31 maggio 2012
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Biografia di Stefania Prestigiacomo
• Siracusa 16 dicembre 1966. Politico. Eletta alla Camera nel 1994, 1996, 1998, 2001, 2006, 2008, 2013 (Forza Italia, Pdl). Ministro per le Pari opportunità nel Berlusconi II e III (2001-2006), dell’Ambiente nel Berlusconi IV. A inizio 2008 si parlò di una sua candidatura a presidente della Regione Sicilia. «La politica è il datore di lavoro più maschilista che ci sia».
• «Da ragazza votava Dc, ma simpatizzava per i radicali. È stata a suo modo una ribelle: figlia e nipote di imprenditori siciliani, tubi e guarnizioni –, iscritta al collegio delle orsoline di Siracusa, ne è fuggita perché non ne sopportava la divisa (da allora però è sempre in tailleur). È favorevole alla grazia per Sofri e alla vendita dei profilattici nelle scuole. Giurata a Miss Italia, non è una femminista, non condivide le idee della sinistra, ma le studia: si è spinta a consigliare la lettura della Storia dell’Italia repubblicana di Paul Ginsborg, l’intellettuale anglofiorentino che definisce Berlusconi “disgusting”. La Prestigiacomo invece ne fu folgorata. Era la notte tra il 15 e il 16 dicembre del 93, quella del suo ventisettesimo compleanno, quando fu ammessa ad Arcore come fondatrice dell’Associazione giovani industriali di Siracusa, insieme con ottanta aspiranti candidati. “Eravamo come gli incas portati in mostra in una corte europea del Seicento” ha detto Mario Borghezio, evocando il rito. Stefania invece si è trovata benissimo. “Berlusconi fu molto gentile, suonò l’inno di Forza Italia al piano, ci regalò il kit del candidato, ci salutò tutti e a ognuno fece un complimento. A me disse che ero bella. Ne fui lusingata. Bella e alta, disse”. In effetti: un metro e 80 (40 di piede però). Il Cavaliere decise quella notte che il seggio di Siracusa, già di Luigi Foti, andreottiano, sodale di Nino Drago e Salvo Lima, sarebbe stato suo» (Aldo Cazzullo).
• Quando era ministro per le Pari opportunità, Berlusconi la fece piangere con la battuta: «Stefania, non fare la bambina»: «Si discuteva di quote rosa. Era la quarta volta che il Consiglio dei ministri rinviava la questione. Mi sentii presa in giro, e lo dissi. Allora con Berlusconi litigai davvero: perché in privato avrebbe anche potuto darmi della bambina, ma non doveva permettersi di farlo in pubblico; ero pur sempre un ministro della Repubblica».
• Nel febbraio 2006, quando venne approvata in Senato la legge che prevedeva più donne nelle liste elettorali (voto inutile, perché non ci sarebbe stato tempo in quella legislatura per il passaggio alla Camera), subì attacchi da parlamentari del suo stesso partito «fino a parole irripetibili di cui nessuno si assumerà in seguito la paternità e che la invitano a passare ad An, ad andare a quel paese. Risuonano anche allusioni volgari sulla vita privata. E cori di “buuh”» (Giovanna Casadio).
• Altre polemiche, sempre per la questione delle donne nelle liste elettorali, nel marzo 2014. «I nostri maschietti sono retrogradi solo se c’è il rischio che qualcuno gli porti via la poltrona».
• Da ministro dell’Ambiente si scontrò spesso con i colleghi di Governo e di partito, arrivando anche a minacciare le dimissioni dal Pdl. «In aula si sta votando la legge sull’imprenditorialità. Il ministro è contrario all’articolo 5, norme in materia di comunicazione e catasto sui rifiuti di imprese costituite da disoccupati e cassintegrati. Un articolo che prevede l’esonero. Un detonatore che farà esplodere un ordigno. Perché la Prestigiacomo cerca di spiegare ai suoi deputati del Pdl che quel provvedimento non poteva essere approvato. Inutilmente. Il Pdl decide di votarlo, insieme con la Lega. Il ministro esce a grandi falcate dall’aula e si presenta davanti ai giornalisti con le lacrime agli occhi» (Alessandra Arachi) [Cds 23/12/2010].
• «Viene considerata (da molti esponenti del Pdl, ndr) una “privilegiata” perché è sempre stata al governo (…) La verità è che la signora di Siracusa è avvilita. Sa che l’ambientalismo non è di casa nel Pdl. Le nomine che propone non passano. Tremonti le ha tagliato di brutto i fondi del ministero dell’Ambiente. Epici gli scontri tra i due in Consiglio dei ministri. “Te lo spiego dopo, fuori”, le disse quando lei chiedeva spiegazioni sul mancato trasferimento dei fondi Cipe. “Non siamo scolaretti, non dire cretinate”. Eppure ieri sera a cena è stato il ministro dell’Economia a calmarla, a cercare di sistemare la faccenda, mentre Berlusconi rimaneva nero. Prestigiacomo è isolata nel partito, ha poche sponde, è considerata una stella candente. Forse la vicinanza a Miccichè le ha fatto male. Lei c’era quando il sottosegretario lanciava la sua sfida al Cavaliere, con un foulard arancione (il colore di Forza Sud) al collo. Stefania ha dei problemi con il Pdl a Roma come in Sicilia. Avere organizzato a Siracusa il convegno di “Liberamente”, la componente di cui fanno parte anche Frattini e Gelmini, fu considerata da Angelino Alfano un affronto. Il coordinatore regionale Giuseppe Castiglione, fedelissimo di Alfano e Schifani, non ci andò. Lei alzò le spalle e se ne fece una ragione. Ma con il suo orgoglio paga pegno» (Amedeo La Mattina) [Sta 23/12/2010].
