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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Renata Polverini

• Roma 14 maggio 1962. Sindacalista e politico. Eletta alla Camera nel 2013 (Pdl, ora Fi). Ex Presidente della Regione Lazio dal 2010 al 2012, si dimise in seguito all’inchiesta che portò in carcere il capogruppo Pdl alla Regione Franco Fiorito, indagato per peculato con l’accusa di aver trasferito sui suoi conti personali circa un milione di euro dei soldi che il Consiglio regionale elargiva ogni mese ai gruppi consiliari. Dal 2006 al 2010 è stata segretario generale dell’Ugl, il sindacato di destra nato dalle ceneri della Cisnal. «Se c’è una sinistra al caviale è altrettanto vero che anche a un certo sindacato il caviale piace, eccome. Ecco, noi non siamo di quelli».
• A due anni perde il padre. Poi sette anni di collegio dalle suore Carmelitane di Santa Teresa del Bambin Gesù a Focene, sul mare laziale, dove entra all’età dell’asilo a causa di una bronchite persistente. Diplomata in ragioneria, a 22 anni è già nel sindacato «In 27 anni passati qui dentro ho fatto di tutto, compreso pulire i bagni».
• Prima donna segretario generale in Italia. «Quando sono stata eletta ho ricevuto tantissimi messaggi. Il più bello dalle donne della Cgil: “Tu sei la nostra quota rosa più riuscita” (...) Noi non abbiamo quote rosa, ma la presenza delle donne è significativa, sono più del 40 per cento degli iscritti. La regola che vige per l’assegnazione degli incarichi è il merito. A parità di merito, però, fra uomo e donna, la carica spetta alla donna» (a Paolo Foschi).
• Alle ragazze del sindacato amava ripetere: «Nessuno vi regalerà mai niente, se non tirate fuori le palle».
• «Piace a Walter Veltroni, che l’ha corteggiata a lungo, politicamente parlando, s’intende. Piace a Gianfranco Fini, che la considera una risorsa preziosa della destra, soprattutto nel sociale e verso il mondo del lavoro. E piace anche a molti conduttori televisivi, che la invitano volentieri nei loro programmi perché si presenta bene, ragiona con pacatezza e non va mai sopra le righe» (Panorama).
• Il 26 maggio 2011, contestata durante un comizio a Genzano (Rm), rispose così a uno dei manifestanti: «Ao’, co’ me caschi male, so’ de strada come te e io le manifestazioni le organizzavo già quando tu c’avevi i calzoni corti. Mica me faccio mette i piedi in testa da una zecca come te».
• «La madre, rappresentante Cisnal alla Rinascente, se la portava dietro in lunghe, interminabili riunioni. Poi si è fatta le ossa nella Federazione degli agricoltori in quella che era già diventata la nuova Ugl, finché nel 1999 è diventata vicesegretario generale. Dice di aver conquistato i “suoi” quando, fra le perplessità dei colleghi anziani, andò per la prima volta a fare l’assemblea a Mirafiori e tutto andò bene. Andò bene anche quando fu spedita in giro per l’Italia a spiegare agli iscritti che il primo sciopero generale contro il governo Berlusconi andava fatto e andava fatto a fianco di Cgil, Cisl e Uil. Passaggio non facilissimo per una organizzazione che, alla fine degli anni Sessanta, proprio attorno ad una mancata adesione ad uno sciopero generale sulla casa, aveva consumato una profondissima frattura con i tre confederali. Poi ci sono stati anni di riunioni e di nottate, con un marito informatico che l’ha sempre “capita e sostenuta” e una madre che quando poteva, per vederla, si sedeva in ultima fila ai vari congressi, visto che a casa, oramai, la figlia passava di rado» (Luisa Grion).
• Nel novembre 2007 scese in campo nella vertenza dei tassisti romani e sbloccò la trattativa, facendo recedere i duri delle auto bianche dalla linea dello scontro a oltranza.
