31 maggio 2012
Tags : Massimo Ponzellini
Biografia di Massimo Ponzellini
• Bologna 9 agosto 1950. Manager. Già presidente di Impregilo (costruzioni, dal 2007 al 2012) e della Banca Popolare di Milano (dal 2009 al 2011).
• «In principio, fu il padre, l’ingegner Giulio, imprenditore facoltoso, amico del Mulino e di Romano Prodi, membro del Consiglio superiore della Banca d’Italia (potere di nomina e revoca su direttorio e persino governatore). Uomo di grandi relazioni l’ingegnere, e di grande cuore (tra i pochi a rimanere vicini a Mario Sarcinelli, arrestato ingiustamente nel 1979). Tale padre, tale figlio. Massimo Ponzellini parte con Prodi (suo assistente all’Iri), schizza alla vicepresidenza della Bei (ai vertici Sarcinelli) poi alla Banca Bers (quando Lamberto Dini, devoto al padre, dopo Palazzo Koch ha scelto la politica), fino a folgorare Giulio Tremonti (intanto partecipa al salvataggio dell’Unità). Tremonti prima pensa a una direzione generale del Tesoro (An lo stoppa per il sostegno di Ponzellini a Francesco Rutelli), poi lo insedia alla Patrimonio spa e al Poligrafico. Amico di Antonio Di Pietro e di Carlo d’Inghilterra» (Denise Pardo).
• «Occhialoni stile Aristotele Onassis, l’aspetto imponente, la mente rapida» (Stefano Ciongolani) [Fog 10/7/2010].
• «Il banchiere “trasversale” ha sempre coltivato amicizie e relazioni fra pubblico e privato, un carnet vastissimo che ha compreso Giovanni Agnelli e anche il banchiere dei poveri Muhammad Yunus: con lui e Attali ha contribuito a dar vita a PlaNet finance, il network del microcredito» (Sergio Bocconi) [Cds 10/4/2009].
• «Quando era giovanissimo dirigente della grande Bnl, alla fine degli anni settanta, girava in Ferrari. Chi assistette alla vicenda racconta che una notte – girovagando per la Toscana – il neanche trentenne Massimo Ponzellini entrò sgommando in Piazza del Campo che allora era ancora aperta alle auto. Ma sbandò contro un colonnino di travertino e l’auto si piantò là. E lui era atteso di lì a poco nientemeno che da Nerio Nesi, da poco presidente della più grande banca del paese. Lasciò lì il bolide e alle prime luci dell’alba fece cambio con una macchina meno potente che un funzionario della filiale Bnl di Siena gli procurò in poco tempo e che guidò all’impazzata fino a Roma. E la Ferrari? “Quella l’ho recuperata, il giorno dopo”» (Carlo Marroni) [S24 31/3/2011].
• «Al suo attivo alcuni record, tra cui quello di aver insegnato all’Università Bocconi senza essersi mai laureato. Un testimonial dell’Italia dove studiare non serve a niente se sei pieno di amicizie» (Giorgio Meletti) [Fat 30/5/2012].
• All’inizio del 2008 rispose all’ipotesi di un forte ridimensionamento di Malpensa dicendosi pronto in quella eventualità a trasferire la sede dell’azienda da Sesto San Giovanni a Londra.
• Nel maggio 2012 finito agli arresti domiciliari con l’accusa di infedeltà patrimoniale e associazione a delinquere compiuta attraverso finanziamenti per oltre 5,7 milioni di euro concessi a società riconducibili a Francesco Corallo. Rinviato a giudizio dalla procura di Milano nel marzo 2014, insieme del suo braccio destro Antonio Cannarile, e altre 15 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, appropriazione indebita e riciclaggio. «Una banca a uso e consumo “di una cerchia di soggetti segnalati da ambienti politici ed economici”. Una “struttura parallela e deviata verso interessi personali”, con “un’area di pratiche definitibili all’interno di Bpm come “pratiche del Presidente” Massimo Ponzellini”. I pm di Milano, Roberto Pellicano e Mauro Chierici, hanno messo in fila i finanziamenti concessi dall’istituto a soggetti che non erano nelle condizioni patrimoniali di riceverli» (Sandro De Riccardis) [Rep 22/3/2014].
• Insieme ai fratelli controlla la holding di partecipazioni Penta che ha in portafoglio tra l’altro la casa editrice del mensile di design Ottagono, una ditta di materie plastiche (Wegaplast), una compagnia di brokeraggio assicurativo (Bologna broker) [Sergio Rizzo, Cds 7/1/2011].
• Nel 2001 era tra gli azionisti della nuova Unità riportata in edicola da Furio Colombo e Antonio Padellaro.
• Sposato con Maria Segafredo (quelli del caffè), ne ha il nome tatuato sul braccio sinistro. Tre figlie.
• Cugino del leghista Giancarlo Giorgetti (vedi).