerta declinata). Non ha mai letto, poi, il volume stampato.
• «Nel libro fa capire che le sarebbe piaciuta un’altra vita, che si trova accanto a un uomo che non è il suo ideale» (Daniela Santanché).
• «(...) Il modello delle altre dimore di Berlusconi, a Roma, a Portofino e in Sardegna, o sulla collina di Macherio, il villone della seconda moglie, l’ex attrice Miriam Bartolini, detta Veronica, madre degli altri tre figli – Barbara, Eleonora, Luigi – cresciuti alla scuola teosofica di Rudolf Steiner, con la proibizione di guardare la tv. Tutte ville congelate nella identica sequenza di divani fioriti, tappeti persiani, paesaggi a olio, vassoi d’argento carichi di bonbon, taccuini bianchi e pennarelli neri, allineati accanto a ogni telefono, in ogni stanza. Tutte immerse nel silenzio e nella penombra. Prigioniere di un ordine maniacale che Silvio si vanta di monitorare personalmente: “Quando posso, controllo con il dito la polvere sui mobili. Alzo i tappeti. Sono bravo anche come donnino di casa”» (Alexander Stille).
• A una delle prime riunioni con i coordinatori dell’appena fondato partito di Forza Italia, Silvio Berlusconi parlava perdendo un po’ il filo del discorso. A un certo punto andò in fondo alla sala e raddrizzò un quadro storto dicendo: «Scusate, mi distraeva».
• Per festeggiare i 50 anni della moglie Veronica, il marito la sorprese a Marrakesh presentandosi vestito da tuareg con sette odalische che gli ballavano intorno. Lei, che era andata in Marocco senza di lui, non lo riconobbe. Dopo aver gettato la maschera, lui le regalò una collana di diamanti.
• «Mio marito non è un caimano. Su di lui è stato fatto un solo film, l’ha girato Woody Allen e si chiama Zelig».
• La mattina del 31 gennaio 2007 Silvio Berlusconi, avendo fatto lo spiritoso con parecchie ragazze durante la cerimonia dei Telegatti, si ritrovò stampata sulla prima pagina di Repubblica una lettera della moglie al direttore di quel giornale (Ezio Mauro) che cominciava così: «Egregio Direttore, con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico, imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: “... se non fossi già sposato la sposerei subito” “con te andrei ovunque”. Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l’età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito e all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l’occasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi “La metà di niente” (...)».
• Seguì uno scandalo di dimensioni planetarie: in pochi minuti i siti dei principali quotidiani del mondo piazzarono la notizia della lettera al primo posto tra le notizie di giornata, la sera tutti i talk-show della televisione italiana dedicarono ore e ore di dibattito alla lettera (considerandola esclusivamente sotto il profilo sentimentale), a partire dal giorno dopo i quotidiani e i settimanali di tutte le tendenze dedicarono al conflitto coniugale decine e decine di pagine. Berlusconi intanto, consultati gli avvocati e commissionato un sondaggio, diffuse nello stesso pomeriggio del 31 gennaio una lettera di scuse alla moglie di tono caramelloso. Poi diede incarico di affrontare l’affaire al suo avvocato, Nicola Ghedini: con la moglie non voleva parlare, alla fine di un litigio che era scoppiato tra i due la domenica precedente aveva detto ai suoi tre figli di secondo letto: «Spiegate a vostra madre che non può tirare troppo la corda». La telefonata di Ghedini – secondo la ricostruzione che ne ha fatto su Repubblica Claudio Tito – si svolse così. Ghedini: «Lei, signora, ha fatto una cosa gravissima. Ma come le è venuto in mente. Questi sono affari privati, non si mettono sui giornali. Eppoi abbiamo sempre trovato una soluzione, mi pare. Ne stavamo parlando, stavamo trattando ma ora rischia di rovinare tutto. Io lo dico anche nel suo interesse». Veronica: «Non c’è niente da trattare».