• Nell’aprile 2008 il suo sindacato scalfì gli oltre cento anni di egemonia Cgil alla Pirelli di Milano, conquistando 9 delegati su 21 nella Rsu. «Lo sforzo di restare sempre con i piedi per terra, ben saldi nelle fabbriche e negli uffici, porta ottimi risultati (...) Noi ci occupiamo dei problemi di chi lavora, indipendentemente dalle idee politiche di ciascuno. Ci sporchiamo le mani con le questioni più terra terra, dalla mensa che non funziona all’ organizzazione dei turni» (a Rita Querzé).
• «Sono per un socialismo buono e una migliore distribuzione della ricchezza. La redistribuzione capitalista è una favola. Favorisce speculazioni finanziarie e rendite incontrollate» (a Giancarlo Perna) [Grn 9/2/2009].
• «Sono cattolica, ma vado a messa quando posso» (a Barbara Romano) [Lib 10/1/2010].
• «Renata Polverini nacque a Ballarò un martedì sera di pochi anni fa e lì risiedette per circa 19 puntate, quasi consecutive. Era piaciuta subito al conduttore Giovanni Floris per la capacità di assumere nel dibattito la postura della signora gnè-gnè: gnè con quello e gnè con quell’altro. (…) La sua notorietà avanzò impetuosa e condusse alla curiosità altri colleghi della Rai. Milena Gabanelli, titolare di Report, iniziò a fare i conti in tasca alla sindacalista. Sindacalista di che? In effetti a Report notarono una lieve discrasia tra gli iscritti denunciati e quelli accertati. 66mila pensionati accertati contro i 558mila dichiarati. E 44mila dipendenti pubblici contro i 171mila dichiarati. Come sapete i sindacati hanno un grande bisogno di tesserati. Più ne hanno e più potere conquistano. Renata pur essendo diplomata ragioniera e quindi sapendo benissimo far di conto, non volle replicare: “Sono cose che non posso rivelare” disse al primo giornalista che chiese lumi. Al secondo spiegò (14 gennaio 2010): “I numeri di tutti gli altri sindacati sarebbero veri e i nostri no?”. Una signora benpensante ed educata. Anche sorridente. Anche ben vestita. Una donna gradevole. Piacque perciò a Silvio Berlusconi che approvò la candidatura alle regionali e la benedisse» (Antonello Caporale) [Fat 20/9/2012].
• «I guai sono continuati, e peggiorati. Polemiche su interventi come quello sul piano casa o sulla razionalizzazione della disastrata sanità laziale, un leggero risanamento dei conti regionali, ma troppo lento. E soprattutto oscurato da troppi scivoloni. Come quando la Polverini plana con l’elicottero per arrivare in tempo alla Festa del peperoncino di Rieti (al cronista dice: “Non ho nulla da spiegare. Pago tutte le spese che faccio, non scoprirai nemmeno una cena a mio carico. L’importante è che non vado con i soldi pubblici, vai tranquillo caro”). Poi l’Espresso scopre una casa Ater, cioè popolare, affittata a poco prezzo sull’Aventino. Anche lì lei si difende (ci vive il marito, e prima ancora il nonno), ma la frit­tata è fatta. Poi la Corte dei conti, che apre un’istruttoria sulle sue spese di comunicazione e sui generosi finanziamenti concessi dalla Regione, dalla “Sagra del carciofo” di Sezze al Museo della Zampogna di Villa Latina, dalla “Rievocazione storica della battaglia di Lepanto” a Sermoneta al “Carosello storico dei rioni” di Cori. Mentre si logora il rapporto con la maggio­ranza che la sostiene. Troppo, anche per una come lei» (Paolo Bracaloni) [Grn 25/9/2012].
• Conosce a memoria tutte le canzoni dei cantautori italiani «Da Minghi a Battisti, da Guccini a De Gregori, da Rino Gaetano a Renato Zero, del quale non perdevo un concerto» (a Giulia Cerasoli) [Chi 17/3/2010].
• Sposata con Massimo Cavicchioli, ex sindacalista della Cgil «Conosciuto a 14 anni. Il mio unico amore».
• «Mi piacciono le gonne e i colori brillanti. Quando dicono che sono una donna-donna, mi fa piacere. La mia fissazione? Coordinare sempre i colori. Non riesco a uscire se ho la borsa sbagliata. Devo cambiarla» (a Cerasoli cit.).