31 maggio 2012
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Biografia di Renzo Piano
• Genova 14 settembre 1937. Architetto. Nel 1998 fu insignito del premio Pritzker (il Nobel degli architetti). Senatore a vita (nominato da Giorgio Napolitano il 30 agosto 2013). «Non esiste una buona architettura se non c’è un buon cliente».
• Vita Figlio di un costruttore, laurea al Politecnico di Milano. «In terza elementare un prete disse a mia madre che ero un asino senza speranza. Mi portarono pure dallo psichiatra, che sentenziò: il bambino è normale. Solo, non sapevo studiare, ero disattendo. Al liceo ero sempre rimandato, un paio di volte mi bocciarono». «Quando a diciotto anni dissi a mio padre che volevo fare l’architetto mi disse: “Perché vuoi fare solo l’architetto quando puoi essere costruttore?”. Poi mi lasciò fare l’architetto».
• «A 30 anni lavoravo già a Londra e a 33 ho cominciato con Richard Rogers il Beaubourg a Parigi. E poi non ho mai fatto nient’altro che l’architetto e in un modo molto artigianale. Un po’ come i mastri comacini del Medioevo che giravano per cantieri».
• «Io ho avuto molti maestri, ma mi piace citare soprattutto quelli italiani. A cominciare da Franco Albini, che mi ha insegnato la meticolosità del mestiere. Poi Marco Zanuso, del quale sono stato assistente e dal quale ho appreso il rigore tecnico. Sul piano etico devo molto a Giancarlo De Carlo, il maestro dell’architettura che ha una coscienza».
• Tra i suoi lavori: il Centre Pompidou a Parigi, terminato nel 1977; il Museo De Menil a Houston; lo stadio San Nicola di Bari (a forma di margherita, ogni petalo serviva a far defluire i tifosi così da non scontrarsi ed evitare drammi); il Lingotto a Torino (auditorium, hotel Méridien, centro commerciale, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli); l’aeroporto del Kensai a Osaka; la Potsdamerplatz di Berlino; il centro culturale Tjibaou di Noumea (Nuova Caledonia); il Museo Beyeler a Berna; l’auditorium Parco della Musica a Roma, il Paganini a Parma; il grattacielo per Hermès a Tokyo; la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo; il Museo Paul Klee a Berna; la London Bridge Tower a Londra; l’ampliamento della California Academy of Science di San Francisco; la ristrutturazione della Morgan Library.
• Nel 2007 ha inaugurato la nuova sede del New York Times (un grattacielo di 52 piani all’angolo fra 8aAvenue e 41aStrada), progettato in 24 mesi e realizzato in 37 passando attraverso oltre 8000 disegni. Risultato: un grattacielo di vetro con metalli riciclati e trovate hi-tech. Nicolai Ouroussoff, critico di architettura del quotidiano americano: «I più riusciti grattacieli newyorchesi ci colpiscono al cuore, mentre la torre di Piano difficilmente ci ispirerà tale sentimento».
• Polemiche per il progetto del grattacielo degli uffici direzionali di Intesa Sanpaolo a Torino, che avrebbe dovuto essere alto 180 metri: l’hanno convinto ad abbassarlo di una trentina di metri per non superare l’edificio simbolo della città, la Mole Antonelliana, che di metri ne misura 167.
• Critiche anche per il «più piccolo progetto che ha mai concepito» (Massimiliano Fuksas), alcune camere e qualche servizio per le poche clarisse rimaste lungo il pendio alla cui sommità si trova la cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp, uno dei capolavori di Le Corbusier.
• Il 5 luglio 2012 a Londra ha inaugurato The Shard (La Scheggia), che con i suoi 310 metri è il più alto grattacielo d’Europa e 45esimo al mondo. Nello stesso 2012 ha presentato il progetto di RPBW del Nuovo palazzo di Giustizia di Parigi, un grattacielo di 160 metri che diventerà la più alta costruzione della città dopo la Tour Eiffel.
• Nell’ottobre 2012 ha terminato i lavori dell’Auditorium dell’Aquila, interamente finanziato dalla Provincia di Trento (è costato 4,8 milioni), Piano e il suo studio hanno lavorato gratis. Per l’occasione s’è ispirato ai templi di legno giapponesi. Per questo motivo sala concerto, sala prove e ristorante sono tutti di legno di abete rosso, proveniente dalla Val di Fiemme: «Il preferito dai grandi liutai dai tempi degli Stradivari». (Curzio Maltese, la Repubblica 5/10/2012).
• Ha ricevuto la medaglia d’oro dell’American Institute of Architects (prima di lui l’avevano avuta Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Mies van der Rohe, Louis Kahn, Philip Johnson). Dal 1994 è Godwill Ambassador dell’Unesco per la Città.
• Casa-studio a Genova a picco su Punta Nave.
• Critica «L’architetto più amato dagli americani in virtù della sua filosofia architettonica “progressista”, all’insegna del rispetto del territorio» (Alessandra Farkas).
• «Il filo rosso che sembra legare l’opera di Piano è soprattutto quello della curiosità intellettuale, della sperimentazione, dell’apertura mentale priva di dogmi» (Paolo Valentino).
• Frasi «Il mio progetto più caro è sempre l’ultimo, quello che ha più bisogno di cure».
• «Come architetto vado in giro e rubo, del resto pure il mio amico Luciano Berio mi diceva che anche la musica consiste nel prendere e dare».