• Come si capì quasi subito, la questione aveva molto poco a che fare con faccende sentimentali e molto invece col trattamento che Berlusconi stava riservando ai tre figli avuti da Veronica, nettamente svantaggiati rispetto ai due avuti da Carla Dall’Oglio. Piersilvio infatti comanda le televisioni e Marina la Mondadori, mentre Barbara, Eleonora e Luigi non possono vantare più di qualche presenza ininfluente in qualche consiglio d’amministrazione. Berlusconi aveva dichiarato, poco prima che uscisse la lettera di Veronica, un patrimonio di 50 miliardi. Dopo la pubblicazione della lettera e la telefonata di Ghedini, Berlusconi passò due giorni chiuso in casa con la moglie.
• I due si sono poi fatti fotografare mano nella mano alla fine di luglio 2008. Servizio del settimanale mondadoriano Chi, tutto dedicato all’amore ritrovato. Il documento aveva una forte valenza politica anche in conseguenza delle voci, al culmine pochi giorni prima, su Mara Carfagna (vedi Sabina Guzzanti).
• Il 13 dicembre 2008, in occasione del matrimonio tra Marina Berlusconi e Maurizio Vanadia, Veronica e Carla Dall’Oglio si incontrarono per la prima volta. Le due si strinsero la mano, «piacere, piacere », senza poi rivolgersi parola. Tavoli separati, durante il pranzo: «Carla con gli sposi, Veronica ha invece preso posto insieme al premier, i loro figli e Paolo Berlusconi» (Roberto Rizzo) [Cds 14/12/2008].
• «Sono la leghista della famiglia, il governo rinunci alle idee imprenditoriali, lasciamo riposare in un cassetto il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina» (Veronica Lario in Berlusconi alla Stampa nel 2009) [Giuseppe Cruciani, Questo ponte s’ha da fare, Rizzoli, 2009].
• Il 26 aprile 2009 Berlusconi partecipa a sorpresa, in un locale per ricevimenti sulla circumvallazione esterna di Napoli, alla festa dei 18 anni di Noemi Letizia. Sia lei sia la madre chiamano Berlusconi «papi». Noemi dice che è «un amico di famiglia: mi conosce da quando ero piccola piccola. Mio padre frequentava i socialisti e così conobbe Silvio».
• Il 28 aprile 2009, alle 22.38, arriva all’Ansa un suo comunicato in merito alla candidature di attrici, veline e meteorine alle Europee che la Lario definisce «ciarpame senza pudore»: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido. Quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere. Voglio sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire. Mi indigna la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere». E, a proposito della partecipazione di Berlusconi alla festa per i 18 anni di una ragazza napoletana: «Cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».
• Il 3 maggio tutti i quotidiani riportano la notizia della richiesta di separazione. Dopo quasi trent’anni di matrimonio, lo scandalo Noemi ha fatto traboccare il vaso, la Lario prepara le carte del divorzio: «Chiudo il sipario sulla mia vita coniugale, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro». Poi ha aggiunto: «Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni». Per discutere la causa ha scelto l’avvocato Maria Cristina Morelli: la separazione non sarà consensuale ma con addebito.
• Daniela Santanché, sulla prima pagina di Libero di domenica 31 maggio 2009, ha svelato che «Veronica ha un compagno»: «Non è Silvio che ha sfasciato la famiglia, ma è la moglie che da anni ha una storia con un altro uomo. Nessun gossip. Qui c’è di mezzo il futuro del Paese. Veronica Lario da molto tempo ha al fianco un suo compagno. Si chiama Alberto Orlandi, ha 37 anni, è a capo del servizio di sicurezza della villa di Macherio e con lui condivide progetti, interessi e vacanze. Berlusconi lo sa. Non solo, ma ha tentato di tutto per tenere ugualmente in piedi la famiglia… Con la moglie ha fatto un patto… Andiamo avanti, non sfasciamo tutto. Ha pensato ai figli, ai nipotini». Replica di Alberto Orlandi, sposato e padre di un bambino: «Tutte robe inventate. Queste voci servono solo a rovinarmi il nome, la carriera, la famiglia. Io sono un professionista serio». Le voci non sono mai state confermate.
• Nel 2009 Veronica Lario spese più di 500 mila euro per una vacanza di un mese in Cina.
