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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Livia Pomodoro

• Molfetta (Bari) 21 aprile 1940. Giurista. Presidente del Tribunale di Milano. In magistratura dal 1965, dal 1991 al 1993 fu capo di gabinetto al ministero della Giustizia con Martelli e Conso. Ex presidente del Tribunale per i minorenni di Milano (1993-2007) «Mi sono occupata di bambini e ragazzi per 14 anni. Mi chiamano ancora “la mamma d’Italia”». Nel 2007 diventa Presidente del Tribunale di Milano (prima donna della storia: «All’inizio della mia carriera in tutta la magistratura italiana eravamo appena 15 donne, solo due a Milano»), scelta all’unanimità, con una decisione ampiamente motivata.
• «Io non ho scelto di fare il giudice: sono stata scelta. Volevo fare l’ambasciatore e forse anche il veterinario, tanto è vero che quando ero già alla Corte d’Appello mi sono iscritta all’università e ho anche fatto quattro esami, ma poi ho capito che non avrei avuto il tempo per le esercitazioni cliniche» (a Stefania Rossini) [Esp 14/8/2014].
• «Ci sono magistrati più bravi di me, ma io ci ho messo questo sentimento di apertura per l’individuo. Per esempio ricevo valanghe di lettere di cittadini e rispondo a tutti. Se una persona che ha problemi deposita sul mio tavolo il suo sacchetto di sofferenze, lo prendo volentieri. I provvedimenti sono carte. Un buon giudice guarda all’uomo. A pensarci, non so perché non ho fatto il prete» (ad Anna Bandettini) [Ddr 15/3/2014].
• Ogni giorno tra le sei e le sette di pomeriggio smette la toga e diventa “direttore di teatro”, al No’hma, lo spazio che vent’anni fa la sorella gemella Teresa, scomparsa nel 2008, aveva ricavato da una ex-palazzina dell’acqua potabile «Gli scultori Giò e Arnaldo Pomodoro sono miei cugini. Teresa fin da bambina disegnava sui muri della nostra stanza. Io la “coprivo” coi genitori, costretti periodicamente a ridipingere le pareti di casa» (a Bandettini cit.).
• «Saluta gli attori, accoglie gli spettatori, organizza la stagione. Sta dietro le quinte. A volte, raramente, sale sul palco, prende la parola, diventa attrice: lo ha fatto, tempo fa, anche con una vistosa parrucca colorata» (Gianni Barbacetto) [Fat 28/6/2013].
• «Erano scettici, mi guardavano con disagio, adesso per loro sono un presidente teatrante. Ma non sanno che dentro di me mi sento una teatrante presidente» (a Bandettini cit.).
• «Esercitare la professione giudiziaria in qualche modo è fare drammaturgia» (ad Annalisa Sbisà) [Vty 26/6/2013].