• Contraria ai quartieri a luci rosse che Maroni voleva mettere nel decreto sicurezza dell’estate 2008 («resto contraria alle case chiuse e alla legalizzazione del fenomeno»).
• Favorevole al ritorno del nucleare in Italia. «La storia di Chernobyl andrebbe raccontata meglio. Ha traumatizzato una generazione. Si dovrebbero organizzare dei pellegrinaggi per andare a vedere come vivono le famiglie accanto agli impianti francesi». Il suo impegno in tal senso venne vanificato dal referendum abrogativo del 2011.
• Alla sua gestione si deve il divieto di commercializzazione delle buste della spesa in plastica.
• «Così radicalmente diversa per pragmatismo dall’ideologo dei rifiuti, il Pecoraro Scanio di buona memoria, il ministro che diceva sempre di no quando si trattava di buttar via la spazzatura. Non sopporto le retoriche al femminile, ma la donna in politica mi piace, quando è così» (Giuliano Ferrara).
• Quando (nel 2011) uscirono sui giornali le inrecettazioni relative al “scandalo P4”, emersero frequenti contatti tra lei e Luigi Bisignani. «Chiacchierando con “Bisi” si rammaricava che Berlusconi fosse “poco intelligente”. (In quel periodo, la Prestigiacomo e l’ex premier si incontrarono al matrimonio di Mara Carfagna, ndr) Berlusconi resiste un po’, si tiene, ma ogni tanto il suo senso dell’ironia cede e così la butta lì: “Ehm... io sarei quello poco intelligente...”. Ci ride (finge?) lui per primo; sorrisi anche alla stessa Prestigiacomo, che trova la forza di non abbassare lo sguardo» (Fabrizio Roncone) [Cds 26/6/2011].
• «Epitome della destra in Chanel» (Camillo Langone).
• «Quando Stefania Prestigiacomo, bella, alta, bionda, elegante come una normanna di Sicilia, arrivò in Parlamento, un deputato del Pds sentenziò: “Grazie a Berlusconi, è finita la bruttocrazia”» (Mario Ajello) [Mes 26/1/2014].
• Nel 2009 un sondaggio di Playboy la incoronò come sogno erotico per il 62% dei manager italiani. Nella classifica batté persino Angelina Jolie.
• Con serenità mi posso permettere di dire che essere bella, forse, mi ha aiutato».
• «Ho scoperto per la prima volta l’amore - quello che ti fa battere il cuore - quando avevo 12-13 anni. Frequentavo la prima classe del liceo linguistico delle Orsoline (ero due anni avanti) quando un pomeriggio vidi su un “vespone” scassato un ragazzo alto, bruno, con l’impronta mediterranea. Bellissimo. Aveva due anni più di me ed era già fidanzato con una coetanea. Restai incantata a guardarlo. Riuscii a farmelo presentare e tra noi scoppiò un grande amore (…) Avevo il complesso dell’altezza, ero improvvisamente esplosa fino a un metro e ottanta. Alta alta, magra magra, i capelli lunghi, la faccia da bambina, un “manico di scopa” ancora senza forme travestito da maschiaccio (…) Ero una ragazzina inafferrabile, ma persi la testa per lui, il bello di Siracusa, che mi tradiva con ragazze più grandi. Io ero gelosissima. Un giorno scoprii che usciva con una ragazza della mia scuola, la affrontai dentro l’istituto e la presi a schiaffi. Convocata dalla preside, che era una suora, le urlai che avevo ragione e lei doveva stare dalla mia parte. Fui sospesa, venne mia madre a prendermi e non mi fece più uscire» (dal libro Questo amore di Bruno Vespa, Mondadori, 2011).
• È sposata col notaio Angelo Bellucci (Siracusa 10 gennaio 1950), da cui ha avuto il figlio Gianmaria. A metà 2005 forti chiacchiere, uscite anche sui giornali, a proposito di una sua relazione sentimentale con Gianfranco Fini, alimentate anche dall’improvvisa adesione di lui ai referendum sulla fecondazione assistita (dichiarazione ufficiale di voto: tre sì su quattro) a pochi giorni dalla notizia che lei aveva costituito un Comitato per il sì. Si misero anche in luce coincidenze nei viaggi, ecc. Tutto smentito con vigore. «Ho pagato per una cosa non vera».
• Nel maggio 2010 partecipò, in rappresentanza del governo, alla Mille Miglia, la storica corsa automobilistica. Con lei, si alternò alla guida Franco Frattini (allora ministro degli Esteri). I due presero parte alla tappa Spoleto-Roma a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta berlina del 1957.
• Nella Navicella del 2008, indicò come suo passatempo la «cura degli animali».