31 maggio 2012
Tags : Pier Francesco Pingitore
Biografia di Pier Francesco Pingitore
• Catanzaro 27 settembre 1934. Autore. Regista. Fondatore nel 1965 del Bagaglino (doveva chiamarsi Bragaglino in onore di Anton Giulio Bragaglia, furono costretti a togliere la r su ingiunzione degli eredi), nel 1973 esordì in tv con Dove sta Zazà, cui seguirono sempre sulla Rai Biberon (1987), Crème caramel (1991), Saluti e baci (1993), Bucce di banana (1994), quindi su Canale 5 Champagne! (1995), Rose rosse (1996), Buffoni (2000), Saloon (2001), Marameo (2002). Da ultimo Gabbia di matti. Autore e regista anche della miniserie Vita da paparazzo. «Il cabaret traccia il solco, la politica lo riempie» [a Fabrizio Roncone, Cds 25/5/2012].
• Gli amici lo chiamano «Ninni». «Ha scoperto Valeria Marini, creato Pamela Prati, consacrato Carmen Russo, inventato Lorenza Mario, prodotto Eva Grimaldi. Ex giornalista (negli anni Sessanta “ero redattore capo de lo Specchio”)» (Michele Farina).
• Nel 2006 successo con la trasmissione Torte in faccia, «alla quale hanno partecipato, per spiaccicarsi le torte ciascuno sulla propria faccia, Di Pietro e Gasparri, Della Loggia, Schifani, Mastella, felici di esibirsi nell’auto-mortificazione» (Francesco Merlo). «Come al solito, quello che appesantisce la compagnia del Bagaglino e la rende irrimediabilmente tagliata fuori è l’atmosfera chiusa del salone Margherita, sono le battute un tanto al chilo di Pierfrancesco Pingitore e Carla Vistarini, l’accanimento nei confronti di Rosy Bindi, il patetismo di un mondo (battuta greve e bella gnocca) che fatica a farsi largo in questa tv. La parte più interessante, perché la più legata al mondo dell’avanspettacolo, è invece il coraggio di parodiare tutto e tutti, di travestirsi in maniera grossolana (travestirsi da Amanda Lear, da Afef, da Ratzinger, da Anna La Rosa, da Buttiglione, da Anna Falchi, ecc.), di ridurre tutto a caricatura, il segno di matita marcato e frettoloso. Il mondo in cui viviamo è degno solo di una torta in faccia» (Aldo Grasso).
• Dopo 46 anni di successo, nel 2011 il Salone Margherita ha chiuso le porte al Bagaglino: «Da qui sono passati tutti. Una sera telefonarono dall’ambasciata americana perché Jackie Kennedy voleva venire. La segretaria rispose che non c’era posto» (Il Messaggero). «Berlusconi è venuto, regolarmente, ad assistere a tutti i nostri spettacoli. Una volta mi disse: “Ma tu sul serio scrivi i testi, fai la regia, scegli gli interpreti, metti su tutto da solo? Oh, ma è esattamente quello che avrei voluto fare io!”» [Roncone, cit.]. Nell’aprile 2008, ospitando il presidente russo Putin, fece allestire a villa Certosa uno spettacolo di danza e gag della stessa compagnia. Ma se il presidente del Consiglio «apprezza il genere (...) Veronica Lario invece ci vede soltanto una triste metafora culturale di come ci siamo ridotti. “Con questo clima da Bagaglino, con le battute e le barzellette, si è un po’ imbastardito il discorso sulla presenza femminile in politica”, raccontava la moglie del Cavaliere in una intervista» (Giovanna Cavalli).