31 maggio 2012
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Biografia di Barbara Pollastrini
• Darfo Boario Terme (Brescia) 30 settembre 1947. Politico. Eletta alla Camera nel 1992, 2001, 2006, 2008, 2013 (Pds, Ds, Pd). Ministro per i Diritti e le pari opportunità nel Prodi II (2006-2008). Fa parte della Direzione del Pd.
• Tra la fine degli anni Ottanta e il 1992 fu responsabile a Milano del Pci. «Fino a Mani pulite, quando fu coinvolta perché secondo alcuni avrebbe saputo del sistema di finanziamento illegale del partito. L’avviso di garanzia le arrivò il 30 settembre 1993, giorno del suo compleanno. L’assoluzione piena, invece, due anni, sei mesi e diciassette giorni dopo, il 16 aprile 1996. Ma si fa un punto d’onore, oggi, d’essere riuscita a non mutare mai il suo giudizio positivo e di rispetto per Mani pulite» (Angela Frenda).
• «Ex ragazza della buona borghesia, papà dirigente, la tragedia d’una sorella scomparsa prematuramente, la laurea alla Bocconi con tesi su Charles Fourier, soggiorni di studio a Parigi» (Stefania Miretti), militò nel Partito maoista italiano: «È stata un’esperienza di gioventù. Da subito mi ero innamorata della classe operaia» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• Appena nominata ministro, fece scalpore la sua presenza sul carro che apriva il Gay Pride di Torino.
• Insieme alla cattolica Rosy Bindi (Margherita), ministro delle Politiche per la famiglia, mise a punto la bozza di disegno di legge sulle coppie di fatto, quelle formate cioè da persone che vivono insieme senza essere sposate. Nel febbraio 2007 il Consiglio dei ministri varò il provvedimento (senza il voto di Mastella), che avrebbe dovuto comunque passare l’esame del Parlamento. «La legge, detta “Dico” dalle iniziali della prima e dell’ultima parola del suo titolo (“Diritti e doveri delle coppie conviventi”), evita acrobaticamente qualunque atto che possa somigliare a un matrimonio: i due conviventi vanno all’anagrafe ed entrano nella stanza del funzionario uno per volta. Sanciscono quindi il loro rapporto scrivendosi reciprocamente una lettera con ricevuta di ritorno. In questo modo, dopo tre anni di convivenza, avranno titolo per subentrare nell’affitto di casa o riscuotere la pensione di reversibilità. Dopo nove anni potranno ereditare. La lettera può esser scritta anche da uno solo dei due, persino all’insaputa dell’altro. La Dico sancisce il principio che non possono esservi, nell’applicazione della legge, discriminazioni di tipo sessuale: quindi sono incluse le coppie gay, e anche le convivenze prive di sfondo sentimentale, purché non si tratti di badanti e purché i due conviventi non siano parenti stretti (relazioni superiori al secondo grado)» (Giorgio Dell’Arti). La Chiesa era contrarissima alla legge, il papa e la Cei parlarono di attentato all’identità della famiglia e al diritto naturale. In trincea anche l’ala più radicale dei cattolici della maggioranza, i cosiddetti teodem: «Di questo disegno di legge sui Dico, se non lo si rivolta come un calzino non se ne fa nulla» disse Paola Binetti (Margherita). I Dico non rientrarono quindi nei dodici punti irrinunciabili dell’azione di governo stesi da Prodi con l’intenzione di blindare la maggioranza all’indomani della crisi del 21 febbraio. La legge andò poi in commissione Giustizia del Senato: il presidente Cesare Salvi disse che era tecnicamente lacunosa e che dunque avrebbe provveduto a preparare un provvedimento diverso fondendo le dieci proposte che aveva sul tavolo. Qualche mese dopo lo stesso Salvi presentò un nuovo testo in cui si parlava di Cus, Contratti di unione solidale, e non più di Dico. Fu approvato in commissione all’inizio di dicembre: a differenza del primo disegno di legge prevedeva registri per i Cus presso i giudici di pace e che davanti al giudice di pace (oppure da un notaio) i contraenti si dovessero recare per stilare i loro contratti di unione solidale. La discussione in Aula sarebbe dovuta cominciare nel gennaio 2008, ma la crisi di governo e le elezioni non lo consentirono.
• Fu soprannominata “la zapatera”, «semplicemente per essermi battuta per le unioni civili».
• È sposata col banchiere Pietro Modiano (presidente cda Sea, ex Banca Intesa, ex San Paolo): «Quando con mio marito abbiamo iniziato ad amoreggiare, lui faceva l’impiegato al Credito italiano. Era più povero di me, allora».
• Primo matrimonio con Renato Mannheimer.
• «È sempre stilée e ben coiffée. Ha un gusto suo nel vestire che le colleghe chiamano pollastrinesco. Predilige abiti a fiori cosparsi di stringhe, ricami e taschini» (Giancarlo Perna). «Quanto al vestiario, per me una minigonna è dignitosa quanto una tonaca, la dignità non la danno i centimetri di stoffa: il vestiario è questione di gusto, stile e abitudine».
• Nel 1999 fu sottoposta a isterectomia totale (via utero e ovaie), «ma la mia femminilità non è messa in discussione».