31 maggio 2012
Tags : Giorgio Pietrostefani
Biografia di Giorgio Pietrostefani
• L’Aquila 10 novembre 1943. Ex leader di Lotta continua. Latitante dal 24 gennaio 2000, quando, alla vigilia della sentenza numero 9, quella della condanna definitiva a 22 anni di carcere per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi (Milano 17 maggio 1972), passò il confine francese. Qualche giorno dopo il verdetto si fece vivo attraverso un’e-mail inviata alla redazione del Foglio, scrisse di star bene, come può stare «uno che a cinquantasei anni finiti gioca a nascondino». E in aprile, a Giuseppe D’Avanzo (1953-2011)che l’incontrò oltreconfine, disse: «L’Italia ci chiederà scusa. Lo Stato ci dovrà riconoscere il merito di aver salvato migliaia di giovani dal terrorismo».
• «Per la sua durezza, era chiamato dai compagni Pietro, o anche Pietrostalin. Capace di dire a una delle future leader del femminismo italiano, entrata senza preavviso nella stanza delle riunioni: “Adesso esci, bussi, chiedi permesso ed entri”. O di intimare a una scrittrice di successo di non presentarsi più in collant, “che così distrai gli operai”. Finito il progetto della rivoluzione, l’attitudine al comando si è poi rivelata in altre forme: al momento del primo arresto per l’omicidio Calabresi, stava per essere nominato amministratore delegato di un’azienda dell’Iri. C’è però in lui anche qualcosa di giocoso e di disincantato. Le latitanze giovanili nelle case degli amici, l’ammirazione per gli irregolari, l’istinto della fuga che l’ha portato per dieci anni in Africa, poi a occuparsi di tossicodipendenti, a scrivere un libro sui pirati» (La Stampa).
• Sul delitto Calabresi, il pentimento di Marino, gli arresti e i processi di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, vedi Leonardo Marino e Adriano Sofri.