31 maggio 2012
Tags : Lucio Presta
Biografia di Lucio Presta
• Cosenza 14 febbraio 1960. Agente tv (Benigni, Bonolis, Venier, Perego, Amadeus, Cuccarini, Clerici,ecc.). La sua agenzia si chiama Arcobaleno 3.
• «Un ex ballerino calabrese dalle idee chiare e dalle maniere decise che ha portato in pochi anni l’artista Bonolis da Bim Bum Bam al gradino più alto della televisione italiana. Sempre rimanendo nell’ombra e lontano dai fari della popolarità. In cambio ha avuto il 15 per cento dei guadagni di Bonolis e si è conquistato la fama di personaggio misterioso e potente» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Amadeus è sempre il solito: se non fosse nella scuderia di Lucio Presta difficilmente condurrebbe un programma di prima serata» (Aldo Grasso).
• «Se ti chiami Presta sai che ciò che proponi andrà comunque in prima serata» (Carlo Freccero).
• Anche direttore artistico del casinò di Sanremo.
• «Sua madre Lucia morì dandolo alla luce a Cosenza il giorno di San Valentino del 1960. “So’ costato caro”. Fu allevato dalla zia Lilia, la sorella più giovane della mamma, “aveva 23 anni, faceva la commessa a Milano, tornò al Sud per accudirmi, ora è morta pure lei”. Era diventata la matrigna, aveva sposato suo padre Michelino. Rapporto difficile, quello col genitore. “Pretendeva che restassi in un collegio per seminaristi a Paola, nonostante non avessi la vocazione. Mi feci cacciare sommergendo i preti di parolacce. Bestemmie no, mai, non sono il tipo. Per punizione papà si fece indicare un collegio che fosse ad almeno 1.000 chilometri da casa. Passai tre anni dai salesiani alla Spezia”» (da un’intervista di Stefano Lorenzetto).
• «Mio padre mi voleva a tutti i costi nella sua impresa di lavori pubblici. Per sottrarmi al destino già segnato, a 14 anni andai a fare il cameriere in giro per il mondo. Nel 1976 venni a Roma a vedere i canti gregoriani ballati per la prima volta da Floria Torrigiani e John Lei con dispensa papale. Due anni dopo a Milano vado a cena al ristorante Quattro Mori. E lì chi t’incontro? La Torrigiani. La mattina dopo ero nella sua scuola, a via del Carmine 1. Ho debuttato in tv con Sceneggiato italiano di Edmo Fenoglio. Ho fatto cinque edizioni di Fantastico. Sono stato il primo ballerino di Renato Zero. Dieci anni della mia vita. Ho conosciuto tutti, da Rudolf Nureyev a Carla Fracci».
• «Avevo deciso di smettere di ballare e siccome ero legatissimo a Franco Miseria e a Heather Parisi, organizzai per loro, che avevano lasciato il manager Vincenzo Ratti, una piccola tournée in Svezia, Danimarca, Germania. Andò benissimo. Io però mi rendevo conto di essere un dilettante. Allora sono andato a conoscere Vincenzo Ratti, ho convinto Heather a tornare con lui e Vincenzo mi ha preso con sé. Nel giro di due anni ero suo socio al cinquanta per cento. Lui aveva Benigni, D’Angelo, Carmen Russo».
• «Ruvido, selvatico, gigantesco, affettuosissimo. Tecnicamente non bello, ma alle donne muove sangue. È l’ultimo agente rimasto nel senso stretto del termine. Si occupa dei suoi artisti, dei programmi, degli orari di messa in onda, delle contro programmazioni sulle altre reti, del target, dell’impaginazione degli spot. Presta arriva, ma mai per scorciatoie. Le cose che si sanno di lui, non a caso, sono poche e sempre le stesse: (...) il porto d’armi (è stato aggredito due volte sotto casa, quando abitava al Nuovo Salario). Il famoso litigio con Massimo Giletti, compreso quello “sputo in tournée” di cui si è tanto parlato “in un’intervista Giletti ha dichiarato che gli ho sputato in faccia, in un’altra sulle gambe, in un’altra ancora sulle spalle...”. Tutto folclore di cui, siamo certi, farebbe volentieri a meno. Non perde mai tempo a riflettere su come comportarsi davanti alle piccole biforcazioni morali con cui la vita ti fa lo sgambetto. Lui agisce e basta. Nell’unico modo possibile. Fa quel che può, poi accada quel che deve. Presta non tentenna, non abita l’indecisione. Presta è un unico blocco e non d’argilla. Non è mai minato da umorali intermittenze (ci sono già le star per questo), ha, come si dice, una sola parola. Le persone le riconosce dall’odore. Le vede, le “svede” e non le vuole rivedere mai più. Presta è uno che ti fa uscire asciutto dall’acqua, abituato com’è ad accudire i suoi illustri assistiti. Complice una fisicità prepotente, e i lineamenti ridisegnati dal carattere. Sembra la réclame del maschio. Si muove tra le scrivanie dei dirigenti Rai e Mediaset ma hai la sensazione che potrebbe tornarti utile anche nei vicoli del Bronx. A cinquant’anni, è un uomo a cui gli anni hanno fatto più bene che male» (Valeria Braghieri) [Grn 21/2/2010].
