31 maggio 2012
Tags : Tonino Perna
Biografia di Tonino Perna
• (Antonio) Pettoranello (Isernia) 28 gennaio 1947. Imprenditore. Fondatore, presidente e (fino al dicembre 2008) amministratore delegato di It Holding, in amministrazione controllata dal 2009 (dopo il mancato reperimento di nuovi soci) e poi ceduta in diverse tranche a vari acquirenti: marchi propri Gianfranco Ferrè, Malo, Extè, altri in licenza; Ittierre, la divisione linee giovani (Versace, Just Cavalli, Galliano ecc.), «ha il 65% del mercato mondiale nel segmento dell’abbigliamento giovanile griffato» (Giampiero Castellotti). «Quando mi invitano a parlare di Sud, rispondo no grazie. Perché poi devi star lì a sentire ogni volta la solita lamentela. È vero che le nostre regioni sono svantaggiate. Ma mi sono stancato: ci si chiede sempre che cosa possono fare gli altri per noi, mai che cosa possiamo fare noi per noi».
• Il 9 gennaio 2012 fu arrestato per bancarotta fraudolenta e altri reati fiscali per un danno patrimoniale di 61 milioni di euro, ma dopo un paio di settimane il tribunale del riesame di Campobasso annullò il provvedimento cautelare. Le Fiamme Gialle sequestrarono una villa milionaria a Capri, ex residenza della contessa Mona Bismarck, un attico in pieno centro a Roma e poi uno yacht e una villa in Sardegna [Fabrizio Caccia, CdSs10/1/2012]. Rinviato a giudizio dal Tribunale di Isernia nel maggio 2014, insieme ad altre nove persone.
• Figlio di contadini. Diploma all’Accademia di belle arti di Napoli, «nel 1972, con il fratello Remo, crea la Pentrem, che si sviluppa con il marchio di jeans e casual Pop 84, sponsor di squadre di calcio di serie A e perfino della Formula Uno, diventando in pochi anni la più importante realtà industriale della regione. Ma la società, che nel 1991 fattura 150 miliardi e dà lavoro a 350 persone, fa il passo più lungo della gamba con la formula del franchising sui mercati internazionali, proprio in concomitanza con una forte crisi del tessile e dell’abbigliamento. La Gepi ne assume il controllo e inietta denaro fresco per 60 miliardi. I due fratelli si separano: affiancato dai manager della finanziaria di Stato per i salvataggi industriali, Remo resta al timone della Pentrem (che poi fallirà), mentre Tonino si concentra sulla Ittierre, altra azienda familiare che alla fine degli anni Ottanta ha già sterzato verso un segmento più alto della moda, quello delle linee giovani degli stilisti, firmando il primo contratto con Nicola Trussardi per i jeans» (Paola Bottelli).
• Alla fine del 2000 acquistò la Gianfranco Ferrè. Dopo la morte del fondatore e direttore creativo della maison portò in azienda lo stilista Lars Nilsson, ma lo sostituì dopo pochi mesi, senza neanche aspettare il debutto in passerella, chiamando al suo posto Roberto Rimondi e Tommaso Aquilano, in arte 6267.
• Ha ammesso alcune mosse sbagliate: «A cominciare da Romeo Gigli, dismesso nel 2004, dopo un tentativo fallito di rilancio. Sempre quell’anno c’è stata la cessione di Gentry Portofino, acquisito, nel 1999, con Malo. Anche le diversificazioni negli occhiali e nei profumi si sono rivelate sbagliate... Proprio così. In quei settori non c’è spazio per operatori di taglia medio-piccola. A dettare legge sono i colossi, del calibro di Luxottica, negli occhiali, o di L’Oréal e P&G nei profumi. E con loro, gliel’assicuro, è impossibile competere» (a Ilaria Romano).
• Distribuiva fra l’altro la linea giovane Just Cavalli.
• Si lanciò anche per qualche anno nel mercato delle carte di credito: nel 1997 acquistò Diners Club Italia, alla quale poi affiancò la rete di società della Diners Club International operanti in Europa e Africa, tentò di rilanciarla sfiorando un milione di carte (e ricorrendo come inedito testimonial a Giulio Andreotti) per poi rivendere a Citigroup.
• Una passione per le opere d’arte: «Nella sua personale galleria ama mischiare dipinti rinascimentali e tele della transavanguardia». Dopo il crac imprenditoriale nel suo patrimonio furono trovati circa duecento quadri, tra cui un De Chirico. Tra le sue acquisizioni, la casa editrice Franco Maria Ricci («cultura made in Italy di nicchia alta. Esattamente come la moda») che cedette poi, nel 2002, ad Art’è (Marilena Ferrari).
• Sposato con Giovanna.
• Sulla separazione dal fratello, negli anni Novanta: «Nessun attrito ma non mi piace parlarne. Sono cose di famiglia e la famiglia per me è tutto. Dai miei genitori a mia moglie e ai miei quattro figli. E poi invece che al passato preferisco pensare al futuro» (a Raffaella Polato nel 2000).
• Cavaliere del lavoro, il titolo gli è stato sospeso in seguito alle vicissitudini giudiziarie.