31 maggio 2012
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Biografia di Rita Pavone
• Torino 23 agosto 1945. Cantante. Suoi maggiori successi: La partita di pallone, Alla mia età, Come te non c’è nessuno, Il ballo del mattone, Sul cucuzzolo, Cuore, Datemi un martello, Viva la pappa col pomodoro, Il geghegè, Che mi importa del mondo (tutti tra il 1962 e il 1964). Soprannominata Pel di carota per i suoi capelli rossi.
• Terza di quattro figli, la madre Maria, casalinga, e il padre Giovanni, origini siciliane, operaio della Fiat. «A casa mia si vedeva la carne nel piatto una volta al mese, forse due, quando papà prendeva lo stipendio. La Fiat era come una famiglia per me, a Natale ai figli degli operai distribuivano i regali e lo facevano anche per la Befana. Non parliamo poi di quando ci assegnarono la casa a Mirafiori. Accadde qualche anno dopo. E a noi, che fino ad allora avevamo vissuto in sei, i miei genitori, io e i miei fratelli, alla Borgata San Paolo, in un buchetto di pochi metri quadrati, quella casa di tre stanze, con cucina e bagno, ci parve un sogno e Mirafiori un quartiere residenziale».
• «Aveva cominciato presto a esibirsi in pubblico, a nove anni, al Teatro Alfieri di Torino, due entrate nello spettacolo per bambini Buongiorno marziani. “Nella prima facevo il verso a Al Jolson, un cantante americano di grandissimo talento che fu il primo a usufruire del sonoro nel cinema e che, bianco, si truccava da nero. Nella seconda interpretavo una ragazzina americana a Roma”. A 13 anni, per aiutare il ménage famigliare, Rita interrompe gli studi e va a stirare in una camiceria. Non si abbatte, la prende “come un’esperienza”, continua a cantare appena può. Viene presto il tempo dei teatrini di provincia “con gli scarafaggi grandi come monete”. Mentre tramonta l’Italia della melodia alla Claudio Villa, Domenico Modugno vince Sanremo con Nel blu dipinto di blu e manda definitivamente in soffitta la tradizione. Anche Rita Pavone canta in modo nuovo e arriva prima a “La festa degli sconosciuti”, un trampolino di lancio verso la televisione. Finisce il 1962 e, quando nell’Italia ancora bacchettona Mina viene allontanata dalla tv perché è in attesa di suo figlio Massimiliano senza essere sposata, Bruno Canfora la chiama a partecipare a Studio Uno. Un trionfo e, nel 1963, Rita ha già venduto milioni di dischi. “Quando arrivò il primo assegno di una ventina di milioni, papà non credeva ai suoi occhi, non aveva mai visto tanti zeri. Per me invece contavano molto di più le luci della ribalta e quegli ambienti discreti e lussuosi, la possibilità di poter scegliere un buon albergo, dormire su un letto soffice e pulito”. Il 1964 è un anno formidabile per la tv, partono le inchieste del commissario Maigret e La cittadella inchioda al video le famiglie. Ed ecco esplodere il fenomeno Rita che canta e balla ne Il giornalino di Gian Burrasca per la regia di Lina Wertmüller (musiche di Nino Rota orchestrate da Luis Bacalov – ndr). È un trionfo popolare; Rita è ormai lanciata e il resto della “favola” è noto. Come il suo amore per Teddy Reno» (Silvana Mazzocchi).
• «Da ragazzina a Torino le mie coetanee, ma proprio quelle più trasgressive, tolleravano al massimo Natalino Otto. Io ascoltavo Sinatra e quelli come Sinatra. Lo potevo fare grazie a un amico di mio padre che viaggiava spesso verso Oltreoceano e mi portava i dischi che facevano davvero impazzire gli americani» (ad Antonio Dipollina) [Rep 17/11/2013].
• Esibitasi adolescente a un festival dell’Unità, Togliatti commentò: «Quella ragazza è comunque la gioventù, il modo che hanno di divertirsi i nostri operai. Non chiudiamole la porta in faccia».
• Anche interprete di film a tema musicale: Rita, la figlia americana (con Totò, regia di Piero Vivarelli, 1965), Rita la zanzara (con Giancarlo Giannini, regia di Lina Wertmüller, 1966) ecc.
• Negli anni Settanta si diffuse la leggenda per cui la cantante sarebbe stata citata dai Pink Floyd in San Tropez. Il libro con la traduzione dei testi (l’Arcana) scriveva «making a day for Rita Pavone». In realtà il verso era «making a date for later by phone».
• Umberto Eco parlò di lei nel suo libro Diario minimo («Lei è Lolita spiegata per la prima volta al popolo»).
• Dal marito Teddy Reno (vent’anni più di lei, sposato in Svizzera nel 1968) ha avuto due figli: Alex (giornalista politico alla tv svizzera) e Giorgio (musicista). «Me ne sono innamorata senza accorgermene. E anche lui di me».
• «“Tutti i problemi, quelli che hanno portato alla fine dell’epoca d’oro, sono arrivati col matrimonio”. Ovvero quello con Teddy Reno (…) Quel prete cui Rita va a chiedere speciali dispense, lui si mette a farle la predica e spiegarle il perché e il percome: “Gli risposi, con rispetto: le ho solo chiesto se si può fare. Se non si può, niente. Andrò a vivere nel peccato, ma nel peccato mi ci avete messo voi”. La sposò poi un prelato, che capì le sue istanze (“E dire che per una promessa fatta a mia madre io ero arrivata casta al matrimonio”)» [Dipollina, cit.].
