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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Giuseppe Piromalli

• Gioia Tauro (Reggio Calabria) 4 gennaio 1945. ‘Ndranghetista, capo dell’omonimo clan, federato con i Molè (entrambi operanti in Gioia Tauro), e collegato con i Pesce e i Bellocco di Rosarno, e i Mancuso di Limbadi.
• Nomignolo Pino, detto M ussu storto.
• Inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi ricercati dalla Direzione centrale della polizia criminale, fu arrestato l’11 marzo 1999, e da subito sottoposto al 41 bis. Ritenuto «capo indiscusso dell’omonima cosca operante nel reggino, una delle più potenti e sanguinarie, ancora molto attiva nel settore del traffico degli stupefacenti e delle estorsioni», il 14 dicembre 2005 il ministero di Giustizia gli prorogava il regime di carcere duro, in quanto, secondo informazioni recenti, sussisteva «il pericolo di inquinamento di alcuni importanti processi in corso tramite l’intimidazione di testi e collaboratori… ed emergeva che ancora oggi altre strutture criminali chiedevano il suo assenso prima della commissione di gravi delitti» (la Cassazione ha rigettato definitivamente il suo ricorso il 19 gennaio 2007).
• Detenuto in
espiazione di pene cumulate per un totale di 22 anni di reclusione per reati di matrice mafiosa, ha subìto una condanna a dieci anni di reclusione per associazione mafiosa per fatti commessi dal 1993 al 2000 (“processo Porto”), e una a quindici anni sempre per associazione mafiosa per fatti commessi fino al 1997 (“processo Tirreno”), per cui la Corte di Cassazione, il 21 novembre 2007, ha rinviato gli atti ai giudici di secondo grado per verificare che il Piromalli non sia stato condannato due volte per gli stessi fatti.
Processo “Porto” (“Piromalli Giuseppe + 36”). Ha per oggetto l’associazione mafiosa operante nella Piana di Gioia Tauro (nel territorio dei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando), finalizzata al controllo dei lavori di costruzione del porto di Gioia Tauro (finanziati da governo e Comunità Europea) e alla successiva movimentazione delle merci (in contestazione, tra l’altro, l’accaparramento di contributi pubblici e la richiesta di pizzo alle società che scaricavano i container). A monte di tutto, negli anni 92 e 93, l’accordo delle ‘ndrine con l’armatore e capitano d’industria Angelo Ravano (Lavagna 1928-Genova 1994), presidente della Contship Italia spa, che infatti il 29 settembre 1994 stipulò con il governo un accordo di programma che prevedeva il completamento del porto, l’inizio della sua attività e l’adeguamento e sistemazione dell’area circostante.
• È stato condannato in primo grado per concorso nell’omicidio di Luigi Ioculano, ucciso a Gioia Tauro il 25 settembre 1998 (di professione medico, aveva fondato un’associazione culturale, “Agorà”, predicava contro la ‘ndrangheta e si era opposto al varo del piano regolatore di Gioia Tauro).
• Fu arrestato alle tre di notte dell’11 marzo 1999, in un vecchio casolare trasformato in bunker, tra porte e finestre blindate, vie di fuga, recinzioni, un sofisticatissimo sistema elettronico per aprire e chiudere porte e finestre, cemento armato dappertutto (per entrare i carabinieri ricorsero a martelli). Champagne in quantità in cantina, e santini ovunque. (a cura di Paola Bellone).