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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Vivian Lamarque

• (Comba Provera Pellegrinelli) Tesero (Trento) 19 aprile 1946. Poetessa. Figlia illegittima di una famiglia di origini valdesi (il nonno era il pastore Ernesto Comba, autore nel 1935 di un’importante Storia dei Valdesi, pubblicata e più volte ristampata dalla casa editrice Claudiana), a nove mesi viene adottata da una famiglia cattolica milanese. A quattro anni perde il padre adottivo. A dieci scopre di avere due madri e inizia a scrivere le prime poesie «Sono una “cercatrice” nata e lo sarò fino alla fine. Ho iniziato cercando madri, padri, fratelli. sorelle consanguinei di ogni genere, ne ho inseguito senza pace le tracce, ho sacrificato anni centrali della mia vita in questa ossessiva ricerca. Li ho rintracciati quasi tutti, uno a uno. Sì, ho trovato i singoli, ma non l’insieme. È il mio arto mancante. Nonostante ora mi avvicini ai 70 e sia madre e nonna, continuo a sentire il mondo diviso per due, col resto di uno, io» (ad Alessandro Bottelli) [Avv 11/7/2012].
• «Lamarque è il cognome del marito, Paolo Lamarque, pittore o, come dice un verso, “il più pittore di tutti”. Tutte le sue poesie sono poesie d’amore anche se non si tratta affatto di un canzoniere organico, perché tutto in lei è offerta (teatrale) d’amore: l’amore bizzoso dei bambini, l’amore adulto (ma pur sempre bambino) per il marito, l’amore-transfert per lo psicanalista junghiano con cui fa l’analisi negli anni Ottanta e che anima diverse raccolte: Il signore d’oro, Il signore degli spaventati e Poesie dando del Lei, l’amore per la figlia Myriam» (Paolo Mauri). Altre raccolte: Teresino (premio Viareggio opera prima nel 1980), Una quieta polvere. Nel 2002 uscì un Oscar Mondadori Poesie, nel 2007 Poesie per un gatto. Tra i libri per bambini: La luna con le orecchie, Il flauto magico e da ultimo Storielle al contrario (Einaudi ragazzi 2013).
• «Il titolo del suo esordio rinvia anche a Tesero, il paese dei presepi, dove non può che nascere un’appassionata come lei dell’atmosfera natalizia e della neve, tanto che se i fiocchi non arrivano se li fa in casa con una bomboletta spray» (Roberto Cicala) [Rep 27/2/2014].
• «La neve è la mamma che vorrei».
• Ha insegnato italiano agli stranieri e letteratura in licei privati. Ha tradotto La Fontaine, Valéry, Prévert, Baudelaire. Scrive dal 1992 sul Corriere della Sera e su Sette. Nel 2013 l’editore Meravigli ha raccolto una selezione dei suoi articoli scritti per la rubrica che tiene da anni sulle pagine milanesi del quotidiano (Gentilmente) nel libro Gentilmente Milano «Mi piace tanto, quasi come a un gatto, stare alla finestra (specie a quelle su strada) e anche ai finestrini del tram, molti dei miei pezzi sul Corriere sono nati così. I miei milanesi prediletti hanno ali piume zampette code radici foglie, seguono poi tutti gli altri, di tutte le età e di tutti i colori, anche quelli venuti da lontano “con i loro negozietti in una mano”» [dalla prefazione dell’autrice].
• «Facilissimo essere poeti a Milano. Perché è il “male di vivere” a metterti in mano la penna, non l’armonia, non l’equità» (ad Alberto Pezzotta). «È forse quando Milano ti ferisce l’anima, che bussa la poesia. Quando Milano è gentile, la percorro in bicicletta, non scrivo. Dentro la mia poesia abita Musocco, la grande casa dei morti. Là c’è il più caro di tutti, il padre che persi a quattro anni, lui ne aveva solo 34».
• All’interno della serie “Gente di Milano” Silvio Soldini le dedicò il video Quattro giorni con Vivian: «Non siamo più capaci di svenire come le nostre bisnonne, altrimenti quando il poeta e ideatore Giovanni Bonoldi mi annunciò che Soldini avrebbe girato un documentario sulla mia poesia, sarei volentieri svenuta. Mi inchioderò alla scrivania, pensai per farmi coraggio, e da lui protetta leggerò versi su versi».
• «La consapevolezza di essere “una poetina media / normale / da due righe e mezzo / sulla garzantina universale” (dieci su quella della Letteratura) non le ha però impedito di circondarsi, negli anni, di un pubblico crescente e motivato, formato da lettori senza età. In particolare, Vivian Lamarque ha saputo tradurre, con efficacia pari alla sorprendente naturalezza del suo stile, il doloroso impatto con la realtà in quella morbidezza incantata che muove le favole, dove accanto all’aitante principe azzurro è facile incontrare anche qualche orco dagli appetiti mai sopiti o il solito lupo impenitente, sempre a caccia di spensierate, succulente prelibatezze» (Alessandro Bottelli).
• «È quasi facile fare una poesia / basta prendere un pezzetto / di carta e una matita, è come / per la terra fare un filo d’erba / una margherita».
• Le poesie «Come foglie possono cadere. Non tutte sono sempreverdi, alcune che credevi eterne sbiadiscono, rinsecchiscono, si fanno presto dimenticabili, oppure come frutti si fanno divorare dal tempo e poi quando le cerchi non ci sono più» (a Bottelli cit.).
• Dei poeti dice «Forse siamo tutti quanti insopportabili. Ma non è un problema, frequentateci poco e leggeteci tanto! Per fortuna i miei prediletti sono quasi tutti morti e corro dunque meno rischi» (a Bottelli cit.).
• «Fin da scuola ho il vizio di andare fuori tema».
• Vorrebbe fosse obbligatorio «Mettere fiori su tutti i balconi, edifici pubblici compresi», perché «Anche i fiori, come la poesia, parlano a pochi. La maggioranza degli uomini non ne conosce la lingua, né è interessata a impararla, tantomeno si lascia coinvolgere dai loro argomenti» (a Bottelli cit.).
• Nonna, a tempo pieno, di due nipoti.