• A novembre del 2009 avrebbe fatto richiesta di 43 milioni di euro l’anno, ossia poco più di tre milioni e mezzo al mese come assegno di mantenimento (Federico De Rosa) [Cds 26/11/2009].
• «Veronica Berlusconi, divorziando, ha più da perdere che da guadagnare. Nell’ipotesi, del tutto teorica, data la vantata immortalità del marito, che Berlusconi manchi prima di lei, il Sole 24 Ore ha calcolato che Veronica e i tre figli avrebbero un’aspettativa ereditaria del 55% degli 8 miliardi del tesoro Berlusconi, contro il 20% di Marina e Pier Silvio (il restante 25% rientra nella quota di cui il Cavaliere può disporre liberamente); nel caso in cui Veronica divorzi, l’aspettativa dei suoi tre figli sarebbe del 39%, contro il 26 dei fratelli e il 33 di quota disponibile» (Roberta).
• Veronica Berlusconi alle amiche che le fanno notare come i giornali battano spesso il tasto dei soldi: «Siete fuori strada, non c’entrano il patrimonio e le divisioni fra i figli. Se il problema fosse questo me ne starei tranquilla e non mi metterei in uno scontro frontale con l’uomo più ricco e potente d’Italia».
• A settembre del 2010 Veronica Lario lascia la villa di Macherio e va ad abitare nell’Hotel de la Ville, albergo di lusso con affaccio sul parco di Monza. Alloggia nella dependance d’inizio ’900 adiacente all’albergo: cinque camere di lusso, una junior suite «La Terrazza» e una suite «La Veranda». Arredi in stile delle camere e tanti comfort tecnologici, come i tv color Sony 29, l’hi-fi, l’accesso ad internet wireless ad alta velocità, il monitor tv-Lcd. Bagni in marmo, salotto con libreria, camino e piccolo biliardo. E ancora la sauna, la sala gym e il garage sotto il giardino pensile (Angela Frenda) [Cds 21/9/2010].
• Il 30 gennaio 2010, dopo nove mesi senza vedersi, Veronica Lario e Silvio Berlusconi si sono incontrati in tribunale. Con loro, gli avvocati: quattro per lui, uno per lei. L’udienza di conciliazione è durata cinque ore, ma il loro faccia a faccia è durato 20 minuti (Angela Frenda) [Cds 31/1/2010].
• A Natale 2012 la nona sezione civile del Tribunale di Milano decide che: a Veronica Lario vanno tre milioni di euro ogni mese (circa 100 mila al giorno), a Silvio Berlusconi resta la villa di Macherio stimata 78 milioni, ma entrambi rinunciano a chiedere «l’addebito» di colpa.
• A marzo del 2013 Berlusconi presenta l’appello nel quale fa riferimento esattamente «all’abnormità» della precedente sentenza e si accenna al fatto che la cifra stabilita dalla sentenza di primo grado non è sostenibile dal Cavaliere (il cui patrimonio personale è stato stimato dalla rivista Forbes nel 2012 in 5,9 miliardi di dollari, tre in meno che nel 2011) che inizialmente aveva proposto un assegno da 300 mila euro al mese più 7 milioni di euro lordi all’anno. I giudici di secondo grado hanno respinto, in sostanza, la richiesta dell’ex premier di sospendere d’urgenza l’esecuzione provvisoria della sentenza, concedendo solo un piccolo sconto: dovrà versare l’assegno mensile non a partire da maggio 2010 ma da settembre dello stesso anno.
• Dopo la condanna a quattro anni di carcere per frode fiscale, a Ferragosto 2013 Veronica ha chiamato l’ex marito per dirgli: «Ti sono vicina». Scrive Maria Latella sul Messaggero: «Per carattere, Veronica Lario non è abituata a sparire dalla vita di chi è in difficoltà. Non l’ha fatto, per esempio, con Anna Craxi: negli anni dell’esilio di Bettino ad Hammamet, e anche dopo, è andata a trovarla». Pare che i due stiano cercando di trovare un accordo economico «per chiudere una vertenza che altrimenti potrebbe durare anche dieci anni. E condizionare la sorte delle aziende e persino l’eredità dei figli» (Paolo Biondani) [Esp 20/9/2013].
