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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Francesco Pazienza

• Monteparano (Taranto) 17 marzo 1946. Faccendiere. Condannato a dieci anni per il depistaggio sulla strage di Bologna. L’ultimo anno e mezzo di condanna lo ha passato in affidamento ai servizi sociali, facendo il volontario della Croce rossa a Lerici (La Spezia).
• «È stato dietro numerosi misteri italiani, in contatto con capi di Stato, ministri, banchieri, responsabili di servizi segreti, alti prelati, bellissime donne. Medico mancato (ma laureato con 110 e lode), viene a contatto con i servizi segreti nel 1979 quando conosce il generale Giuseppe Santovito, massone come lui, poi direttore del Sismi (gli 007 militari), del quale diventa uomo di grande fiducia. Fa presto carriera e parecchi soldi. In America imbastisce una campagna contro il fratello dell’allora presidente Jimmy Carter (rapporti finanziari con i libici, incontri sessuali in un albergo romano) venduta allo staff di Ronald Reagan. Rientrato in Italia si intrufola nell’81 nella trattativa camorra-servizi segreti-Dc per ottenere la liberazione di Ciro Cirillo. Nello stesso periodo entra in contatto con Roberto Calvi, distrutto dallo scandalo della P2. Per il crac del Banco Ambrosiano è stato condannato a otto anni di reclusione per concorso in bancarotta fraudolenta» (Panorama).
• «Il suo nome si ritrova ad ogni incrocio pericoloso della storia di questo Paese, dalla tragedia di Ustica al crack del Banco Ambrosiano a Tangentopoli, fino alla sua uscita di scena e all’ingresso in carcere. Ma è riemerso anche per l’affaire avvelenato di Telekom Serbia a causa di un ambiguo biglietto che gli fu sequestrato in cella» (Erika Della Casa).
• Fu al centro della catena di aiuto al sindacato polacco Solidarnosc caldeggiata da papa Wojtyla. Anni dopo, nell’aprile 2006, dichiarò al magistrato: «Nel marzo del 1982 su incarico di Calvi con l’ok di Marcinkus (il cardinale presidente dello Ior –ndr) mi occupai personalmente del finanziamento di 4 milioni di dollari. Si trattava di lingotti d’oro, arrivati a Danzica nel doppio fondo di una jeep».