Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Platinette

• (Mauro Coruzzi) Langhirano (Parma) 4 novembre 1955. Drag queen. Ex conduttrice di Radio Deejay (con una parentesi nel 2012 a Radio Monte Carlo), da ottobre del 2015 a Rtl 102.5 con W L’Italia. Spesso ospite di talk show e trasmissioni tv, ex opinionista di Amici. Nel 2016, dopo aver perso 30 chili, partecipa come concorrente a Ballando con le stelle (Raiuno). Nel 2008 per la prima volta a teatro in panni maschili (è il direttore della scuola) nel musical A un passo dal sogno (di Costanzo e Vaime) in scena con gli Amici di Maria De Filippi. Nel 2012 è nel cast di Magnifica presenza, film di Ferzan Özpetek. Nel 2015 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Grazia Di Michele.
• «A me la radio piace moltissimo. In televisione mi sento sempre un po’ estranea, sto lì e guardo, in radio invece sono un soldato, mi identifico totalmente col mezzo, ci passo la giornata».
• «Io sono di una famiglia contadina (...) un certo punto i miei genitori pensarono di migliorare la loro condizione inurbandosi, mia madre divenne caporeparto in fabbrica e mio padre muratore. Da ragazzo capii che dovevo uscire da quella condizione, d’estate lavoravo per avere i soldi. Poi a Bologna aprirono il Dams, mi feci un anno integrativo facendo il gelataio di giorno. A Bologna era il 1977, in università c’erano Squarzina, Eco e tanti altri, per strada le manifestazioni. Io stavo in un gruppo di travestiti e andavamo a manifestare, un po’ perché eravamo politicizzati, un po’ perché si beccava bene... Dopo due anni mi accorsi che non volevo studiare comunicazione, ma farla. Tornai a Parma, era l’epoca delle prime radio libere, mi misi a lavorare in una radio...» (da un’intervista di Ugo Volli).
• «Non sono un prodotto mediatico, creato apposta per il pubblico. Platinette, anzi Oscar Selvaggia, come mi chiamavo allora, è nata nel 1975, nei locali gay della provincia emiliana, con un gruppo di travestite squinternate e improbabili: le Pumitrozzole. (…) Da ragazzo non ero così sicuro delle mie preferenze sessuali, ma sapevo cosa non volevo. Diventare quello che poi una parte di me è diventata: un signore di mezza età triste, sovrappeso, antipatico, orso, magari con una moglie scaltra e inguardabile, due figli da sistemare, e un cane da portare fuori a fare pipì» (ad Antonella Trentin).
• «Platinette è stata un’altra trovata di Freccero. Ero fra gli autori di un dopofestival un po’ strano, immaginavamo uno di quegli alberghi della Riviera, dove tanta gente va a svernare, avevamo bisogno di una donna chiacchierona, che giocasse tutto il tempo a canasta, malignando. Non trovavamo l’attrice giusta, allora Freccero, che conosceva il mio gusto del travestimento, disse: la fai tu, che sei grossa e ti vedono. Ebbe successo, oscurai anche la conduttrice, continuai. Costanzo si accorse subito del personaggio, col fiuto che ha, e mi chiamò dopo una settimana. Io però dissi di no, non volevo andare a una trasmissione sui travestiti come proponeva lui, volevo parlare d’altro. Poi mi richiamò a una puntata sui prodotti agricoli...».
• È finita, con una lunga intervista, sulle pagine del prestigiosissimo New York Times: «Naturalmente nel mondo dello spettacolo sono pieni di travestiti e di drag queen, da molto prima che io mi sognassi di cominciare. Bellissime, celebratissime. Ma appartengono a un altro universo. Che a una come me sia possibile parlare di politica, commentare i giornali, interloquire con politici come Giovanardi e la Mussolini da Costanzo... be’ questo per loro è inconcepibile. I tipi strani come me vanno in televisione, magari hanno un momento di successo, ma poi spariscono. Invece io reggo da un bel po’».
• «Francamente le sue opinioni lasciano molto a desiderare: sembra l’incarnazione della “Signora mia” di Arbasino, una zia inacidita dal troppo buon senso, una pacifica samaritana che arrossisce solo se non la si coglie in peccato. La sua opinione contrasta con il travestimento» (Aldo Grasso).
• «Mia madre non ha mai sentito il bisogno di spiegazioni, al massimo mi buttava lì ogni tanto qualche frase della serie: “Prima o poi devi trovare la donna che va bene a me”, parole così, ma innocue. Con mia sorella, invece, quando ha capito che ero perso, che non ero recuperabile, è stato brutto, anzi orrendo. Aveva paura del mio comportamento sociale e terrore che la gente del quartiere parlasse».
• «L’Arcigay mi faceva senso, perché un’associazione che tratta finocchi e cacciatori allo stesso modo mi suona strana» (da un’intervista di Sergio Trombetta).
• Nel settembre del 2015, all’Ospedale di Parma, si è sottoposta a un intervento per l’introduzione di un palloncino intragastrico che l’aiuti a perdere peso.
• Ha raccontato la sua vita in Tutto di me. Riflessioni (Sonzogno, 2005). Nel 2014 ha pubblicato il suo nuovo libro, scritto con Simone Gerace, Sei donna? Dialogo (semiserio) sulle donne della tv (Edizioni Anordest).
• Nel 2012 è uscito il suo album di cover Perle Coltivate, dedicato all’amica Giuni Russo (1951-2004).