• Negli ultimi anni poche apparizioni in pubblico: la notte del 1° gennaio 2006, nella trasmissione di Raiuno L’anno che verrà, annunciò di ritirarsi dalle scene; nel 2009 fu intervistata da La vita in diretta; nell’ottobre 2010 partecipò a uno dei concerti romani di Renato Zero: «Nel 2010 m’invitò al suo concerto a piazza di Siena in Roma. Ma non dire niente a nessuno: vengo solo per te. Lui e la Bertè erano stati miei collettoni: i boys nei miei show. Credevo che la voglia di cantare mi fosse passata. Beh: appena in scena si sollevò un boato come non ne avevo mai sentito. Quando cantai Cuore piangevano tutti; quando attaccai Mi vendo fu la follia totale. Mi ha travolto un’autentica, inattesa onda d’amore. E il giorno dopo Renatino mi chiama: Ah ni’ c’è tutta Roma che parla de te!» (Paolo Scotti) [Grn 19/2/2016].
• L’8 settembre 2013 tornò alla musica dopo 23 anni dall’ultimo disco con il singolo I Want You With Me, cover di un brano di Elvis Presley che anticipava l’uscita del doppio album Masters («Un ritorno alle origini, il disco che ho sognato di fare per 50 anni»). Un mese dopo fu ospite di Gianni Morandi nel suo concerto “Live in Arena”, dove raccontò un aneddoto degli inizi: «“Entrambi giovanissimi eravamo stati reclutati dalla Rca che ci teneva in una pensioncina di piazzale Clodio, avevamo anche una specie di tutor”. Un giorno Gianni rientra e la trova che si sbaciucchia con Bruno Filippini, bellone canterino d’epoca. Ma è vero che le urlò “Lo vado a dire alla tua mamma”? “Verissimo: aveva una cotta per me, ma io filavo con Bruno”» [Dipollina, cit.]. Nel maggio 2014 è partito il suo nuovo tour “Rita is back!”.
• Nel 2016 è concorrente a Ballando con le stelle (Raiuno): «Mi mancava solo il ballo di coppia». A casa hanno appreso la notizia dal tg: «Non l’avevo detto né a Teddy (Reno – ndr), né ai miei figli. I primi hanno sospirato: Basta che non ti fai male, mamma. E il padre, più giovanile di loro: Brava! Settant’anni sono solo un numero» (Scotti, cit.).
• Candidata alle politiche nel 2006 (circoscrizione Estero con la lista di Tremaglia) non fu eletta: «Una cretinata. La politica è una brutta cosa. Tutti fanno tanti proclami ma non appena arrivano a Roma è una pena. La più grande toppata della mia vita».
• Intervistata da Oggi ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da papa Francesco che la ringraziava per avergli inviato il suo ultimo album: «Non mi aspettavo nulla di particolare, al massimo un ringraziamento da parte di un segretario. Invece il Papa prima mi ha scritto di suo pugno, poi mi ha telefonato. Io prima pensavo fosse uno scherzo, poi, quando ho capito che era tutto vero, non riuscivo a spiccicare parola. Ci ha pensato lui a sbrogliare la situazione. Mi ha fatto gli auguri e mi ha detto: “Mi piacerebbe incontrarla presto”. (…) Io e Teddy Reno, negli anni ’60, in Argentina andavamo fortissimo, per questo il Papa conosce a memoria le nostre canzoni. È finita che, con mio marito, abbiamo cantato Addormentarmi così, che a Buenos Aires è diventato un inno della squadra di calcio locale, il Boca» (Dea Verna) [Ogg 12/3/2014].
• Ha scritto un libro, Tutti pazzi per Rita. La mia vita, i miei sogni, la mia voglia di cantare (con Emilio Targia, Rizzoli 2015).
• «Se proprio devo trovare un neo nella mia carriera è l’America. Quando sono andata là, avrei potuto rimanerci. Avrei conosciuto un modo diverso di lavorare, avrei annusato ancor più da vicino la musica che io amo (il soul, il jazz, il rock – ndr) e magari avrei preso una strada diversa. Però non mi posso lamentare, è andata così» (Paolo Giordano) [Grn 21/9/2015].
• È alta un metro e 53.
• Vive da molti anni in Svizzera: «Non per portarci i soldi: per farlo non occorre viverci, basta passarci. All’epoca Teddy non aveva ottenuto il divorzio in Italia, allora siamo andati a sposarci religiosamente in Svizzera, in un bellissimo convento. Lo abbiamo fatto perché volevamo una famiglia e per non avere un matrimonio di coscienza riportato sui registri civili. Dopo tre anni, una volta ottenuto il divorzio, ci siamo sposati civilmente anche in Italia. In Svizzera sto benissimo, mi piace la mentalità e sto tranquilla. Facciamo una vita semplice. Tra una serata mondana e farmi le castagne al fuoco preferisco la seconda» (Alessandra Menzani) [Lib 21/3/2016].