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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Stefano Pilati

• Milano 10 dicembre 1965. Stilista. Capo designer di Ermenegildo Zegna e direttore creativo di Agnona. Ex direttore creativo di Yves Saint-Laurent (dal 2004 al 2012). «Io voglio vestire le ventenni. Loro hanno tempo di cambiarsi quattro volte al giorno, di fare la gara con le amiche a chi ha il vestito più bello...».
• «Da ragazzino aveva poca voglia di studiare e tanta di conoscere “quel mondo, erano la fine dei Settanta, del prêt-à-porter di Armani e Ferré, due geni” e ha interrotto l’istituto per geometri per dedicarsi al taglia e cuci (“Mi facevano togliere i fili di trama e ordito per ricucirli su fogli a quadretti”), non prima di aver torturato le sue due sorelle obbligandole a vestire i prototipi che tirava giù dalle pagine di Vogue. Fisicamente sembra un velista, un Pelaschier (alto, biondo con la barba, il viso abbronzato), solo più magro. Ma non è uno sportivo: “Lavoro, lavoro e lavoro”. I punti sui fogli a quadretti, un’azienda di velluti e poi, nel 1993 da Armani, nel 1995 da Prada e nel 2000 da Tom Ford, come design director di Yves Saint Laurent. Quattro anni nell’ombra. Ora è il protagonista di una moda tutta sua» (Paola Pollo).
• «Idee a sinistra»: nel 2007 fece stampare un opuscolo in due milioni di copie da distribuire a New York e nelle grandi capitali europee. «Di fronte a un sistema politicamente “corrotto” non avevo altro modo per raggiungere la mia consumatrice se non un manifesto (...) C’era un tempo in cui mia madre, quando sfogliava una rivista e vedeva un vestito, strappava la pagina e andava dalla sarta. I giornali di moda così erano funzionali al sistema: c’erano belle foto e gli abiti si vedevano, i fotografi davano gran valore ai capi. Ora no, non più. Troppi inciuci. Tutto è in crisi (...) Oggi il rapporto fra lo stilista e la consumatrice è inesistente. O meglio è filtrato e veicolato dai giornali e dalla pubblicità».
• Nel giugno 2008 al funerale di Saint-Laurent: «Ho incontrato monsieur poche volte. A ogni sfilata e tutti i Natali ricevevo i suoi biglietti. Sapevo che c’era. Era un feeling particolare».