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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Marcello Pera

• Lucca 28 gennaio 1943. Politico. Eletto al Senato nel 1996, 2001, 2006, 2008 (Forza Italia, Pdl). Presidente del Senato nella XIV legislatura (2001-2006). Ordinario di Filosofia della scienza a Pisa, è uno dei massimi studiosi di Karl Popper. «Vorrei contribuire a desovietizzare l’Italia».
• «Unico filosofo della scienza italiano citato nei libri di Feyerabend come in quelli di Popper» (Antonella Rampino). 

• Diplomato in Ragioneria, poi subito in banca. Passato alla Camera di Commercio della sua città, prese la maturità classica e si laureò in Filosofia a Pisa nel 1972.

• «Tra il 1992 e 1993, in piena Mani pulite, con i suoi fondi sulla Stampa, professore giustizialista (“Il garantismo, come ogni ideologia preconcetta, è pernicioso”, “I giudici fanno il loro dovere”); poi l’uomo fidato di Berlusconi che, da responsabile Giustizia di Forza Italia, scriveva articoli di fuoco sul Messaggero contro “la vocazione al golpe” del pool di Milano (23 aprile 1997), i pm che “vogliono riscrivere la storia d’Italia” (17 luglio 2000) e pretendono di “fare i politici” (2 dicembre 2000)» (Liana Milella).

• Ha fatto discutere il suo cambiamento d’opinione sui rapporti fra religione e laicità: «“Perologi”, o “peromani”, o perfino “perofobi” dispongono di un ampio materiale che documenta non solo e non tanto un conclamato rovesciamento di idee, quanto piuttosto la medesima meticolosa ostinazione nell’esprimerle ex cathedra come se fossero valide per sempre. Quando sono relative, se non dettate da una pretesa dittatura del relativismo. Vedi comunque il Pera che nel 2002 sosteneva: “Non dobbiamo infilare Dio nella Costituzione europea”, mentre due anni dopo compatisce “l’Europa senz’anima”» (Filippo Ceccarelli).

• Nel 2004 scrisse con l’allora cardinale Joseph Ratzinger Senza radici (Mondadori), un dialogo sulle radici e sul futuro dell’Europa tra Illuminismo e Cristianesimo. Dopo il no irlandese al trattato di Lisbona (2008), disse: «Solo papa Ratzinger può unificare l’Europa. In assenza di un’adeguata classe politica,Benedetto XVI è diventato il vero punto di riferimento dei popoli e l’autentico artefice dell’identità europea. In Irlanda e altrove la gente segue lui» (a Giacomo Galeazzi).
• Nel 2008 Perché dobbiamo dirci cristiani, con prefazione di Joseph Ratzinger. «Pera sostiene che il “dialogo interreligioso”, con l’Islam e qualsiasi altra professione di fede, è impossibile» (Pietro Citati).
• Della sua amicizia con Benedetto XVI racconta: «Andai a trovarlo nel suo ufficio di Prefetto della Congregazione della dottrina della fede, essendo stato impressionato da molti suoi scritti. Appena cominciammo a parlare della questione del relativismo, che era l’oggetto del mio primo interesse per lui, io osservai con cautela che a me sembrava che occorresse da parte della Chiesa più forza di reazione. Lui mi stupì perché mi rispose: “Molti nostri vescovi mancano di coraggio”. Io lo pensavo, ma lui lo disse. Ora che è Papa emerito lo vedo ancora, e per me è una grande gioia, una benedizione. Il nostro dialogo e la nostra comunione intellettuale continuano. E mi fa un immenso piacere vederlo nel suo appartamento e scambiare opinioni con lui».
• È tra i fondatori dell’associazione Magna Charta, che promuove una «forma nuova di laicità non anticattolica». Ha sostenuto il Family Day (nel 2007) e la petizione “Un fisco a misura di famiglia” lanciata nel 2008 dal Forum delle famiglie. Partecipò alla manifestazione per i cristiani perseguitati, organizzata daMagdi Allam nel 2007.
• Fu anche grazie al suo appoggio che, nel 2005, venne istituito l’Imt (Institute for Advanced Studies) di Lucca. «L’hanno chiamata la scuola di Marcello Pera. Anzi, e infastidendo non poco, l’hanno definita “il giocattolo di Pera”» (Antonello Caporale) [Rep 17/9/2006].
• Nel 2001, al varo del Berlusconi II, pareva quasi sicuro che l’avrebbero fatto ministro della Giustizia (gli fu preferito Roberto Castelli). Identiche voci, sebbene meno insistenti, nel 2008 al varo del Berlusconi IV.
• Certo di divenire guardasigilli, nel 2001 annunciò che la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di togliere dall’ufficio ministeriale la storica scrivania di Togliatti.
• Sempre meno coinvolto nelle scelte di vertice del Pdl, annunciò, nel gennaio 2013, il suo addio alla politica. «Ritengo che il mio contributo si sia esaurito, anche se non credo che si sia esaurito quel bisogno di rinnovamento, la cosiddetta “rivoluzione liberale”, che molti anni fa portò in Parlamento me ed altri come me, i cosiddetti “professori di Forza Italia”».
• L’ultimo periodo della sua attività politica fu caratterizzato dalla richiesta (tradottasi nella presentazione di un disegno di legge) di convocare un’Assemblea costituente che riscrivesse, in un anno, il testo dell’intera Costituzione, da sottoporre poi a referendum confermativo.
• «Aver isolato Marcello Pera è stato l’errore più grande. Era stato uno straordinario presidente del Senato. Non c’era paragone con Schifani, come abbiamo fatto a preferirgli il secondo?» (Antonio Martino).
• «Tentò di farne (della presidenza del Senato, ndr) uno strumento della politica della seconda carica dello stato, contravvenendo a una consuetudine più che consolidata che vuole l’istituzione essere arbitro e non arbitrio» (Pietrangelo Buttafuoco).
• «A Lucca abita in un appartamento senza pretese nel quartiere di Sant’Anna, fuori dallo splendido centro città contornato dalle mura antiche. Quando può, si ritira poco distante, nella campagna, dove ha una casetta nel verde. Non è uomo da vita mondana, Marcello Pera. Il massimo della felicità per lui è fare qualche viaggio, preferibilmente a Londra» (Gianni Barbacetto).
• Sposato con Antonia Tomei.

• «Porta sempre con sé, nell’elegante cartella, confezioni Zuegg contenenti barrette di cotognata» (Vanity Fair).
• Indossa cravatte confezionate da Luca Roda. Pratica la talassoterapia.