31 maggio 2012
Tags : Laganà Fortugno
Biografia di Laganà Fortugno
• MariaGrazia Locri (Reggio Calabria) 17 maggio 1959. Medico. Vedova di Francesco Fortugno (1951-2005), vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso a Locri in un seggio allestito per le primarie dell’Unione. Eletta alla Camera nel 2006 e 2008 (Ulivo, Pd).
• Indagata dalla Dda di Reggio Calabria per una vicenda che risalirebbe al periodo in cui era vicedirettore sanitario dell’azienda sanitaria locrese, il suo nome «è emerso nel contesto di una “truffa ai danni dello Stato” che sarebbe avvenuta nel 2005 prima dell’omicidio del marito e precedente allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asl di Locri» (Giuseppe Baldessarro).
• Il 6 ottobre 2012 è stata condannata dal tribunale di Locri (Rc) a due anni di reclusione (pena sospesa). Secondo i giudici di primo grado, i reati commessi sono tentata truffa e abuso ai danni dell’Asl di Locri. Nell’estate del 2005 la Laganà avrebbe ordinato materiale da utilizzare al pronto soccorso con una trattativa privata, senza cioè indire una gara pubblica. L’azienda alla quale la dirigente si era rivolta era la Medinex, di proprietà di Pasquale Rappoccio, in carcere perché considerato prestanome della ‘ndrangheta. Lo spunto investigativo all’indagine fu fornito agli inquirenti dalla dottoressa Albina Micheletti, all’epoca responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Locri. La dirigente aveva ritenuto “eccessivo” il materiale ordinato “a sua insaputa” dalla Laganà, rifiutandosi di ritirarlo. Costretta in seguito a firmare il foglio d’acquisto in bianco, aveva denunciato il vicedirettore sanitario ritenendosi “raggirata”. La stessa Micheletti finì sotto processo, ma i giudici l’hanno assolta. «“Non ho costretto nessuno a firmare quell’ordinativo. Con la Micheletti non ho mai avuto rapporti né sul piano personale, né su quello professionale”, ha dichiarato la Laganà. La parlamentare ha anche affermato di “non conoscere l’imputato Rappoccio, perché, tra l’altro, è di una parte politica distante dalla mia”» (Carlo Macrì) [Cds 7/10/2012].
• «Avevo messo in conto la delegittimazione nei miei confronti, da parte di ambienti di borghesia mafiosa, ma non pensavo che chiedendo di fare piena luce sull’omicidio di mio marito mi sarei dovuta scontrare con parte delle istituzioni, né che si tentasse di spostare l’attenzione dalle indagini sull’omicidio ad altri e diversi temi. In ogni caso nessuno può pensare di rendermi ostaggio, qualunque prezzo personale o politico io debba pagare».
• In seguito alla condanna si è autosospesa dal partito e dal gruppo parlamentare del Pd e si è iscritta al gruppo Misto.
• Due figli, Anna e Giuseppe.