31 maggio 2012
Tags : Pif
Biografia di Pif
• (Pierfrancesco Diliberto) Palermo 4 giugno 1972. Ex inviato delle Iene, conduttore tv. Dal 2007 de Il testimone (su Mtv). Regista, nel 2013 ha diretto, e interpretato, il suo primo film, La mafia uccide solo d’estate, ambientato in Sicilia. «Sa qual è il rischio? Che ora mi prendano per un intellettuale. Ma io so come salvarmi: per ogni cosa seria dico tre minchiate» [a Laura Anello, Sta 10/4/2014]. Nel febbraio 2014 ha condotto l’anteprima di ogni serata del Festival di Sanremo, dal titolo Sanremo & Sanromolo («Mi hanno dato il permesso da Mtv come si fa con le vere star, com’è successo anche a Mike Bongiorno quando Mediaset lo lasciò libero di fare il festival»).
• «Se fosse per lui, vivrebbe su un treno. Perché il problema di Pif è che si annoia facilmente. “Il periodo più bello della mia vita è stato quando vivevo tra Milano e Roma. Tutto quell’andare su e giù riduceva moltissimo la noia, il grande dramma che mi affligge fin da bambino” (…) “Ho frequentato il liceo scientifico solo perché si erano iscritti i miei amici. La scuola per me è stata un incubo e anche avere amici non è mai stato semplice. Così mi son detto: se proprio devo continuare gli studi, lo faccio dove vanno loro”. La situazione non migliora e Pif in terza liceo viene bocciato. “Un concorso di colpe. Io non studiavo però la scuola italiana certo non aiuta, priva di stimoli come è”. Che poi si fosse almeno divertito da adolescente. “Ero un nerd vero, non avevo neanche il fascino del ribelle, quella giustificazione del dire vabbè va male perché si ribella al sistema. Ero uno studente grigio: mi svegliavo tardi, passavo la giornata a non fare nulla, stavo spesso da solo”. (…) “Mai fumato uno spinello in vita mia, sono astemio. Insomma una palla micidiale”. Dopo il liceo, di fare l’università neanche se ne parla e Pierfrancesco, figlio di un produttore cinematografico, comincia a lavorare per il cinema. Sono anni di produzioni importanti a Palermo, e Pif si ritrova prima sul set di Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli, e poi su quello dei Cento Passi di Marco Tullio Giordana. La mafia uccide solo d’estate, il suo acclamato debutto alla regia, sembrerebbe dunque la fine di un percorso cominciato con il film su Peppino Impastato, il giovane di Cinisi ucciso dai mafiosi il 9 maggio del 1978. Niente di più sbagliato: “Allora in Sicilia pochissimi sapevano chi fosse Impastato. Io non ho mai pensato di fare un film ‘impegnato’. Ci ho lavorato solo perché il comune di Palermo, che appoggiava la produzione, cercava stagisti”. A un certo punto è arrivata Londra. “Ho viaggiato per quattro anni tra l’Italia e l’Inghilterra. Volevo imparare l’inglese ma non ce l’ho fatta, anche perché – dopo una bellissima esperienza in un ostello – sono finito a lavorare in un call center italiano di indagini di mercato e passavo le giornate al telefono con le casalinghe di Trento e Catanzaro”. In quegli anni però è riuscito a fare un corso di media practice: “Ancora oggi non saprei dire in che consisteva, ma so che qualsiasi cosa fai all’estero da noi sembra una figata. Anche se è fuffa, come lo è nella maggior parte dei casi, funziona”. Londra è l’unico posto dove vivrebbe fuori dall’Italia. Qualche tempo fa ha proposto il trasferimento alla sua fidanzata, la giornalista Giulia Innocenzi, ma lei non l’ha preso sul serio. “Avevo anche la zona, Swiss Cottage, che è di moda ma non troppo. Lei non vuole trasferirsi. Sai, ha 30 anni, sta investendo sulla sua carriera e capisco che non voglia abbandonarla”. (…) Suo malgrado, Pif è diventato un sex symbol: le donne flirtano con lui, lo cercano, gli scrivono su Facebook, gli mettono i biglietti con la mail in tasca. “Il mio solito colpo di genio: un attimo prima della popolarità, quando mi sarei potuto divertire tantissimo, mi sono fidanzato, e sono pure fedele”. Le donne non le ha mai capite, anche ora non immagina come possano perdere la testa per uno “magro con la pancia”. (…) Pif impiega buona parte del suo tempo libero a rispondere a chi lo accusa di “essersi venduto”. “Ci sono quelli che mi dicono che da oggi in poi non sarò più libero e io rispondo ‘Scusate ma Mtv per voi è una Ong?’. Oppure mi dicono che non sono più credibile quando dico che mi piace il pile. Allora cerco di spiegare che non è che prima mi piaceva il pile perché non potevo permettermi il cachemire”. (…)» (Serena Danna) [Cds 28/3/2014].
• «Va a trovare un sindaco che vive sotto scorta e ha fatto dell’antimafia il suo mandato sociale. Il racconto di Pif è sempre leggero, diretto (invece di chiedere ai suoi intervistati se hanno paura va molto sull’esplicito e sul materiale: “ma voi vi cag... sotto?”)» (Aldo Grasso).
• «Pif è la televisione, vera, facile, naturale, senza bisogno di spiegazioni, riflessioni, pause da intellettuali. Non sono necessarie cento telecamere per allestire uno spettacolo, non è necessaria una brigata di autori, amici dei miei amici per mettere giù due idee scarse, basta una telecamerina, basta un uomo solo al comando, il suo nome è Pierfrancesco, il cognome è Diliberto, viene da Palermo ma sembra un marziano a Sanremo» (Tony Damascelli).
• È pigro: «Sono uno che si trascina. Se non c’è qualcuno a spronarmi, lascio che il tempo scorra via. Ma poi, per fortuna, mi capitano incontri che mi cambiano la vita» (a Roberto Di Caro) [Esp 28/3/2014].
• Fidanzato con la giornalista Giulia Innocenzi: «Purtroppo non sono mai stato per una scopata e via. Lo dico dispiaciuto perché lavorando in televisione ci sono molte opportunità. Forse ho problemi di relazione perché la gente non capisce mai quello che penso. Ora che sono anche più conosciuto e potrei fare Fonzie a tutto campo, sto con Giulia. Va bene così, anche se è faticoso essere una coppia pubblica».