• Nel luglio del 2013 Berlusconi presenta, in gran segreto, una seconda causa nei confronti della moglie, questa volta per divorzio e non per semplice separazione consensuale (la legge lo consente). Il processo si tiene a Monza, perché Veronica Lario risiede nel territorio che fa parte del distretto di questo tribunale. In ottobre, interviene la sentenza di primo grado che dimezza l’assegno di mantenimento mensile: da 3 milioni al mese a 1,4. «Un taglio netto, contro il quale la Lario ha presentato appello, avvenuto principalmente per due motivi. Il primo è che dopo il divorzio non deve essere garantito lo stesso tenore di vita di cui il coniuge più “svantaggiato” aveva nel matrimonio, ma ciò che conta principalmente è il contributo che ciascuno dei coniugi ha dato alla formazione del patrimonio familiare. In questo caso evidentemente la signora ha portato a casa molto meno del Cavaliere, il quale ha visto crescere ulteriormente la sua già smisurata fortuna personale. Il secondo motivo di ridimensionamento è legato al fatto che nel frattempo Veronica Lario ha restituito a Berlusconi la villa di Macherio, che tra l’altro ora è stata anche chiusa» (Giuseppe Guastella) [Cds 19/2/2014].
• Il 18 febbraio 2014, con una sentenza parziale, il tribunale di Monza dichiara la fine del matrimonio: dopo 22 anni entrambi gli ex coniugi, se vorranno, potranno risposarsi. Con la sentenza, resa pubblica il 23 giugno 2015, il tribunale stabilisce anche l’entità dell’assegno di mantenimento che il Cavaliere dovrà staccare ogni mese per mantenere il tenore di vita della ex moglie: 1 milione e 400 mila euro (con le tasse diventano 800 mila netti). Meno della metà di quei 3 milioni e mezzo al mese chiesti e ottenuti dalla signora Lario quando si separò per evitare “l’addebito con colpa” all’ex marito, nel maggio del 2010 (Paolo Colonnello) [Sta 24/6/2015].
• Nel settembre del 2013 la Lario si è trasferita nel centro di Milano, 1.000 metri quadri in via Bigli, la stessa via dove hanno vissuto Albert Einstein (al civico 21), Eugenio Montale (al 15). «E come vicini, è destinata a trovarsi Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, il presidente dell’Inter Massimo Moratti e Daniela Rosati, ex moglie dell’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, che vivono a un passo dal Duomo, nella strada che congiunge via Pietro Verri a via Alessandro Manzoni» [L43 17/9/2013].
• Alla prima votazione in Parlamento per il presidente della Repubblica, nel 2013, la Lario ha ricevuto un voto.
• A 54 anni Veronica ha scoperto l’equitazione. Allo sport dedica il tempo che non passa con i nipotini. Latella: «Durante la settimana segue i due figli di Barbara, Alessandro ed Edoardo, per lasciare alla figlia quel tempo per la carriera che lei per sé non ha voluto. Di tanto in tanto va a Londra, dove per metà del tempo vive la secondogenita Eleonora col compagno Guy e il figlio Riccardo. La domenica, di solito, è tutta sua. Qualche mostra interessante, qualche competizione equestre, un concerto, qualche sera a teatro, per vedere Toni Servillo, Gioele Dix, Fabrizio Gifuni o la prediletta Licia Maglietta. Capita, ogni tanto, ed è capitato a un concerto del cantautore Roberto Vecchioni, che incroci qualcuno che con lei ha recitato trent’anni fa (Maria Latella) [Mes 27/8/2013].
Che domenica bestiale, di Fabio Concato, era la canzone di Veronica e Silvio: «Questa canzone rappresenta bene i nostri ritmi di vita, legati ai momenti che riusciamo a ritagliarci soltanto nei giorni festivi...» (a Maria Latella).
