31 maggio 2012
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Biografia di Flavia Perina
• Roma 2 aprile 1958. Giornalista. Condirettore, insieme a Pippo Marra, dell’agenzia di Stampa AdnKronos (dall’aprile 2014), già direttore del Secolo d’Italia (dal 2000 al 2011). Politico. Eletta alla Camera nel 2006 e 2008 (An, Pdl, poi Fli). Tra i promotori di Green Italia, partito ambientalista nato nel 2013.
• «Mio padre e mia madre erano impegnati in politica, mio fratello anche, eravamo tutti conosciuti. Sul famoso libro bianco dell’estremismo di destra a Roma, dove c’erano cinquecento nomi con gli indirizzi, noi c’eravamo tutti e quattro. Ho dovuto lasciare l’università. Un paio di volte sono stata strattonata in malo modo. Mi hanno detto: “Qua dentro non ci devi più entrare”. Un’altra volta sono dovuta scappare da una specie di uscita secondaria nel piano interrato. Alla fine ho rinunciato. Avevo paura. Intendiamoci, minuzie. C’è gente che è stata ammazzata. Però per tanti anni mio padre ha messo la sabbia sotto la porta la sera prima di andare a dormire per evitare che ci infilassero la benzina» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• Nel 1977 in carcere a Rebibbia per un mese: «Ci fu una grossa retata alla Balduina dopo gli scontri che portarono alla morte di Walter Rossi. La polizia arrivò in sezione e arrestò tutti quelli che trovò».
• Reduce Hobbit (i raduni giovanili della destra inventati da Pino Rauti): «Eravamo stupidi, mitizzavamo un’epica quotidiana nutrita di scontro fisico, prigione e lutti».
• Pino Rauti raccontò: «Flavia è cresciuta sulle mie ginocchia. Tutti i Natali e le feste eravamo a casa dei suoi, Marcello e Wilma. Pescavamo insieme i bussolotti della tombola».
• Come direttore del quotidiano di Alleanza Nazionale, decise nel 2007 una ristrutturazione nei contenuti, nella grafica e nel formato del giornale, dopo che Fini (allora leader del partito) aveva dichiarato: «Lo voglio dire con chiarezza: il nostro giornale, così com’è, non ha più ragione di esistere».
• «Con la direzione di Flavia Perina il Secolo d’Italia è una spina nel fianco del centrodestra» (Pierluigi Battista).
• Finiana di ferro, nel 2009 fu chiamata a rapporto sulla linea editoriale da Ignazio La Russa. Poco tempo dopo tolse il riferimento ad An sostituendolo con quello al Pdl, ma dopo la convention di Fli al Mirabello (settembre 2010) anche quel riferimento fu rimosso come, scrisse, «tributo alla chiarezza».
• Nel 2010, nel pieno dello scandalo legato alla casa di Montecarlo, invitò le donne di centrodestra a prendere posizione contro «l’azione di killeraggio» nei confronti di Elisabetta Tulliani [Ernesto Menicucci, Cds 26/8/2010].
• Nel 2011 partecipò alla manifestazione Se non ora quando? e a iniziative del Popolo viola. Sfilò anche dietro uno striscione “GayLib, gay di centrodestra. L’amore è uguale per tutti” [Maria Rosaria Spadaccino, Cds 12/6/2011].
• «I berlusconiani sono più fascisti di noi» scrisse su Il Post (Fabrizio Roncone) [CdS 3/9/2010].
• Ha poi chiesto al Secolo d’Italia oltre 800 mila euro di risarcimento. «Sono stata cacciata via dalla direzione del giornale dalla mattina alla sera, senza una parola di colloquio, con una lettera di sette righe» (ad Alessandra Arachi) [Cds 4/2/2012].
• Dopo il Secolo d’Italia ha collaborato con il Fatto Quotidiano e Il Post.
• «Sono molto distratta. Una volta un ministro belga si era rifiutato di stringere la mano a Tatarella perché era considerato fascista. Io feci un titolo durissimo ma confusi il Belgio con l’Olanda. Mi telefonò il giorno dopo l’ambasciatore olandese: “Perché ce l’avete con noi, che vi abbiamo fatto?” Spesso sbaglio i nomi delle città e delle persone».
• Grande amica di Melania Rizzoli e di Paola Concia, si definisce «femminista di destra». Favorevole alle unioni civili.
• Tra i firmatari dell’appello per Stefano Rodotà al Quirinale nel 2013.
• «Ama vestire da uomo» (Aldo Cazzullo).