31 maggio 2012
Tags : Enrico Pieranunzi
Biografia di Enrico Pieranunzi
• Roma 5 dicembre 1949. Pianista. «Da tempo nell’empireo dei grandi jazzisti, senza distinzione di nazionalità» (Claudio Sessa). Ha studiato pianoforte classico e poi insegnato per venticinque anni in conservatorio, fino al 1998. Si avvicinò al jazz grazie al padre chitarrista. «Uno stile personale e inconfondibile che tiene conto della lezione di maestri come Bill Evans, ma anche delle radici musicali europee e italiane. Da oltre trent’anni sulla scena ha collaborato con musicisti come Chet Baker, Lee Konitz, Phil Woods, Charlie Haden, Billy Higgins» (Felice Liperi).
• È lui il solista nella colonna sonora di Nuovo cinema paradiso. Anche studio man nelle registrazioni di numerose musiche per film di Morricone e Trovajoli, ha ripreso quelle sonorità in Fellini jazz (2010) e Play Morricone (2014).
• Crede che la generazione dei jazzisti italiani trenta-quarantenni sia straordinariamente matura: «Dagli anni Novanta la scena mondiale è profondamente cambiata e gli americani non sono e non si considerano più gli unici depositari del Verbo».
• Nel 2005 pubblicò Danza di una ninfa, disco realizzato insieme alla cantante Ada Montellanico e incentrato sul repertorio di Luigi Tenco, dove Pieranunzi si propone, oltre che come pianista e arrangiatore, anche come autore. «Ho studiato ed eseguito tanta musica classica, l’ho mescolata col jazz, e con la musica popolare… Ora mi piace raccontare una storia attraverso le parole e la musica di una canzone, sto diventando, insomma, un songwriter». Nel 2014 ha ripetuto l’operazione con Songbook – La musica con le parole, dove ad affiancarlo sono Simona Severini alla voce, Paolo Della Porta al basso e Enzo Zirilli alla batteria.
• Nel 2006 con il concerto ImproMozart si cimentò in improvvisazioni su brani d’estrazione classica, una performance che ripropose poi su Domenico Scarlatti, «un antesignano di quel fantastico gioco dell’improvvisar-componendo che costituisce il senso più profondo del jazz».
• Appassionato di musica cubana, «che preferisco a quella brasiliana», come testimonia il quintetto latin jazz da lui formato (Diego Urcola alla tromba, Yosvani Terry Cabrera al sax, John Patitucci al basso, Antonio Sanchez alla batteria), con il quale ha inciso nel 2010 il disco dal vivo Live at Birdland.
• «Mi piacerebbe sentir suonare dal vivo i musicisti che hanno segnato profondamente la mia vita musicale. Charlie Parker, innanzitutto, ma anche Scarlatti e Bach. Se ci fosse la macchina del tempo (magari c’è o ci sarà) vorrei entrare in un club fine anni Quaranta per poter sentire da pochi metri il suono di Bird per immergermi in quel misto di irruenza e tenerezza, di intelligenza e innocenza che venivano fuori dal suo sax e che conquistarono del tutto il mio cuore negli anni dell’adolescenza. La verità, l’umanità dei suoi blues, furono e sono il motore segreto della mia passione inestinguibile per il jazz» [Jazzit news 02/2013].