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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Pooh

• Gruppo di musica pop composto da Roby Facchinetti (voce, tastiere e mente musicale), Dodi Battaglia (chitarrista, cantante, esperto in tecnologie sonore) e Red Canzian (bassista, cantante, responsabile delle pubbliche relazioni). Il quarto componente del gruppo, Stefano D’Orazio (batterista, «ministro delle finanze» e contrattualista), ha lasciato nel 2009. Il più popolare e longevo complesso della musica leggera italiana.• Un primo nucleo – il batterista Valerio Negrini, il chitarrista Mauro Bertoli, il cantante Vittorio Costa – nasce nel 1966 a Bologna. «I Pooh in origine si chiamavano Jaguars (sì, sempre animali, come poi l’orsetto). Correva il 1966. Arrivammo a Milano a firmare il nostro primo contratto con la Vedette Record, ci informarono che esisteva già un altro gruppo chiamato Jaguars. Ci chiesero di cambiare nome, visto che i nostri omonimi stavano per pubblicare un 45 giri (il gruppo, sia detto per inciso, ebbe vita breve). Successe che la segretaria di Sascia, proprietario della casa discografica, era una ragazza inglese. Cresciuta con i racconti di Alan Alexander Milne, scrittore nato nel 1882 e morto nel 56, autore proprio dell’orsacchiotto Winnie the Pooh. Ci disse: “Perché non vi chiamate Pooh, che è un bell’orsacchiotto?”. In Italia nessuno lo conosceva, però era insolito, suonava bene, il cartone animato non c’era e così decidemmo di diventare Pooh».
• Il primo grande successo è Piccola Katy, del 1968. Poi è la volta di Tanta voglia di lei e Pensiero (1971), Noi due nel mondo e nell’anima (1972), Dammi solo un minuto (1977), Chi fermerà la musica (1981) ecc. Con Uomini soli vinsero il Festival di Sanremo 1990 (alla loro prima partecipazione alla manifestazione). Campioni di incassi anche con gli album, a partire da Parsifal (1973). Ultimo lavoro, nel 2013, il cofanetto Pooh Box, dedicato a Valerio Negrini (1946-2013), fondatore e storico paroliere del gruppo. In occasione dell’uscita del disco hanno annunciato una pausa di due anni.• «Hanno legato il loro nome a una serie di successi sempreverdi della musica leggera italiana (...) Oggi continuano quel gusto del pop ricco di coralità, polifonia e melodia dei grandi complessi come i Beatles, i Bee Gees, i Middle of the Road. Per molto tempo sono riusciti a entrare nell’immaginario della gente con canzoni delicate, d’atmosfera, con una poetica che riusciva a sfiorare tutti gli argomenti in chiave estetica, senza mai affrontarli di petto» (Mario Luzzatto Fegiz).
• «Trentatré album e oltre venti milioni di dischi venduti, all’ingrosso: quando una carriera affonda nella metà degli anni Sessanta, e rispetto agli inizi la formazione della band ha registrato più di una rivoluzione, la precisione inevitabilmente vacilla (...) Per capire qualcosa dei Pooh bisogna assistere a un loro concerto. Professionalità pura. Megaproduzione, luci, effetti, suoni. Qualche tir di attrezzature. Canzoni conosciutissime o semidimenticate eseguite con l’intonazione perfetta di chi non si concede la minima imperfezione. Hanno cantato tutto, il beat, il pop sinfonico, la dance. Spettacolo e impegno, il Wwf e il volontariato, un musical (Pinocchio), tour infiniti. Un concerto epocale, a Padova nel settembre 2006, con 128mila persone in delirio. Non solo intrattenimento, comunque: il loro disco di esordio, Per quelli come noi, comprendeva un brano, Brennero 66, dedicato agli attentati contro la Guardia di finanza in Alto Adige: vittoria al Festival delle Rose e censura della Rai, che impose un titolo diverso (Le campane del silenzio) e la cancellazione della frase “t’hanno ammazzato quasi per gioco”. In seguito, canzoni problematiche sull’omosessualità (Pierre), il razzismo (Gitano), sui marginali, gli aborigeni, i genocidi, gli immigrati, la prostituzione» (Edmondo Berselli).
• Loro il primo videoclip italiano, per Io sono vivo (1979), e il primo album italiano su compact disc (Tropico del nord, nell’83), primi a utilizzare nei concerti impianti audio, luci e palco di proprietà.
Battaglia Dodi (Donato) Bologna 1 giugno 1951. Cantante. Chitarrista. Fino a 13 anni suonò la fisarmonica, poi scoprì la chitarra elettrica. Primo gruppo formato i Nobles, primo concerto pagato ad una festa dell’Unità a Bologna, poi suonò nei Rigidi e nei Judas, i rivali dei Pooh. Con i Meteors accompagnò grandi nomi come Gianni Morandi e fece da spalla a gruppi come Dik Dik, Rokes e Camaleonti. Il primo concerto con i Pooh lo fece a Buttrio (Udine).