• «La sfida di noi architetti è lottare con la gravità, che insiste, è cocciuta».
• «In Italia la committenza intelligente esiste, sia pubblica che privata. Da noi ho fatto delle cose molto interessanti come il Lingotto, lo stadio di Bari. I problemi più grossi vengono da una burocrazia spaventosamente complicata e anche piuttosto incompetente. Poi c’è un problema ancora più drammatico, che è il gioco vergognoso dei veti incrociati. Non esiste un solo Paese al mondo in cui un uomo politico si possa permettere tranquillamente di silurare il lavoro di un altro senza preoccuparsi delle conseguenze della sua azione. In pratica, le cose da fare diventano ostaggio della battaglia politica».
• «Se qualcuno, mio malgrado, mi ha messo tra le star, mi dimetto immediatamente da quel ruolo. Non sono un presenzialista, non mi vesto sempre e solo di nero, non accetto tutto quello che mi viene offerto, non sputo sentenze scioccanti su ogni argomento».
• «Ho sempre cercato di volare basso, di non cadere nell’accademia, di fare bottega».
• «Bisognerebbe campare un secolo e mezzo, i primi cinquant’anni per imparare, i secondi per fare l’architetto e gli ultimi per cercare di trasmettere agli altri quello che hai messo insieme».
• «Una delle cose più terribili, in architettura, è l’ansia da prestazione. Oggi va di moda lo strafare, e spesso i grattacieli sono oggetti chiusi che assumono un carattere ermetico, aggressivo, fallico» (a Enrico Pedemonte).
• «Il discorso sulle archistar ha il merito di aver riportato l’architettura sulle prime pagine dei quotidiani, ma tende a trasfigurare la vera e profonda realtà del nostro mestiere, che non è quello di fare oggetti accattivanti, ma di fare cose che fanno città» (a Stefano Boeri).
• «L’architetto è al crocevia tra il sociologo della città e l’antropologo, tra il tecnologo e l’artista».
• «Il cantiere è una residenza temporanea. Tu fai un lavoro a Houston, Texas, e quando finisci Houston è diventata un po’ casa tua. Berlino, nel 1992, non la conoscevo. Ora la sento come fosse la mia città».
• «Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: “Spero come quella del passato”».
• Politica. In un’intervista del 2010 a Cazzullo parlava così di Beppe Grillo:«È un caro amico, ci litigo spesso sulla forma, perché le sue battaglie civiche sono quasi sempre giuste. La sinistra mi fa soffrire. Ce l’ho nell’anima». [Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 12/10/2010] A Rampini, sempre su Grillo: «Tra le cose giuste che sta facendo, ha coinvolto tante persone che non hanno interessi privati in gioco, non hanno secondi fini. Il suo errore più grave è sull’Europa. Non se la prenda con l’euro. La vocazione europea dell’Italia va difesa». Nel marzo 2013 il suo nome comparve tra i candidati del M5s per il Quirinale. «Mi mancano i rudimenti di cultura istituzionale, la conoscenza della pubblica amministrazione, e sono convinto che siano qualificazioni necessarie» commentò lui. [Federico Rampini, la Repubblica 4/3/2013]
• Nel 2011, nel corso di un’intervista a Time, definì Silvio Berlusconi un «esempio terribile che ha fatto emergere il lato peggiore dell’Italia».
• Religione. Cattolico praticante. «La dimensione religiosa è una dimensione che l’architetto non può ignorare al di là della propria personale storia. Sì, vado a messa la domenica, con mia moglie, e porto con me il mio figlio più piccolo, e gli insegno che la musica di chiesa può sembrare fatta apposta per intimidire, che a volte è splendida e meravigliosa e altre volte è prepotente e fa paura. È un vivere l’esperienza religiosa in una maniera articolata, che va dall’interrogarsi con domande silenziose fino al ribellarsi». [Laura Laurenzi, la Repubblica 13/7/2013]
• Vizi. Grande appassionato di barche. «Ne ho avute sei in vita mia. La prima l’ho proprio costruita con le mie mani, in garage: era lunga sette metri e alla fine non passava dalla porta. Le ho sempre disegnate io. L’ultima, il veliero che ho adesso, il Kirribilly, prende il nome da un golfo e da un quartiere di Sydney dove ho costruito una torre a forma di vela, è un nome maori, nella lingua degli aborigeni vuol dire luogo pescoso ». Come bandiera ha scelto la riproduzione di un quadro di Paul Klee del ’38: «Una testa colorata, quando si muove nel vento un’immagine bellissima». [Laura Laurenzi, la Repubblica 13/7/2013]• «Quand’ero bambino, mio padre mi portava ogni domenica mattina a messa. Poi al porto. Papà era un genovese doc, e quindi non parlava quasi mai; ma allo spettacolo del porto di Genova negli Anni ’50 non servivano parole. Non c’erano i container. Gli oggetti volavano. Le automobili in braccio alle gru. Anche gli edifici si muovevano di continuo: le navi allora si chiamavano bastimenti, dal francese “batiment”, edificio appunto». [Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 12/10/2010]• Da bambino ha fatto gli Scout con Gino Paoli: «Lui era un capo, io un lupetto. Per questo, quando nel 2007 ho compiuto settant’anni, Gino mi ha regalato un cappello da scout».
• Famiglia. Sposato in seconde nozze con Milly Rossato, ha quattro figli, Carlo, Matteo, Lia e Giorgio. Vive a Parigi.