31 maggio 2012
Tags : Sandro Petraglia
Biografia di Sandro Petraglia
• Roma 19 aprile 1947. Sceneggiatore. Lavora in coppia con Stefano Rulli.
• Laureato in Filosofia, iniziò come critico cinematografico, poi documentarista (Matti da slegare nel 1975 e La macchina cinema nel 1978 con Bellocchio, Agosti e Rulli), infine sceneggiatore. Tra i suoi film: Bianca (1983), La messa è finita (1984) di Nanni Moretti; Mery per sempre (1989), Il muro di gomma (1991, Nastro d’argento) di Marco Risi; Il portaborse (1991, David di Donatello), La scuola (1995), Mio fratello è figlio unico (2007, David) di Daniele Luchetti; La tregua (1997, David) di Francesco Rosi; Il ladro di bambini (1992, Nastro), Le chiavi di casa (2004, Nastro) di Gianni Amelio; Pasolini, un delitto italiano (1995), La meglio gioventù (2003, David e Nastro), Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005) di Marco Tullio Giordana, Romanzo criminale (2005, David e Nastro) di Michele Placido. Nel 2007 ha firmato La ragazza del lago (di Andrea Molaioli) e Piano, solo (di Riccardo Milani). Poi Un giorno perfetto (di Ferzan Ozpetek, 2008, dal romanzo di Melania Mazzucco), La nostra vita (di Daniele Luchetti, 2010), Romanzo di una strage (di Marco Tullio Giordana, 2012, sulla strage di piazza Fontana), Educazione siberiana (di Gabriele Salvatores, 2012, tratto dal romanzo di Nicolai Lilin) ecc. In tv ha sceneggiato diverse fiction e serie tv, tra cui alcune edizioni de La Piovra.
• «Il nostro metodo di lavoro è una specie di ping pong, è organizzato in modo che uno metta le mani nel lavoro dell’altro. Abbiamo cominciato scrivendo insieme. Poi abbiamo capito che ognuno aveva bisogno della sua stanza e della sua concentrazione. Ora ci scambiamo le cose che abbiamo scritto via mail. Non abbiamo ruoli. Al momento del confronto si discute molto, a volte in una maniera decisamente animata. Siamo disposti a litigare ma non ad accontentarci, a scadere nel basso, a cedere ai compromessi. Ci siamo conosciuti all’università in pieno Sessantotto in tempo di militanza politica, ora però lavoriamo molto insieme ma ci vediamo poco».