31 maggio 2012
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Biografia di Ignazio La Russa
• Paternò (Catania) 18 luglio 1947. Politico. Ministro della Difesa (Berlusconi IV). Eletto alla Camera nel 1992, 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (Msi, An, PdL). Reggente di An dopo l’elezione di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera (maggio 2008). Ex leader del Fronte della gioventù. Figlio di Antonino La Russa, avvocato e federale di Paternò, poi senatore del Msi. «Avevo dieci anni quando papà mi fece pronunciare un discorso da un palco, alla vigilia di un’elezione comunale».
• Da titolare della Difesa, ha dato seguito al decreto sicurezza del ministro degli Interni Maroni, mandando tremila soldati armati a pattugliare le strade di dieci zone metropolitane. È intervenuto sulle polemiche suscitate da questa misura (su cui vedi Roberto Maroni) sostenendo: «È solo un esperimento, al massimo può durare un anno. Ma se vogliamo evitare la sicurezza fai-da-te, come le ronde che sono un’idea pericolosa, bisogna far sentire la presenza dello Stato nelle città». Ha lanciato anche la proposta di una mini naja di un mese all’anno per i giovani interessati ad un «addestramento atletico, mentale e militare, con una bella iniezione di riferimenti culturali».
• Commemorando a Porta San Paolo il 65° dell’8 settembre, difese i giovani di Salò, «che combatterono per la patria» e «meritano rispetto». Questa presa di posizione, molto contestata, fu tra quelle che convinse Giuliano Amato ad abbandonare la commissione Alemanno (vedi).
• Ha aiutato la fiorettista Margherita Granbassi ad andare ad Annozero salvo ripensarci dopo le polemiche e guadagnandosi un’interrogazione parlamentare di Cossiga.
• Avvocato penalista, patrocinante in Cassazione, fu parte civile nei processi contro le Brigate Rosse per gli assassinii di Ramelli (Milano), Miralucci e Mazzola (Padova).
• Figlio politico di Pinuccio Tatarella (Cerignola 1935-Torino 1999), fautore convinto della svolta di Fiuggi, che trasformò il Msi in An (a capo dell’assemblea congressuale che diede origine al partito), molto telegenico, tra i più invitati ai dibattiti televisivi. «Pittoresco scacciapensieri» (Alessandro Giuli).
• «Fino al 1994 sulla Navicella il suo nome di battesimo era: Ignazio, sì, ma anche Benito. (E Maria, tanto per complicare le cose). Poi, più o meno in coincidenza con il lavacro di Fiuggi, Benito è scomparso. Per cui oggi l’onorevole La Russa, già Benito (e Maria), rischia soprattutto di essere “Gnazio”. Così lo ha in pratica ribattezzato Fiorello, facendo risuonare l’appellativo alla radio e in tv. E la domanda, certo maliziosa anche se pienamente legittimata dall’andazzo della vita pubblica italiana, è la seguente: sarebbe La Russa diventato (ugualmente) coordinatore di An senza la popolarità regalatagli dal popolarissimo Fiorello? Ora, “digiamolo” pure, nessuno intende qui sopravvalutare il potere dei comici sugli organigrammi dei partiti. Lo stesso ex presidente della Camera Casini, una volta, fece lo spiritoso in aula: “A dire il vero non capisco se l’onorevole collega che sta parlando è La Russa o Fiorello”. Però è anche vero che pochi altri personaggi incarnano, come La Russa, il senso profondo di una trasformazione della politica nel senso degli spettacoli. Nessun’altra carriera trasmette anche a destra l’idea che il lunghissimo dopoguerra, con le sue sacre esclusioni e le altrettanto inviolabili auto-esclusioni, è arrivato al capolinea. Nell’immaginazione, più che Mussolini, La Russa rimpiazza semmai De Michelis. Il grande pubblico non sa bene cosa propone, ma ne riconosce immediatamente la faccia, gli occhi azzurri, la barbetta mefistofelica, le smorfie, la voce roca, l’accento siculo-milanese, perfino il curioso nome che, a sua volta, Ignazio-Benito ha affibbiato al suo primogenito: Geronimo. Cosa c’entra più il fascismo? Da “uomo nero” La Russa si è trasfigurato in “uomo in vista”, uomo televisivo di prima serata, vip mondanissimo, beniamino di Novella 2000. In questo perfino l’aspetto tra il saraceno e l’orientale l’aiuta, se è vero che uscendo dal Ketum Bar un romanissimo avventore l’ha apostrofato: “Ahò, a’ bin Laden!”» (Filippo Ceccarelli).
• Nel luglio 2005 messo nei guai dal cronista del Tempo che orecchiò al bar una sua conversazione con Matteoli e Gasparri, in cui Fini veniva definito «malato» (per via di una presunta storia d’amore col ministro Stefania Prestigiacomo che aveva riempito le pagine dei giornali), debole nelle trattative con gli alleati e succubo di Berlusconi («bisognerebbe prenderlo a schiaffi»). Fini gli promise «lacrime e sangue». I tre sostennero di essere stati «falsificati». Non successe poi quasi niente.