• Vita privata. Sposato tre volte. Ha 4 figli: Sara (1975), Serena (1977), Daniele (1981, cantante e conduttore radio e tv) e Sofia, nata nel 2005, dall’attuale moglie e attrice pubblicitaria Paola Toeschi, con la quale vive in una casa rurale di 200 anni a Castel Maggiore (Bologna). Il primo dei Pooh a diventare nonno (di Victoria, nel 2009).
• Nel 2010 ha partecipato al Festival di Sanremo supportando i Sonohra.
• Colleziona chitarre: ne ha una cinquantina, alcune di valore storico. Due importanti case produttrici (l’americana Fender e l’australiana Maton) gli hanno dedicato un modello (rispettivamente la Dodicaster e la Maton Dodi Battaglia Signature).
• Passioni. Ama il cinema (soprattutto i Kolossal americani tipo Guerre Stellari), lo sport e le gare automobilistiche (ha vent’anni di esperienza in squadra con Giorgio Faletti). Tifoso del Bologna e dell’Inter.
Canzian Red (Bruno) Treviso 30 novembre 1951. Cantante. Bassista. L’ultimo a entrare nel gruppo, dal 1973 in sostituzione di Riccardo Fogli. «Firmo “Red” anche gli assegni, altrimenti in banca mi fanno storie».
• Iniziò partecipando a concorsi per solisti, uno di questi lo vinse, era lo Stroppolo d’oro, a Conegliano, presentato da Pippo Baudo. Il suo primo gruppo di successo regionale furono i Prototipi, uno dei momenti di maggior successo quando attirarono un intero gruppo di sedicenni svedesi, incarnazione del sesso per l’italiano del 1968, nel locale di Jesolo in cui suonavano, che di conseguenza fece il pienone, di uomini, per varie serate. In seguito suonò nei Capsicum Red (da lì il nome d’arte). Con questo gruppo, oggi apprezzato in Giappone da schiere di amanti del progressive rock italiano degli anni Settanta, incise un 45 giri intitolato Ocean che fu sigla della trasmissione televisiva E ti dirò chi sei (con Enza Sampò).
• Appassionato di botanica, negli anni Novanta aveva aperto un’azienda agricola.• Dipinge «da molto prima che nascessero i Pooh. Da ragazzino mi cimentavo in ritratti di Hendrix e Jagger un po’ psichedelici. Poi ho se­guito il genere naive degli iugo­slavi come Ivan Rabuzin e Josip Generalic».• È vegano: «Dopo 15 anni che non mangiavo carne e insaccati ma mangiavo ancora pesce, ho deciso di colpo, nel 2009 di diventare vegano a tutti gli effetti. E non solo per una convinzione salutistica come era avvenuto per la carne ma per un bisogno etico di relazionarmi con rispetto con gli altri esseri viventi del pianeta. Per me è fondamentale sedermi a tavola e non sentire più il peso di aver provocato, anche se indirettamente, sofferenza a un altro essere vivente. È così bello poter dire “cosa mangiamo stasera, e non, chi mangiamo stasera”».• In occasione dei suoi sessant’anni ha scritto un’autobiografia, Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto. La mia vita, i miei sogni (Mondadori, 2012).• È direttore della Fondazione Q, per «produrre senza fini di lucro l’opera prima di giovani musicisti, siano essi cantautori, interpreti, gruppi o solo musicisti-strumentisti».• Dalla prima moglie, Delia Gualtiero (Malo, Vicenza, 21 maggio 1952), ha avuto la figlia Chiara (Vittorio Veneto, Treviso, 13 dicembre 1989), cantante. Nel 2000 ha sposato Beatrice Niederwieser, già madre di Philipp Mersa (Vipiteno, Bolzano, 13 ottobre 1982), conosciuto come Phil Mer, batterista. Altre storie con: Marcella Bella, Patty Pravo, Loredana Berté.
D’Orazio Stefano Roma 12 settembre 1948. Batterista. Nei Pooh dal 1971 al 2009: ad aprile annunciò che avrebbe lasciato la band e che sarebbe uscito il suo primo singolo Ancora una notte insieme, l’8 maggio uscì l’album d’addio dei Pooh, che il 30 settembre a Milano salutarono i fan per l’ultima volta dal palco, tutti assieme. D’Orazio era anche responsabile della parte finanziaria e manageriale del gruppo. Uscendo «ha chiesto una grossa buona uscita. L’accordo, dopo estenuanti e litigiose trattative, è stato raggiunto. (...) Sostituire il ministro delle finanze D’Orazio non sarà semplice» (Carlo Luzzatto Fegiz) [Cds 15/4/2009]. All’addio si opposero soprattutto Battaglia e Facchinetti, «poco disposti a rinunciare al piacere delle esibizioni dal vivo». I due, con Canzian, già l’anno dopo erano gli autori della parte sonora del suo musical Aladin. Tra i suoi primi lavori anche la versione italiana di Mamma mia!. «So che da solo non valgo il 25 per cento dei Pooh, perché il meglio lo esprimo con gli altri tre». • Quando aveva già maturato ed esternato la scelta, Facchinetti, nelle ultime tappe del tour, suonava Domani al pianoforte e lui raccontò che rischiava sempre di commuoversi. «Io ho fatto il Pooh a tempo pieno e quando sono arrivati i fatidici 60 anni ho pensato che questa corsa doveva finire. Mi sono trovato svuotato di stimoli. Tre anni fa cominciai a dire che volevo smettere. Sembrò una boutade, non mi hanno preso in considerazione, io ci tornavo sopra e mi dicevano di traghettarli ancora un poco, poi ho detto basta davvero, e loro: ma non è giusto, almeno un ultimo tour per salutare il pubblico. Ci hanno messo un po’ a metabolizzare questa decisione, poi quando hanno capito veramente mi hanno aiutato» (a Gino Castaldo) [Rep 28/9/2009]. Confessò anche che, siccome si era ritagliato un ruolo «del precisino, scrupoloso, succedeva che alla fine si danno le cose per scontate e questo a volte mi offendeva perché lavoravo come un matto sull’organizzazione». Dopo l’addio, per staccare la spina passò un mese in Sri Lanka.