Patrimonio Possedeva il 38% del Foglio di Giuliano Ferrara, il quale diceva del suo gruppo: «Siamo berlusconiani tendenza Veronica», ma nel 2011 ha ceduto le sue quote a Paolo Berlusconi editore del Giornale, che attraverso la finanziaria Pb, è diventato il primo azionista del Foglio. È proprietaria del cento per cento della finanziaria Il Poggio, a cui sono intestati tre appartamenti, uno a Porto Rotondo (stima 2006: 600 mila euro), uno a Bologna (117 mila) e uno a Londra. Piuttosto redditizi i tre immobili a uso ufficio che possiede tra Milano e Segrate. Avrebbe poi incassato 15 milioni dalla vendita di Villa Minerva in Sardegna al miliardario russo Tariko Rustam. La sua Il Poggio Srl, che ha un patrimonio di immobili in carico per oltre 46 milioni di euro, ha però chiuso il bilancio 2012 in perdita per 191.756 euro rispetto al passivo di 71.799 euro dell’esercizio precedente. In perdita anche nel 2013 e nel 2014 (per oltre 1,3 milioni di euro). Andrea Giacobino su ItaliaOggi: «Ma, quel che più balza agli occhi, è contenuto nella relazione sulla gestione là dove si dice che, pur in presenza di un fatturato cresciuto anno su anno da 3,8 a poco più di 4 milioni, “nel corso dell’esercizio, a causa della crisi economica in atto, abbiamo dovuto rideterminare con alcuni nostri inquilini i canoni di locazione al ribasso in relazione a una richiesta di riduzione degli spazi occupati. Tale rideterminazione che ha coinvolto anche il nostro principale inquilino – comporterà lo spostamento di un intero palazzo in Segrate con un effetto negativo sui prossimi risultati di esercizio”. Si tratta del famoso “Palazzo Canova”, sito a Milano 2 all’interno del complesso immobiliare denominato Centro direzionale Milano 2: comprato dalla Lario nel 2009 grazie a un mutuo di 34 milioni concesso dalla Banca Popolare di Sondrio. Esso consta di otto piani, con 94 porzioni immobiliari in parte utilizzate come uffici in parte come esercizi commerciali: supermercati (Il Crai) e un american wine bar di grido. Nel patrimonio immobiliare della ex first lady ci sono anche tre appartamenti (uno a Olbia, uno a Bologna e uno a Londra), tre immobili a uso ufficio siti fa Milano e Segrate e 55 posti auto sempre a Segrate, oltre alla Orchidea Realty Corp».
Politica Da giovane era di sinistra.
• Intervistato nell’ottobre 2007 da Maria Latella per il settimanale A, Walter Veltroni disse che le avrebbe volentieri offerto un posto in suo eventuale governo: «Mi piacerebbe un Paese dove si incrociano le idee, penso sarebbe bello che Veronica Berlusconi potesse dare un suo contributo. Ha due caratteristiche rare: è open minded, curiosa, e ha una grande autonomia intellettuale». Risposta della Lario (dopo aver ringraziato): «Come moglie del leader dell’opposizione ho un ruolo e lo rispetto. Ci sono confini che non possono essere superati». Berlusconi, sul Giornale, la elogiò poi per «il modo garbato con cui ha risposto» a Veltroni.
• Subito dopo le elezioni politiche del 2008 ha rivelato a Luca Ubaldeschi della Stampa forti simpatie leghiste. Non solo «dobbiamo ascoltare ciò che chiede la Lega», ma addirittura «dobbiamo ammettere che l’Italia non si riconosce più in un valore come l’unità del Paese (...) il Nord patisce di più a causa di un costo della vita superiore anche del 30% rispetto al Sud (...) il Paese si muove a velocità diverse, prendiamone atto, c’è un’unità artificiale. Consiglio di assistere a Tutta colpa di Garibaldi, uno spettacolo in cui Gioele Dix, con intelligenza, dimostra come l’unificazione dell’Italia sia stata una forzatura. Il Paese non è mai stato pronto né adatto per essere uno stato unitario e non è mai maturato a sufficienza per diventarlo».
• In un gioco scherzoso alla radio, con Fiorello, Bertinotti le ha assegnato la Coppa Marx, facendola prevalere su una quantità di famosi evidentemente non marxisti.