«Ha il premio del presenzialismo. Tra i potenti è imbattibile. Circondato sempre da belle donne. E più la serata procede, più lui si carica. Instancabile» (il fotografo Umberto Pizzi).
• Nel 2009 divenne Coordinatore nazionale del Pdl insieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.
• Il 10 marzo 2010, durante una conferenza di Berlusconi, prese per il bavero e fece allontanare a forza il giornalista Rocco Carlomagno, che lo querelò [Rep 10/3/2010]. Quasi un anno dopo, il 12 febbraio 2011, fu la volta di Corrado Formigli di Annozero, che lui strattonò durante la manifestazione «In mutande ma vivi». Anche in questo caso il giornalista sporse denuncia [Fat 13/2/2011].
• Il 3 maggio 2010, poco dopo la frattura tra Berlusconi e Fini, fondò, all’interno del Pdl, la Nostra destra: non una nuova corrente ma un «polo culturale» all’interno del partito. «Così come vi è una tradizione socialista, una cattolica, persino una radicale, è giusto che nel Pdl vi sia una forte presenza di destra» [Rainews24 3/5/2010].
• Indagato per peculato dalla Corte dei Conti con l’accusa di aver usufruito di un volo di Stato per andare a vedere la partita Inter-Schalke04 il 5 aprile 2011. La Russa ha poi specificato che il suo incarico gli impediva volare su aerei di linea per ragioni di sicurezza:«Non faccio weekend da mesi proprio per non essere costretto a usare voli di Stato» [Cds 12/5/2011 e Mes 13/5/2011].
• «Escluso il premier, il più ricco in Consiglio dei ministri è il titolare della Difesa, Ignazio La Russa, che nel 2010 ha dichiarato un reddito imponibile per il 2009 di 374.461 euro» [Fat 28/3/2011]. Nel 2011 dichiarò 245.910 euro, mentre 2012 il suo reddito era sceso a 166.133 euro: «Tra il 2009 e il 2010, quando era ministro della Difesa del governo Berlusconi, Ignazio La Russa ha percepito dal gruppo Fonsai oltre 451mila euro come “parcelle spese sinistri” e “altre prestazioni di servizi”. Questo è quanto emerse dagli atti dell’inchiesta di Milano che vedeva indagati Salvatore Ligresti e Giancarlo Giannini per corruzione: «Come ho più volte precisato, il mio rapporto professionale con la Sai (poi Sai Fondiaria) data dalla fine degli anni 70 e cioè anni prima che il gruppo Ligresti ne fosse azionista. Nel periodo in cui sono stato ministro della Difesa ho ritenuto, in ragione del mio incarico, di autosospendermi di fatto dall’Ordine degli Avvocati inviando (…). Tant’è che la mia dichiarazione dei redditi 2012 relativa al 2011 non ha avuto alcun reddito professionale. Eventuali parcelle incassate nel 2009 e 2010 e comunque mentre ero ministro, si riferiscono perciò a pratiche acquisite e svolte negli anni precedenti» (così La Russa a Repubblica 22/10/2013).
• Il 20 dicembre 2012 decise di uscire dal Pdl e formò un nuovo partito, Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni. Lo annunciò con un Tweet: «Io e Guido Crosetto lasciamo il Pdl. Nasce Fratelli d’Italia, movimento di centrodestra. Onestà, partecipazione, meritocrazia» [Rep 20/12/2012].
• Nel gennaio 2013 si dichiarò contrario alle adozioni gay a Klauscondio (il salotto tv condotto da Klaus Davi): «Crescere con due papà prima di tutto è una induzione ingiustificata a crescere gay».
• Rieletto il 26 febbraio 2013 alla Camera con il suo nuovo partito con il ruolo di Presidente alla giunta delle autorizzazioni.
• Nell’ottobre 2013 fondò insieme al suo partito Officina per l’Italia, un laboratorio culturale e programmatico con l’obiettivo di creare un nuovo soggetto politico per una destra non berlusconiana: «Partiamo dai principi di Fiuggi (dove fu sepolto il Movimento sociale) per andare oltre An» (Ignazio La Russa) [Cds 10/10/2013].
• Nel febbraio 2014 contro la riforma del governo Renzi: «Questa legge è più incostituzionale del Porcellum e cercheremo di cambiarla in ogni modo» (Alessandro Trocino) [Cds 2/2/2014].
• Sposato con Laura De Cicco. Tre figli, Geronimo (avuto dalla prima moglie Marika Cattarelli, salito spesso alle cronache, da ultimo nel 2014 per una lite patrimoniale. Vedi scheda), Lorenzo Cochis e Leonardo Apache («che si nota che sono un appassionato di storia delle Tribù indiane d’America?).
• Un fratello minore, Romano (Paternò 11 gennaio 1952) eletto nel 2004 al Parlamento europeo (sempre con An), e uno maggiore Vincenzo (Paternò, 10 luglio 1938) deputato negli anni 80 per la Dc, coinvolto anche lui nello scandalo Fonsai.
• Interista.