• «Lucio è dottor Jekyll e mister Hyde. Straordinario nel lavoro, con qualche ingenuità politica. Abbiamo avuto litigate formidabili. Non sembra un vero calabrese, non conosce il rispetto. Lo amo come un fratello minore, ma lo prenderei volentieri a calci nel didietro» (Cesare Lanza).
• «È, fra tutti, il manager più attento a proteggere l’immagine artistica di coloro che si affidano a lui. Non bada solo ai compensi. Questo sono pronto a sottoscriverlo col sangue» (Gianmarco Mazzi).
• Memorabile, nel gennaio 2013, uno scontro con Aldo Grasso. «Aldo Grasso Vs Lucio Presta è roba tosta, roba divertente. Con accuse di imporre velati ricatti a Mamma Rai tipo ti porto un fuoriclasse che spacca ma fai lavorare mia moglie. E controreplica senza sfumature, condite di “coglione” eccetera. Grasso muove dalla sua cattedra del Corrierone. Presta replica sul social network (...) Presta è in grado d’influire sui palinsesti di mezza tv. Insieme con Gianmarco Mazzi, è stato il promotore delle serate “celentaniane” su Canale 5. È stato l’eminenza grigia degli ultimi Festival di Sanremo (fino al 2012, ndr), ha curato l’approdo di Flavio Briatore a Sky per The Apprentice . Spiccio e pragmatico, non ama apparire, ma allargare la sua rete» (Maurizio Caverzan) [Grn 2/1/2013].
• «Io sono un maggiordomo di alto livello. Sulla mia carta d’identità non posso neanche scrivere “agente” (c’è scritto “operatore turistico” - ndr). Il mio mestiere non esiste. La mediazione tra uomini è vietata. Siamo stati tacitamente accettati e non veniamo perseguiti. Ma non abbiamo un albo né un sindacato».
• «Ho costruito grazie al talento di Bonolis un personaggio che oggi fa tendenza, risultati, qualità. E non è pensabile che i dirigenti non si confrontino con me. Ma questo non significa avere potere. Se domani qualcuno dicesse: “Guarda che le regole le detto io, altrimenti Bonolis va per citofoni”, il mio potere sarebbe quello dell’associazione dei portieri italiani».
• «Sono determinato, ma non feroce. Riconosco i miei difetti. So chiedere scusa».
• «Dicono che sono uno squalo. Invece del pescecane ho solo la stazza: 100 chili, ahimè».
• «Se vogliono lavorare con me, niente discoteche e vernissage. Non me ne frega niente. Questi signori guadagnano molto più di quanto abbiano mai sognato da bambini».
• «Sono una persona che per principio, per lealtà, per rispetto, ammazza e si fa ammazzare. Quando faccio notare un errore a qualcuno cerco di fare attenzione che la cosa non gli arrivi come uno schiaffo».
• «Io sono salesiano. Prima mi vendico poi perdono».
• «Prima di passare alla storia è meglio passare alla cassa».
• «Preferisco Mediaset alla Rai. La Rai è come un palazzo d’epoca, Mediaset è architettura contemporanea».
• «Silvio Berlusconi: “L’ho conosciuto, pensavo anche di essergli simpatico. Poi, mi sono accorto che sbagliavo: a Berlusconi sono profondamente antipatico. Forse perché non mi reputa affidabile. Forse perché non sono uno che dice sempre di sì”. Fedele Confalonieri: “Un uomo di qualità. Mi piace incontrarlo e farmi prendere in giro”. Antonio Ricci: “La mia storia con lui è fatta di sentieri tortuosi”. Se potesse prendere un’artista che non ha? “Maria De Filippi: è brava, con lei ho un rapporto personale importante. Di grande lealtà, di grande sincerità: ci vediamo e stiamo bene”».
• «Una volta voleva obbligare Buttiglione a scoprire la bellezza di un’avventura gay. “Era una cosa calata in una polemica del momento. Mi piace comunque l’amore che unisce due persone, al di là del sesso. Chiariamo: sono assolutamente eterosessuale. Ma questo potrebbe anche essere un limite”. Vizi? “Ogni tanto una partita di calcio. Poi sono tutto per i miei affetti”» [“A” 13/7/2011].
• Sposato con Paola Perego (le nozze nel settembre 2011, ma erano fidanzati da quindici anni e convivevano da tre): «Ero alla fine di Forum, mi disse che sarei diventata la numero uno: scoppiai a ridere. All’inizio non c’era nulla di sentimentale. In privato siamo come Raimondo e la Mondaini». Lei lo ha soprannominato “Wolf” (come il personaggio di Pulp Fiction) «perché tutti si rivolgono a lui per risolvere un problema». Altri due matrimoni alle spalle. Due figli, Beatrice e Niccolò (che fa l’attore, ma non è nella sua scuderia).