• Nel 2010 giudice fisso nel programma Ti lascio una canzone (Raiuno, con Antonella Clerici). «Ho accettato vedendo nei provini bambini che si divertivano. Però poi ho visto che strada facendo ci credono, le mamme diventano agenti... E infatti ho smesso. La popolarità la conosco: fa staccare i piedi da terra. Se sei fragile è pericolosissima» (ad Andrea Pedrinelli) [Avv 8/1/2011].
• A sei anni trovò nella calza della Befana la sua prima batteria, che suonava con due mestoli da cucina dopo aver rotto le bacchette per la troppa foga. Durante il liceo classico lavorò come portapacchi di uno stabilimento balneare di Ostia e con le mance comprò la prima batteria completa, una Hollywood rossa. A 17 anni entrò nel gruppo dei Naufraghi, a 24 – in seguito alla fuoriuscita di Valerio Negrini – approdò nei Pooh.
• «Ci sono stati litigi, come nei migliori matrimoni. Nel 1996, però, ci fu un periodo in cui, per una serie di coincidenze, ci siamo ritrovati tutti in crisi insieme. La crisi si è risolta dopo esserci confrontati e con il disco Amici per sempre. Da allora abbiamo instaurato una regola: alla fine di ogni tour ci riuniamo per cinque giorni, ci liberiamo di tutte le scorie e poi si passa a discutere dei nuovi progetti» (a Marco Molendini). Nel 1973 Riccardo Fogli abbandonò il gruppo e più tardi lui raccontò: «Ci sentimmo persi».
• Prima della rottura, era l’unico dei quattro a non essersi concesso esperienze in solitario.
• Nel 1999 ebbe una storia con Emanuela Folliero. Poi con Gabriella Presti. Nel 2007 si fidanzò con Tiziana Giardoni, allora 39enne, conosciuta a una cena da amici quattro anni prima: si sono innamorati durante un viaggio a Pantelleria. Non ha figli, ma ha cresciuto Silvia (1980), cantante e attrice di musical, figlia dell’ex compagna Lena Biolcati.
• Due progetti: una Traviata in versione musical e una scuola, la Fabbrica della musica, da realizzare a Ostia. Molta beneficenza. «Vorrei mettere all’asta i miei… elefanti. Pachidermi di ogni materiale e tipo da vendere per aiutare associazioni o iniziative benefiche. Devo solo trovare chi me li cataloghi» (Pedrinelli, cit.).
• Guarì dai calcoli grazie a delle «goccette» donategli da papa Wojtyla nel corso di un incontro.
Facchinetti Roby (Camillo) Astino (Bergamo) 1 maggio 1944. Cantante. Tastierista. L’unico degli attuali componenti del gruppo presente nella prima formazione ufficiale, nel 1966.
• Nel 2007 ha composto l’inno Dea per il centenario dell’Atalanta, squadra di cui è tifoso, e ha partecipato al Festival di Sanremo assieme al figlio Francesco con la canzone Vivere normale (ottavi).
• Prese le prime lezioni di fisarmonica a sei anni («mamma, non ti preoccupare per i soldi che spenderai. Un giorno ti ripagherò del sacrificio»), a 15 entrò nel primo gruppo, I Toni, a 17 passò con I Monelli, nel 1964 fondò Pierfilippi e les Copains e prese a farsi chiamare Roby (dal dialetto bergamasco: era magro come un chiodo, “ u’ robì”, un robino), poi il passaggio nei Pooh.
• È membro del Cda della Siae.
• Tre mogli e cinque figli «che fanno squadra e si ritrovano nei momenti importanti» (Stefania Miretti). Ha avuto Alessandra (vedi) e Valentina (addetta stampa) da Mirella Costa; Francesco (vedi) da Rosaria Longoni; Roberto e Giulia da Giovanna Lorenzi. Appassionato di cinema, da giovane voleva fare l’attore. Ha una cantina con duemila etichette di vino.