31 maggio 2012
Tags : Mario Landolfi
Biografia di Mario Landolfi
• Mondragone (Caserta) 6 giugno 1959. Politico. Eletto alla Camera nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (An, Pdl). Ministro delle Comunicazioni nel Berlusconi III (2005-2006) ed ex presidente della commissione di vigilanza Rai. Coordinatore di An in Campania.
• Giornalista professionista del Secolo d’Italia, chiese l’aspettativa per motivi politici: «Venivo tutte le mattine a Roma in treno dalla provincia di Caserta, e a Storace, che era rubicondo e assai goloso già a quei tempi, portavo tavolette di cioccolata militare».
• Due volte a capo della Commissione parlamentare di vigilanza sul sistema radiotelevisivo, «tutti ricordano il suo infortunio su una storia di ordinaria raccomandazione. Correva l’anno 2000 e il direttore del Tg1, Gad Lerner, nell’atto di dimettersi dopo le polemiche scatenate da un servizio troppo esplicito su un’operazione di polizia contro i pedofili, mostrò in diretta televisiva un bigliettino con il quale Landolfi gli aveva chiesto una raccomandazione per una giornalista di Unomattina» (Dino Martirano).
• Famiglia di profumieri casertani: «Uno è chiuso nella toilette a contare le sue boccette di profumo. A un certo punto, la suocera bussa e gli fa: “Vedi che ti cercano da Roma, dicono che devi andare a fare il ministro”. Non è una barzelletta. È la vera storia di Mario Landolfi» (Barbara Romano).
• Nel 2007 indagato con altre 19 persone per concorso in corruzione e truffa aggravato dal favoreggiamento camorristico. Sua difesa: «Il mio impegno politico è limpido. In vita mia non ho mai corrotto né truffato, non mi sono mai occupato di appalti e cose del genere». Al deputato dell’Idv Francesco Barbato che lo accusò in aula di fare «praticantato con la camorra e carriera con il Pdl» rispose: «Voglio consegnargli idealmente ed evangelicamente un macigno, chiedendogli di scagliarmelo addosso se lui non ha mai ricevuto richieste di interessamento a posti di lavoro. Io l’ho fatto perché vengo da un territorio difficile. Mi sono sporcato le mani ma tenendo puliti la mente e il cuore».
• Il 15 maggio 2012 fu rinviato a giudizio con le accuse di concorso in corruzione e truffa aggravate dall’avere agito per favorire un clan camorristico, quello dei Casalesi. Così decise il gup Alessandra Ferrigno al termine dell’udienza preliminare, accogliendo la richiesta del pm Alessandro Milita. Il Sole 24 Ore: «Landolfi avrebbe corrotto un consigliere comunale di Mondragone facendolo dimettere un mese prima della scadenza del consiglio, del quale si impedì così lo scioglimento; in cambio il parlamentare gli avrebbe offerto un contratto di lavoro di tre mesi per la moglie nel consorzio Eco4 e un posto nella futura giunta comunale. Poiché la donna, durante i tre mesi, percepì lo stipendio ma non andò a lavorare, si configura anche la truffa». Il processo iniziò il 9 luglio 2012: «È una vicenda farsesca contro di me non c’è una sola prova. Avrei potuto avvalermi delle mie prerogative parlamentari e, come era orientamento della Camera, non acconsentire all’uso delle intercettazioni invece non solo ho acconsentito, ma le ho addirittura pubblicate su Facebook. Ho reso un interrogatorio di due ore e mezzo, spiegando punto per punto la vicenda, e ho depositato un’informativa della Guardia di Finanza del 2009 dalla quale si evince che la signora non è stata assunta nel consorzio “Eco4” grazie a me. Ciò nonostante, il gup ha disposto il giudizio». [Fat, 15/05/2012]
• Nel 2013 si è ripreso il vecchio lavoro, è tornato a scrivere per il Secolo d’Italia: «Però mi mancherà tanto l’aula. Ho solo 53 anni ma ci ho passato una vita. Almeno esco con soddisfazione: non mi ha bocciato il popolo, mi hanno eliminato i nazisti». Lavora da casa per «per volere dell’editore» e percepisce uno stipendio di duemila euro al mese.
• Sposato, tre figli.